Non si sta discutendo di praticare la «donazione gestazionale di tutto il corpo» nel prossimo futuro
Il 13 febbraio la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare un post pubblicato su Facebook in cui si legge che donne «cerebralmente morte» saranno usate come «uteri in affitto». Nel post in analisi si legge anche che «il futuro terrificante» arriverebbe da uno studio norvegese. Inoltre è presente un link a un articolo pubblicato il 3 febbraio 2023 sul sito de Il Primato Nazionale e intitolato “Donne cerebralmente morte usate come uteri in affitto: il futuro (terrificante) in uno studio norvegese”.
Si tratta di un’informazione presentata senza il contesto necessario alla sua comprensione, che veicola una notizia falsa. Andiamo con ordine.
Il 18 novembre 2022 è stato pubblicato su Theoretical Medicine and Bioethics, una rivista scientifica che si occupa di temi legati alla filosofia della ricerca e della pratica medica, un articolo intitolato “Whole body gestational donation” (in italiano: “Donazione gestazionale di tutto il corpo”) . L’autrice dello studio è Anna Smajdor, filosofa esperta dell’interazione tra filosofia, scienza ed etica e ricercatrice presso l’università di Oslo, in Norvegia.
Nell’articolo l’autrice parte dalla proposta avanzata nel 2000 da Rosalie Ber, ricercatrice che lavorava presso il Technion – Israel Institute of Technology ad Haifa in Israele – sulla possibilità che le pazienti di sesso femminile in uno stato vegetativo persistente che avevano dato il previo consenso scritto fungessero da surrogate per la gravidanza di altre persone. Per “maternità surrogata” si intende la situazione in cui una donna si assume l’impegno di portare a termine una gravidanza per conto di altre persone, alle quali si impegna poi a dare il nascituro.
Smajdor analizza le questioni etiche collegate a questa pratica che lei stessa definisce come qualcosa che negli ultimi vent’anni «ha ricevuto sorprendentemente poca attenzione».
Contrariamente a quanto affermato nel post in analisi, però, non si tratta di un concreto piano per introdurre la pratica in futuro. Lo studio fa una riflessione sull’etica della donazione gestazionale di donne considerate cerebralmente morte.
Precisiamo che oggi in Italia la legge vieta la maternità surrogata in ogni sua forma.
Contenuti sui social incoraggiano le persone incinte a evitare visite ginecologiche e assistenza medica durante il parto, mettendo però a rischio la salute della persona incinta e del nascituro