- Circola su X una presunta dichiarazione che la campionessa olimpica australiana Mollie O’ Callaghan avrebbe rilasciato contro la nuotatrice trans Lia Thomas. O’ Callaghan avrebbe dichiarato di non voler partecipare alle Olimpiadi del 2028 se a Thomas sarà permesso di parteciparvi.
- È una notizia falsa.
- La Swimming Australia, organo direttivo che si occupa del nuoto professionistico in Australia, ha smentito che Mollie O’ Callaghan abbia mai pronunciato una simile frase, sottolineando inoltre che la campionessa olimpica non ha mai rilasciato commenti sul tema.
Il 12 ottobre 2025 è stato pubblicato su X un post in cui viene riportata la presunta notizia che Mollie O’ Callaghan, nuotatrice australiana vincitrice di cinque medaglie d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, avrebbe dichiarato che non parteciperà alle Olimpiadi del 2028 di Los Angeles se sarà presente Lia Thomas, nuotatrice statunitense transgender. O’ Callaghan avrebbe affermato che Thomas deve nuotare «nella categoria maschile. Non dovrebbe essere qui; condividere una piscina con Lia Thomas è davvero un insulto e una vergogna», si legge nella dichiarazione attribuita alla nuotatrice australiana.
La notizia è infondata.
Non ci sono riscontri di questa dichiarazione né sul profilo Instagram ufficiale di O’Callaghan né su testate credibili e affidabili. Come riportato dal Guardian, la Swimming Australia, organo direttivo che si occupa del nuoto professionistico in Australia, ha smentito che Mollie O’ Callaghan abbia mai pronunciato una simile frase, sottolineando inoltre che la campionessa olimpica non ha mai rilasciato commenti sul tema.
Le prime polemiche su Lia Thomas risalgono al 2022, quando divenne la prima donna transgender a vincere un campionato di nuoto nei 500 metri stile libero della NCAA, organizzazione americana che gestisce le competizioni sportive universitarie. All’epoca circolavano diversi contenuti falsi legati alla nuotatrice, come la presunta decisione della NCAA di ritirare tutti i premi vinti da Thomas.
All’atleta fu negata la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi del 2024 dopo aver perso una battaglia legale contro la World Aquatics, la federazione internazionale di nuoto che, dal 2022, impedisce a chiunque abbia passato «qualsiasi parte della pubertà maschile» di gareggiare nelle categorie femminili.
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