Da quando Elon Musk ha acquisito la piattaforma X – un tempo nota come Twitter – le politiche per contrastare la disinformazione sono state pressoché inesistenti.
A sostenerlo, pochi giorni fa, è stata anche l’Unione Europea, che ha chiesto ufficialmente al numero uno di X di impegnarsi per adottare soluzioni urgenti ed efficaci sulla moderazione di contenuti violenti e disinformativi, dopo che diversi report avevano indicato X come la piattaforma social con il più alto numero di contenuti fuorvianti online.
Il problema, però, è alla radice: proprio Elon Musk ha veicolato contenuti fuorvianti attraverso il suo account personale da oltre 150 milioni di follower. Il 29 settembre 2023, ad esempio, il proprietario di X ha ricondiviso un post sul tema dell’immigrazione in Europa, esprimendo disappunto circa le operazioni di salvataggio in mare di diverse organizzazioni non governative (ONG) tedesche impegnate nel Mediterraneo.
La scelta di Musk di rilanciare questo tweet, commentandolo, è stata fortemente criticata per un motivo preciso: l’account che ha pubblicato il post originario, ovvero RadioGenoa, condivide disinformazione, promuovendo messaggi xenofobi e violenti.
A causa della fama di Musk, il post ha raggiunto 58 milioni di visualizzazioni in pochi giorni. Eppure non è la prima volta in cui Musk ha dato visibilità a un contenuto di RadioGenoa: già a gennaio del 2022, ancor prima di acquisire Twitter e mentre prometteva piazze sociali più democratiche e libere dalla disinformazione, Musk aveva commentato un suo contenuto in riferimento ai lockdown per limitare la pandemia di Covid-19.
Ogni giorno sono decine i contenuti pubblicati da RadioGenoa su X, che in genere riprendono scene di atti osceni, scippi, rapine, attacchi terroristici e violenze, attribuendo la responsabilità di questi episodi individuali alle politiche europee di immigrazione e alle operazione di salvataggio in mare delle ONG.
I contenuti pubblicati da questo account presentano notizie senza contesto e fuorvianti: per esempio, in un tweet del 16 ottobre 2023 erano state pubblicate le immagini di una manifestazione andata in scena a Berlino, con scontri tra la folla e la polizia. Secondo il testo di RadioGenoa, nelle immagini si vedrebbero i poliziotti sedare una «manifestazione pro-Hamas». Come riportato da Deutsche Welle, invece, la manifestazione in oggetto non conteneva alcuna istigazione al terrorismo, ma solo il supporto alla causa palestinese.
Cosa sappiamo di RadioGenoa
RadioGenoa è un profilo verificato su X che al momento in cui stiamo scrivendo conta circa 278 mila follower. In base alle informazioni disponibili sulla piattaforma, l’account è stato creato ad agosto del 2021 e presenta come località di registrazione la città di Genova, in Italia.
In appena dieci giorni di monitoraggio, la redazione di Facta.news ha registrato su questo account un incremento di oltre 60 mila followers e ciò grazie soprattutto a due fattori principali: innanzitutto la spunta blu di verifica, disponibile per chiunque sia disposto a pagare un abbonamento mensile a X, e che nonostante i pochi requisiti richiesti dalla piattaforma è in grado di donare maggiore visibilità ai contenuti pubblicati. A ciò si aggiunge il secondo fattore, l’utilizzo della lingua inglese, che permette agli stessi contenuti di raggiungere un pubblico globale.
Le regole per la verifica degli account su X sono al momento abbastanza uniche nel loro genere. Instagram, ad esempio, ha recentemente sviluppato un sistema di concessione della spunta blu a pagamento, ma la piattaforma di Meta richiede comunque l’invio di un documento di identità che corrisponda al nome visibile dell’account.
La spunta blu permette inoltre a RadioGenoa di essere percepita come fonte affidabile di informazione locale, tanto che sono decinelenewsroomnelmondochehannoinserito contenuti di Radio Genoa all’interno dei propri articoli.
Grazie a uno screenshot registrato su Ghost Archive abbiamo scoperto che il 19 settembre 2023 Radio Genoa non era in possesso di un account verificato. Questo implica che la spunta di verifica sia stata validata tra il 19 settembre e il 29 settembre 2023, giorno in cui Musk ne ha condiviso un post e accresciuto la diffusione.
Chi si nasconde dietro l’account divenuto così celebre nelle zone d’ombra della disinformazione in tutto il mondo? È realmente un account italiano? Con la redazione di Facta.news abbiamo fatto alcune ricerche. Ecco cosa abbiamo scoperto.
Su X ci sono due account che possiedono nomi simili. Abbiamo infatti rintracciato un secondo account, che differisce per una singola lettera, dal nome RadioGenova, creato in data febbraio 2019, due anni prima quindi di Radio Genoa. L’account conta al momento in cui scriviamo 41.2 mila follower. Radio Genoa quindi, è una seconda pagina creata nel 2021 che sembra avere stesse dinamiche di pubblicazione, stessi contenuti, simili immagini di copertina e nome simile a Radio Genova. Tutto questo, quindi, fa pensare che dietro alle due pagine possa esserci un’unica regia.
