Lunedì 27 aprile la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiede di verificare le informazioni contenute in un video in cui vengono messe a confronto due clip con protagonista l’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Il primo filmato è datato 4 marzo 2018, il giorno delle ultime elezioni politiche, e immortala l’esultanza dei principali esponenti del Movimento 5 Stelle (tra cui Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Alfonso Bonafede), riuniti all’Hotel Parco dei Principi di Roma per assistere insieme ai risultati parziali al Senato. Tra loro anche Giuseppe Conte, non ancora alla guida di nessun governo, che in una delle sue prime apparizioni pubbliche assisteva alle proiezioni in compagnia di numerosi esponenti del Movimento.
Il secondo video risale invece al 1 settembre 2019 ed è un intervento di Giuseppe Conte – al tempo premier incaricato di formare un nuovo governo dopo la rottura con la Lega di Matteo Salvini – alla festa per i 10 anni del Fatto Quotidiano. In questa occasione Conte ha sostenuto di non essere iscritto al Movimento 5 Stelle, di non aver mai «partecipato alle riunioni del gruppo dirigente politico» e di non aver mai «incontrato i gruppi parlamentari», definendo quindi «inappropriata» l’etichetta di «esponente del Movimento 5 Stelle».
Il video intende mettere in risalto la presunta incoerenza di Conte, che negherebbe la vicinanza al Movimento 5 Stelle nonostante le immagini dimostrerebbero il contrario.
Nonostante tutte le informazioni contenute nelle dichiarazioni di Giuseppe Conte siano corrette, tirare conclusioni circa lo status di «esponente del Movimento 5 Stelle» non è un’operazione immediata.
Il presidente del Consiglio non ha mai effettuato l’iscrizione al Movimento 5 Stelle. L’iscrizione avviene tramite la piattaforma Rousseau e richiede l’accettazione di un codice etico, uno statuto e un organigramma.
Per quanto riguarda le «riunioni del gruppo dirigente politico», queste sono riservate al capo politico (carica attualmente ricoperta da Vito Crimi), all’assemblea (composta da tutti gli iscritti al Movimento) e a un «comitato di garanzia» composto da tre esponenti anziani (che oggi sono lo stesso Crimi, Giovanni Cancelleri e Roberta Lombardi).
I meccanismi decisionali del Movimento non mai stati del tutto chiari e in alcune occasioni hanno visto l’interferenza di Davide Casaleggio (fondatore del Movimento 5 Stelle insieme a Di Maio, secondo l’atto costitutivo) e Beppe Grillo, nella figura di garante. Non abbiamo tuttavia prove documentali di una partecipazione di Giuseppe Conte a una riunione del gruppo dirigente.
Secondo il regolamento depositato alle Camere, inoltre, le riunioni dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle sono riservate ai deputati e ai senatori «appartenenti al gruppo» (Conte non appartiene ad alcun gruppo parlamentare, non essendo un parlamentare).
Il 1 marzo 2018, tuttavia, Giuseppe Conte è stato presentato come membro della «squadra di governo del Movimento 5 Stelle», una formula irrituale con cui il partito fondato da Beppe Grillo ha indicato i suoi candidati a ricoprire ruoli ministeriali in caso di vittoria elettorale.
La squadra di governo presentata nel 2018 da Di Maio, oltre al nome di Giuseppe Conte (indicato per ricoprire il ruolo di ministro della Pubblica Amministrazione), includeva anche quelli dell’ex-ministra della Difesa Elisabetta Trenta, del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e del presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Esponenti della società civile cui vanno ad aggiungersi tesserati del Movimento 5 Stelle come Alfonso Bonafede (Giustizia) e Riccardo Fraccaro (Rapporti con il Parlamento).
Dunque, riassumendo: Giuseppe Conte non è mai stato iscritto al Movimento 5 Stelle e quindi, tecnicamente, non può essere definito un «esponente». Il suo nome è però entrato per la prima volta nel dibattito pubblico grazie al ruolo di componente di una «squadra di governo del Movimento 5 Stelle».