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L’Unione europea ha finanziato in parte l’Istituto di Virologia di Wuhan (e non c’è niente di strano)

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2 febbraio 2021
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Il 1 febbraio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto  via Whatsapp la richiesta di verificare un articolo pubblicato il 31 gennaio 2021 da Dagospia. Il titolo dell’articolo (molto lungo, come da tradizione della testata) inizia con «Complottisti dove siete? – L’Unione Europea ha finanziato con ricche sovvenzioni il famigerato laboratorio cinese di Wuhan, dove si studiavano i virus come il Covid-19».

L’articolo di Dagospia cita due diversi finanziamenti che l’Unione europea avrebbe fornito o fornirebbe tuttora all’Istituto di Virologia di Wuhan (Wiv). Nella prima parte, che esordisce con «ci infettano e li paghiamo pure», si sostiene che l’Unione europea (Ue) avrebbe finanziato il Wiv con 700.000 euro per studiare «con risultati disastrosi» – nelle parole dell’articolo – «virus come il Covid 19». Inoltre l’Ue avrebbe continuato a finanziare il Wiv – denominato da Dagospia prima «famigerato», poi «laboratorio sospetto»– con 88.433,75 euro (non è specificato se e con quale cadenza) per un progetto denominato «Eva Global». L’articolo di Dagospia riprende frasi di un articolo di Fausto Biloslavo pubblicato il 24 ottobre 2020 su Il Giornale, in cui si chiarisce che tali fondi sarebbero stati erogati a partire dal 2004.

La seconda parte dell’articolo riprende invece un articolo de Il Messaggero, pubblicato sempre il 31 gennaio 2021, che parafrasa a sua volta a un articolo del tabloid inglese Daily Mail, pubblicato il 30 gennaio 2021. Sia Il Messaggero che il Daily Mail aprono l’articolo accennando alle presunte «rivelazioni» del Dipartimento di Stato americano secondo cui al Wiv c’erano ricercatori malati con sintomi simili a Covid-19 nell’autunno 2019 («rivelazioni» in realtà senza prove e che al momento non dimostrano nulla, di cui abbiamo scritto qui). Entrambe le testate dichiarano che l’Unione europea avrebbe finanziato il Wiv, a partire dal 2015, con oltre 100.000 sterline inglesi. Viene riportata anche una dichiarazione attribuita a un portavoce della Commissione europea secondo cui «l’Ue non avrebbe finanziato ricerche focalizzate sui virus di pipistrello a Wuhan. Il Wiv serve come un partner internazionale nella collaborazione globale sui virus».

I finanziamenti sono reali (e non c’è nulla di strano), ma il contesto in cui questi articoli li inseriscono è tendenzioso. Vediamo di districare queste informazioni con ordine.

È vero che l’Unione europea ha finanziato due volte il Wiv nell’ambito del progetto internazionale European Virus Archive-Global (Eva-Global): nel 2015 per un totale di 73.375 euro e nel 2019 per un totale di 88.436 euro. Lo si può verificare qui, scrivendo “Wuhan Institute of Virology” nella casella di ricerca «Search for a beneficiary». Sono i fondi recenti discussi da Il Giornale e, visto l’ammontare e le date, presumibilmente anche dal Daily Mail. Il totale dei due finanziamenti, al cambio del 2 febbraio 2020, è di circa 142.440 sterline, quindi effettivamente superiore alle 100.000 sterline come descritto dal Daily Mail. Il Wiv era solo uno di numerosi beneficiari di questi progetti, europei ed extraeuropei (tra questi ultimi Russia, Australia e Stati Uniti).

È anche vero, come riportato da Il Giornale e verificabile sulle pagine web nel sito dell’Unione europea linkate di seguito, che in passato il Wiv è stato beneficiario di fondi legati ad altri due progetti di ricerca scientifica europei: Dissect, (tra ottobre 2004 e ottobre 2007) e Rivers (tra febbraio 2007 e agosto 2010). Anche qui, in entrambi i progetti il Wiv era solo uno dei beneficiari, assieme ad altri laboratori europei ed extraeuropei. Al momento non siamo stati però in grado di trovare riscontri delle cifre versate al Wiv, ma solo dell’ammontare totale che Ue ha speso per questi progetti. Ci riserviamo di aggiornare l’articolo se avremo a disposizione nuove informazioni.

In questi progetti di ricerca non c’è niente di misterioso. Eva-Global è un consorzio internazionale (a cui partecipano 17 laboratori Ue e 9 non-Ue) nato nel 2008 «in risposta al bisogno di un archivio di virus coordinato e accessibile»,  come riportava nel 2018 la rivista scientifica Antiviral Research. Può suonare inquietante, ma in realtà si tratta di uno strumento necessario per la ricerca biomedica sui patogeni. Inoltre, come descritto da Antiviral Research e dal sito ufficiale del progetto, Eva-Global si occupa di creare strumenti per la ricerca e lo sviluppo nel campo della virologia, come ad esempio linee cellulari per lo studio di virus in laboratorio, anticorpi e test Pcr per la diagnostica, approcci per il sequenziamento del genoma virale e laboratori per il training teorico e pratico nella ricerca sui virus.

Allo stesso modo i progetti passati non destano preoccupazione. Dissect, progetto congiunto Ue-Cina sullo sviluppo di vaccini e strategie contro Sars e coronavirus analoghi, ha sviluppato «vaccini inattivi, diversi antivirali, nuove strategie immunitarie e un vaccino vivo attenuato ricombinante, nonché un sistema di microarray per diagnosticare la malattia». Rivers invece era un progetto che si occupava di studiare la sopravvivenza dei virus influenzali in vari ambienti e di sviluppare protocolli per identificarli nelle acque reflue o nei cibi, con lo scopo di prevenire e controllare future epidemie influenzali.

Fin qui i fatti. È invece discutibile il contesto in cui la notizia è inserita da Dagospia e dalle altre testate, in cui si insinua più o meno esplicitamente che l’Istituto di Virologia di Wuhan e in generale i laboratori cinesi siano implicati nell’origine del virus Sars-CoV-2 («ci infettano», «risultati disastrosi»). Si tratta di una teoria finora non suffragata da alcuna prova, come abbiamo discusso ampiamente qui. Rileviamo inoltre un’imprecisione: Covid-19 è il nome della malattia, non del virus, che è invece Sars-Cov-2.

In conclusione, è vero che l’Unione europea ha contribuito finanziariamente più volte a progetti di ricerca in collaborazione con l’Istituto di Virologia di Wuhan (Wiv). Tali finanziamenti però non avevano nulla di scandaloso, in quanto parte delle normali collaborazioni scientifiche internazionali finanziate dai fondi europei per la ricerca. I fondi supportavano progetti che coinvolgevano numerosi istituti di tutto il mondo e sono finalizzati alla prevenzione di epidemie virali. L’Istituto di Virologia di Wuhan è una delle principali istituzioni scientifiche coinvolte nello studio dei coronavirus, come dimostrato dai loro studi sull’origine del virus della Sars e dal fatto che furono i primi a identificare, sequenziare e isolare, il virus Sars-CoV-2. Ricordiamo infine che l’Istituto è stato coinvolto in studi scientifici con prestigiosi realtà statunitensi quale l’Harvard Medical School, come abbiamo accennato qui.

Photo credits: Ureem2805 via Wikimedia Commons

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