Questa sensazione è amplificata dal rapporto diretto che intercorre tra le due pagine: quando RadioGenoa pubblica un post, infatti, RadioGenova lo condivide e nella maggior parte dei casi senza aggiungere nulla.
Come indicato in questo articolo di Open, il profilo Radio Genova è stato nel corso degli anni conosciuto con almeno due altri nomi, vale a dire RadioSavana e Antonio Quinto.
Su Facebook è presente un account personale registrato con il nome Antonio Quinto, che presenta la stessa immagine del profilo inserita in passato da RadioSavana. L’account Facebook ha anche inserito come città di origine Genova, condividendo in maniera saltuaria postmoltosimili a quelli dei due account presenti su X.
Le tre pagine (RadioGenoa, RadioGenova e Antonio Quinto) hanno pochissime informazioni che permettano di approfondire la regia dietro questi account. Sono state lasciate tuttavia alcune briciole. Ad esempio, nella sezione “mi piace” del profilo Antonio Quinto compaiono solo due pagine, Guerra Santa e religione di pace e Polijoprivrednici Vojvodina. La prima è una pagina che pubblica disinformazione con narrative anti-migranti, anti-Occidente e pro-Russia, la seconda è una pagina che unisce utenti serbi interessati all’agricoltura.
Tra le due pagine non esiste una diretta connessione, ma entrambe ci hanno fornito preziose informazioni circa òa strategia social di Radio Genoa.
La possibile regia internazionale
Partiamo dalla pagina Guerra santa e religioni di pace. La redazione di Facta.news ha rintracciato almeno 3 post pubblicati nell’ultimo mese che presentano una parte grafica (in questo caso dei video) e una parte testuale pubblicate in modo identico sia su Radio Genoa sia su Guerra santa e religioni di pace. Inoltre, gli stessi giorni di pubblicazione sembrano combaciare, come è possibile osservare in figura. I contenuti, benché risultino identici, differiscono solo per la lingua scelta, dal momento che sulla pagina Guerra santa e religioni di pace sono stati pubblicati in italiano, mentre su Radio Genoa in inglese.
All’interno della sezione trasparenza della pagina Guerra Santa e religioni di pace scopriamo che la pagina ha cinque moderatori, tutti residenti in Italia. A questa pagina è possibile comprendere in che modo la piattaforma assegna la nazionalità a un profilo moderatore.
I contenuti identici tra le due pagine, le pubblicazioni sincronizzate e i like del profilo Antonio Quinto suggeriscono che i moderatori della pagina Guerra santa e religioni di pace possano essere parte della regia di RadioGenoa.
Inoltre, da una analisi su TGSTAT, database open source che raccoglie milioni di gruppi Telegram online, abbiamo rintracciato diversi gruppi attivi e inattivi collegati a Radio Genoa. Uno di questi, che prima si chiamava SaveEurope (RadioGenova), ora si chiama Stop Invasion. Il gruppo è interamente in lingua slovacca e oltre ai contenuti ricondivisi dal profilo RadioGenoa presenta anche una vera e propria gestione autonoma, con pubblicazione di contenuti dedicati alla politica interna slovacca e link a siti di notizie locali.
Non solo Italia e Slovacchia, ma anche la Serbia. Già, perché oltre che essere la nazionalità di una delle due pagine seguite da “Antonio Quinto”, serba è anche l’origine di una buona parte dei follower di Antonio Quinto, come verificato indipendentemente dalla redazione di Facta.news.
La Serbia spunta anche dall’analisi del’ennesima pagina di nome RadioGenova presente su Telegram, al momento in cui stiamo scrivendo non più attiva. Sempre attraverso TGSTAT abbiamo scoperto che diverse tra le fonti utilizzate in passato dal canale sono serbe e russe.
Tutte queste informazioni evidenziano una possibile regia internazionale dietro l’account di RadioGenoa, con un focus nell’area europea balcanica pro-Russia. Se ciò fosse confermato, RadioGenoa sarebbe a tutti gli effetti parte di un network di disinformazione transnazionale, con diversi account in diverse lingue e su più piattaforme nelle regioni balcaniche europee. L’account si è distinto per la pubblicazione di contenuti con filoni narrativi anti-occidentali, conservatori, xenofobi e pro-Russia.
In conclusione
RadioGenoa, RadioGenova, Stop Invasion, Antonio Quinto, Guerra santa e religione di pace, Radio Savana e RadioGenova Slovacchia, come ricostruito in questo articolo sono account diversi, su piattaforme diverse e in diverse lingue, che sembrano rispondere ad una regia comune che opera tra l’Italia e l’est europeo. Nonostante l’effettiva identità dei moderatori resti al momento sconosciuta, le dinamiche di pubblicazione di RadioGenoa e la notorietà acquisita sui social media negli ultimi mesi la rendono una fonte di disinformazione e di messaggi xenofobi altamente pericolosa per le piazze digitali di tutto il mondo.
Sebbene RadioGenoa non sia sconosciuta alle nostre verifiche su temi come la politica italiana e la guerra in Ucraina, la comunicazione di tutte queste pagine si è concentrata su un tema comune e preciso: disinformare sulle migrazioni extra europee con narrative anti-europeiste e xenofobe, contribuendo a produrre un pubblico mal informati e piazze digitali dense di sentimenti negativi come odio e rabbia.
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