- Su X è stato detto che, nel nuovo rapporto dell’UNICEF, i tassi di obesità dei bambini e degli adolescenti palestinesi sono più alti di quelli israeliani. Questo dimostrerebbe che a Gaza non c’è mai stata una carestia.
- Secondo le stime dell’UNICEF, i tassi di sovrappeso e obesità tra i 5-19 anni sono più alti tra i palestinesi rispetto agli israeliani.
- Le stime però si riferiscono al 2022, un anno primo dell’inizio della guerra nella Striscia, e non smentiscono la carestia a Gaza riconosciuta ad agosto 2025 dall’lPC.
Il 16 novembre 2025 è stato condiviso un post su X secondo cui l’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, avrebbe pubblicato un nuovo rapporto in cui sarebbe riportato che dopo due anni dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza – incominciata il 7 ottobre 2023 dopo l’attacco di Hamas a Israele – «i tassi di obesità» in Palestina dei minori e degli adolescenti tra i 5 anni e 19 anni e degli adulti «sono più alti che in Israele». Questo dimostrerebbe, secondo l’autore del post, «che a Gaza non c’è mai stata una carestia».
È un contenuto presentato in maniera fuorviante, che diffonde una notizia falsa.
Il 22 agosto 2025, l’IPC, il principale osservatorio mondiale sulla fame sostenuto dalle Nazioni Unite, ha ufficialmente riconosciuto la carestia a Gaza. Una crisi legata anche ai bombardamenti israeliani e alle rigide restrizioni imposte dal governo israeliano sull’ingresso di beni essenziali e cibo nella Striscia.
Il mese successivo, a settembre 2025, l’UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, ha pubblicato un rapporto intitolato “Feeding profit: How food environments are failing children” (in italiano “Profitto alimentare: come l’ambiente alimentare sta danneggiando i bambini”) che presenta i dati più recenti sullo stato, le tendenze e le disuguaglianze in materia di sovrappeso e obesità tra bambini e adolescenti in tutto il mondo.
Come si può leggere nelle tabelle con i dati (che sono delle stime) allegate al rapporto le percentuali di minori e adolescenti tra i 5 e 19 anni in sovrappeso e affetti da obesità risultano essere più alte nello «Stato della Palestina» che in Israele (per la Palestina: 14 per cento per l’obesità e 31 per cento per il sovrappeso, mentre per Israele: 9 per cento per l’obesità e 21 per cento per il sovrappeso). Non risultano invece essere presenti dati riguardanti gli adulti.
Nel rapporto l’UNICEF spiega che il sovrappeso e l’obesità tra i minori e gli adolescenti in Medio Oriente e Nord Africa sono collegati a «diete ricche di cibi malsani e ultra-processati» che compromettono la crescita e il loro sviluppo sani a lungo termine. «Durante le crisi, la dieta dei bambini peggiora ulteriormente. Le famiglie di rifugiati e sfollati di solito faticano ad accedere a cibo nutriente e a prezzi accessibili, con negozi, bancarelle di cibo e persino fast-food che introducono un’abbondanza di cibi e bevande ultra-processati nel contesto alimentare locale», afferma l’agenzia dell’ONU. La stessa «industria alimentare ultra-processata sfrutta proprio queste crisi, utilizzando donazioni di prodotti non salutari per promuovere i propri marchi e normalizzare le diete povere nelle comunità vulnerabili», denuncia ancora l’UNICEF.
In ogni caso, come si legge nelle stesse tabelle citate poco sopra, i dati i riferiscono al 2022, cioè un anno prima dell’inizio della guerra a Gaza iniziata il 7 ottobre 2023 con l’attacco di Hamas a Israele. Il periodo temporale preso in considerazione nel report dell’UNICEF è infatti quello tra il 2000 il 2022. Questi dati, quindi, non hanno alcun legame con la situazione a Gaza durante il recente conflitto nella Striscia di Gaza.
Nel comunicato ufficiale con cui l’UNICEF ha presentato il rapporto, la stessa agenzia scrive che il rapporto «arriva in un momento in cui gravi crisi alimentari in alcune parti della regione stanno lasciando i bambini affamati e gravemente denutriti». Tra gli esempi citati c’è proprio quello di Gaza. «Nella Striscia di Gaza, quasi due anni di guerra incessante e severe restrizioni agli aiuti concessi negli ultimi mesi hanno lasciato le famiglie nell’impossibilità di accedere a cibo nutriente sufficiente, con una carestia già confermata nel Governatorato di Gaza, che si prevede si diffonderà ad altre aree nelle prossime settimane», si legge.
Contattato da Facta, l’ufficio stampa dell’UNICEF ha confermato che le stime del report risalgono «al 2022, quindi sono precedenti al conflitto, e sono completamente separate e distinte dalla classificazione IPC di quest’anno».
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