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Non è vero che le bandiere americane sulla Luna non avrebbero potuto resistere alle alte temperature

Non è vero che le bandiere americane sulla Luna non avrebbero potuto resistere alle alte temperature

14 luglio 2025
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  • Secondo un claim che gira online, le foto delle bandiere americane sulla Luna sono una montatura perché non avrebbero potuto resistere alle alte temperature.
  • Sulla Luna sono state issate 6 bandiere dalle missioni Apollo della NASA; bandiere progettate appositamente per resistere alle alte temperature grazie a una copertura protettiva.
  • Le immagini del Lunar Reconnaissance Orbiter scattate decenni dopo hanno mostrato che le bandiere erano ancora in piedi.

Il 2 luglio 2025 è stato condiviso su X un post secondo cui le bandiere issate nel 1969 dagli Stati Uniti sulla Luna non avrebbero potuto resistere per troppo tempo alle alte temperature, considerando che le insegne dei grattacieli di Milano «crollano col caldo a +40°» e che sulla Luna ci sono «+120°». «Sorge il dubbio che siano due bufale», commenta l’autore del post.

L’insegna a cui fa riferimento l’autore del post è quella di “Generali”, collocata sulla sommità della Torre Hadid, a Milano, la cui struttura reticolare metallica lo scorso 30 giugno ha parzialmente ceduto. La causa non è stata ancora identificata, ma una delle ipotesi iniziali avanzate dalla stampa italiana e da alcuni esperti è che le alte temperature avrebbero compromesso la struttura interna di uno dei tiranti in acciaio che reggevano l’insegna.

Si tratta di un contenuto fuorviante, che diffonde una notizia infondata.

Durante il primo sbarco sulla Luna, avvenuto nel 1969, gli astronauti della NASA hanno issato sulla superficie lunare la bandiera degli Stati Uniti. Anche nelle successive cinque missioni lunari, denominate “Apollo”, gli astronauti statunitensi hanno fatto lo stesso, issando un totale di 6 bandiere USA sul suolo della Luna.

Quelle bandiere erano state progettate appositamente per resistere alle alte temperature (raggiunte soprattutto con il riscaldamento dei motori di discesa durante la fase di preparazione all’atterraggio) grazie a una copertura protettiva, ovvero un involucro esterno in acciaio inossidabile separato da uno strato di alluminio con un isolamento Thermoflex e altri strati di materiale di copertura termica.

Alcuni esperti – ha spiegato la NASA– ritenevano altamente improbabile che le bandiere Apollo potessero resistere a decenni di esposizione al vuoto, agli sbalzi di temperatura da 242 °F (117 °C) durante il giorno a -280 °F (-173 °C) durante la notte, ai micrometeoriti, alle radiazioni e alla luce ultravioletta. In realtà, le immagini del Lunar Reconnaissance Orbiter scattate decenni dopo hanno mostrato che i pennoni erano ancora in piedi e proiettavano le ombre delle bandiere, in particolare per quanto riguarda le bandiere di Apollo 12 (1969), 16 e 17.

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