- Circola su Facebook una presunta intervista rilasciata da Giovanni Falcone a gennaio 1992 a Repubblica in cui esprime timore e critiche sull’approvazione della separazione delle carriere dei magistrati.
- È una notizia falsa.
- Il giudice, ucciso in un attentato mafioso il 23 maggio 1992, non risulta aver mai rilasciato una simile intervista al quotidiano.
Il 31 ottobre 2025 su Facebook è stata pubblicata un’immagine contenente una foto di Giovanni Falcone, magistrato ucciso a Capaci insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre agenti della scorta in un attentato mafioso il 23 maggio 1992, e una sua presunta dichiarazione critica sulla separazione delle carriere dei magistrati requirenti, cioè i pubblici ministeri, e quelli giudicanti, ovvero i giudici di tribunali e corti.
Il magistrato avrebbe detto: «Una separazione delle carriere può andar bene se resta garantita l’autonomia e l’indipendenza del pubblico ministero. Ma temo che si voglia, attraverso questa separazione, subordinare la magistratura inquirente all’esecutivo. Questo è inaccettabile». Nell’immagine si legge anche che questa frase Falcone l’avrebbe detta in un‘intervista al quotidiano La Repubblica del 25 gennaio 1992.
È una notizia infondata.
Nell’archivio storico online del quotidiano Repubblica non è presente un’intervista rilasciata da Falcone il 25 gennaio 1992. Lo stesso quotidiano il 12 novembre 2025 ha pubblicato un articolo per confermare che la notizia secondo cui Falcone avrebbe dichiarato questa frase nel corso di un’intervista è del tutto infondata. Non esiste inoltre alcuna prova o testimonianza secondo cui il magistrato Falcone abbia mai rilasciato una simile dichiarazione.
Questa frase attribuita al magistrato ucciso in un attentato mafioso risulta comparire online per la prima volta in un articolo pubblicato il 23 luglio 2025 su La Notizia, a firma di Giulio Cavalli, scrittore e opinionista politico. L’articolo è stato poi modificato il 12 novembre 2025 togliendo quella dichiarazione perché una successiva verifica da parte della redazione non ha trovato prove che la colleghino al magistrato.
Il falso virgolettato è divenuto particolarmente noto e commentato dopo che il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, l’ha letto nel corso della puntata del programma di La7 “Di Martedì” del 4 novembre scorso mentre in studio si stava commentando la riforma della giustizia del governo Meloni, approvata definitivamente dal Parlamento e che nel 2026 verrà sottoposta a un referendum confermativo. Nel testo di legge è prevista anche la separazione delle carriere dei magistrati che stabilisce che all’inizio della carriera il magistrato debba scegliere se diventare un magistrato requirente o giudicante. Attualmente, invece, un magistrato può cambiare funzione, ma una volta sola ed entro dieci anni dall’inizio della sua attività lavorativa.
Gratteri, che ha una posizione critica nei confronti della riforma della giustizia, ha letto la dichiarazione attribuita a Falcone (dichiarando successivamente di non sapere che fosse falsa), come argomento a favore della sua posizione sulla separazione delle carriere.
In un’intervista a Repubblica del 1991, Falcone aveva tuttavia dichiarato che il pubblico ministero e il giudice dovevano essere «due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera». Come hanno però ricostruito i colleghi di Pagella Politica, sentendo diversi esperti, le dichiarazioni di Falcone sul tema sono poche e appartengono a un diverso contesto giudiziario, non consentendo di dedurre una posizione chiara sulla riforma proposta dal governo Meloni. Ad esempio, Marco Fioravanti, docente di Storia del diritto all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ha detto a Pagella Politica che la considerazione di Falcone «in quell’intervista era legata all’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale». Gianluigi Gatta, ordinario di diritto penale alla Statale di Milano ha aggiunto che «prima del 1988 c’era il giudice istruttore che era una figura di giudice e pm insieme, poi, con il nuovo codice di procedura penale, si è passati alla separazione di funzioni netta tra giudice e pubblico ministero. In quel periodo storico Falcone – in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata – valorizza quindi la necessità di specializzazione che deve avere il pubblico ministero».
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