- Su Facebook è stata condivisa la foto di una confezione di gelato della Ben&Jerry’s a tema pro Palestina che l’azienda statunitense avrebbe immesso nel mercato a maggio 2025.
- Ben&Jerry’s non ha mai prodotto una confezione del genere.
- L’immagine è stata creata con l’intelligenza artificiale da un account Instagram.
Il 25 maggio 2025 è stata condivisa su Facebook la foto di una confezione di gelato dell’azienda Ben & Jerry’s con disegnate due persone stilizzate che indossano la kefiah – copricapo simbolo della resistenza palestinese – davanti a un piatto di pesce. Sulla confezione sono riportate anche le scritte «free Palestine» e lo slogan politico «from the river to the sea».
Secondo l’autore del post «la Ben&Jerry’s oggi usera’ questo barattolo per la vendita dei suoi gelati» dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva accusato di antisemitismo i proprietari dell’azienda perché avevano detto «che a Gaza si stava consumando un genocidio».
Si tratta di un contenuto fuorviante.
Non ci sono riscontri del fatto che quella vaschetta di gelato sia autentica. La confezione non è presente sul sito dell’azienda di gelati, e nemmeno sui loro canali social ufficiali.
Quella vaschetta, così come altre false immagini di confezioni di gelato della Ben & Jerry’s a tema pro-Palestina sono state condivise originariamente da un account Instagram il 15 maggio 2025, che ha spiegato di averle create tramite ChatGPT. Quel giorno il co-fondatore della Ben & Jerry’s, Ben Cohen, è stato accusato di aver intralciato l’ordine pubblico dopo essere stato arrestato mentre protestava a favore della Palestin, durante un’udienza al Senato degli Stati Uniti, e contro il blocco totale dei viveri a Gaza deciso da Israele
I fondatori della Ben & Jerry’s si sono definiti «orgogliasemente ebrei» e sostenitori di Israele, ma sono stati molto critici nei confronti delle sue politiche e, insieme al resto dell’azienda, si sono posizionati in più occasioni a favore della Palestina, chiedendo il cessate il fuoco, sostenendo le proteste nelle Università statunitensi e ancor prima, nel 2021, sospendendo la vendita dei loro gelati nei territori palestinesi occupati.
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