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No, in Francia non è stato approvato «l’aborto al nono mese»

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18 agosto 2020
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Martedì 18 agosto 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione su Facebook che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post pubblicato il 17 agosto sul social network. Secondo il post oggetto della nostra verifica, in Francia sarebbe stato approvato «l’aborto o infanticidio al nono mese», che avverrebbe per mezzo di un parto podalico indotto. «La testa del bambino deve rimanere dentro alla vagina così non piange», si legge nel post, «viene fatta una incisione con il bisturi alla base della testa, aspirato il cervello».

Il post oggetto di verifica è stato pubblicato dalla pagina Q ANON Italia Salento, un account che fa parte della rete complottista QAnon, di cui abbiamo scritto approfonditamente qui.

Si tratta di una notizia falsa.

L’interruzione di gravidanza è regolata in Francia dall’articolo L2212-1 del codice di sanità pubblica, che permette di portare a termine l’aborto fino a 12 settimane dopo il concepimento, passati i quali l’eventuale interruzione di gravidanza potrà avvenire solo in presenza di gravi lesioni permanenti alla salute fisica o mentale della donna incinta, che dovranno essere certificate da due diversi medici.

Il riferimento del post oggetto di verifica è invece a un comunicato stampa, pubblicato il 1° agosto 2020 dall’associazione anti-abortista francese Alliance Vita, che denuncia l’approvazione di un emendamento che autorizzerebbe «l’interruzione medica della gravidanza fino nove mesi» nel caso fosse dimostrato il «disagio psicosociale» della donna, un criterio che secondo Alliance Vita non sarebbe «verificabile».

L’emendamento in questione è il 524, approvato il 31 luglio 2020 in prima lettura, ma che alla data del 18 agosto deve ancora passare dal voto del Senato. La norma è contenuta in un più ampio disegno di legge sulla bioetica, che tra le altre cose intende anche legalizzare la riproduzione assistita.

Come spiega il sito di fact-checking francese Lci, la norma non riguarda l’interruzione volontaria di gravidanza, ma l’interruzione medica, «un atto medico che avviene quando c’è un’alta probabilità che il nascituro sia affetto da una condizione particolarmente grave o quando il proseguimento della gravidanza mette seriamente in pericolo la salute della gestante». Tra questi ultimi casi, già inclusi nell’attuale normativa, l’emendamento 524 vorrebbe introdurre anche il disagio psicosociale, condizione che include un contesto di violenza domestica o familiare, gravi difficoltà psicologiche o estrema precarietà. L’interruzione medica può avvenire in qualunque momento della gestazione.

In caso di approvazione definitiva dell’emendamento (la seconda lettura in Senato è iniziata lo scorso 3 agosto, non esistono tempi certi per il passaggio definitivo), le motivazioni dell’interruzione medica della singola gravidanza dovranno essere discusse da un collegio medico che sarà nominato dopo l’approvazione della norma. I casi di interruzione medica di gravidanza in Francia, come spiegato ad inizio agosto da Lci, sono oggi tra i 200 e i 300, su un totale di 230mila aborti annuali.

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