Martedì 27 ottobre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un video pubblicato il 26 ottobre su Facebook. Il video oggetto della nostra verifica ha una durata complessiva di quasi sei minuti ed è stato pubblicato dalla pagina Facebook “Italiani nel mondo”, che alla data del 27 ottobre conta 286mila follower.
Il filmato mostra due persone, un adulto vestito con un giubbotto verde e un ragazzino avvolto in un giubbotto blu, che camminano per le strade di Stoccolma. Nel corso del video l’uomo sottolinea (minuto 0:23) come nella capitale svedese nessuno indossi la mascherina, nonostante il clima pienamente invernale, e che «qui non sanno nemmeno cos’è il Covid, altro che tutte le cazzate che raccontano in Italia» (minuto 0:30).
Proseguendo nella passeggiata, l’uomo spiega che Stoccolma «conta un milione di abitanti» (minuto 0:40) e che nessun giornalista italiano si recherà mai lì a fare un servizio, «altrimenti cosa vi dovrebbero dire? Che tutte queste persone per strade sono tutte matte?» (minuto 2:35). L’uomo conclude il filmato (minuto 3:32) sostenendo che «in tutta la Svezia» ci sono «zero» decessi ricollegabili alla Covid-19, ma «adesso, non dall’inizio», precisa.
Si tratta di una notizia falsa.
L’autore del video è Riccardo Palleschi, blogger e collaboratore del quotidiano Il Giornale, nonché fondatore della pagina Facebook Italiani nel mondo. Al momento del video Palleschi si trovava realmente a Stoccolma, come testimonia uno scontrino pubblicato come prova tra i commenti al video.
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria a oggi la Svezia ha fatto molto discutere per la particolarità del suo approccio alla pandemia, controcorrente rispetto al resto del mondo sia nella scelta di non approntare un lockdown, che in quella di non rendere obbligatorio l’utilizzo di mascherine. I dispositivi di protezione individuale, infatti, sono attualmente «non raccomandati» dal governo svedese, dal momento che la loro efficacia nel combattere la diffusione dell’infezione viene definita «poco chiara» dal sito ufficiale governativo.
Veniamo ora alle vittime da Covid-19 in Svezia, che l’autore del video definisce pari a zero «adesso, non dall’inizio». Alla data del 27 ottobre 2020, i decessi per Covid-19 in Svezia sono in totale 5.918, il che fa del Paese scandinavo la dodicesima nazione al mondo per decessi da Covid ogni 100mila abitanti.
Come avevamo approfondito in questo articolo, la Svezia ha una mortalità da Covid-19 di molto superiore rispetto a quella dei Paesi limitrofi. Come spiegava la rivista Science in un articolo pubblicato a inizio ottobre e dedicato alla risposta svedese alla pandemia, «nel complesso della popolazione l’impatto dell’approccio svedese è inconfondibile. Oltre 94.000 persone sono state diagnosticate con Covid-19, e almeno 5.895 sono morte. Il Paese ha subito circa 590 morti per milione — analoghe a 591 per milione negli Stati Uniti e 600 in Italia, ma molto superiori alle 50 per milione in Norvegia, 108 in Danimarca e 113 in Germania.» I dati sono quelli pubblicati giornalmente dall’agenzia di salute pubblica (Folkhälsomyndigheten) svedese.
Nell’ultimo mese (e dunque a partire dal 27 settembre) i decessi confermati in Svezia sono stati in totale 71, uno solo il 26 ottobre, il giorno in cui è stato girato il video. Dopo un’apparente normalizzazione nei mesi estivi, il numero di casi di Covid-19 in Svezia è tornato a salire a partire da inizio settembre.
Nonostante il dato sull’utilizzo delle mascherine contenuto nel video sia reale, è scorretto parlare di «zero morti di Covid-19» in Svezia. Il Paese si trova infatti ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria e il numero dei decessi continua a salire, come si può notare confrontando ancora una volta i decessi svedesi con quelli degli altri Paesi scandinavi: dal 27 settembre a oggi i decessi dovuti alla Covid-19 sono stati 10 in Norvegia, 15 in Finlandia e 60 in Danimarca.
Per contrastare l’arrivo della seconda ondata, dal 21 ottobre le autorità svedesi hanno previsto nuove restrizioni che includono il divieto di organizzare eventi con più di 50 persone e l’obbligo per i ristoranti di garantire un metro di distanza tra i tavoli.