
Sull’ingresso della Bulgaria nell’euro aleggia il fantasma della disinformazione russa
La Bulgaria si avvicina all’euro tra progressi economici, tensioni politiche e una campagna di disinformazione filorussa che mira a ostacolarne l’integrazione europea
L’elenco dei Paesi aderenti all’euro sembra destinato a crescere, con il percorso in fase di completamento di un nuovo Stato membro dell’Unione europea verso la moneta unica. La Bulgaria difatti sta gradualmente concludendo il processo per l’adozione della valuta comune e potrebbe presto divenire il ventunesimo membro dell’unione monetaria. Il Paese ha aderito all’UE nel 2007, ma il termine che aveva previsto per l’adozione dell’euro ha subìto reiterate proroghe.
Per adottare l’euro, un Paese deve soddisfare i parametri stabiliti dai criteri di Maastricht, in particolare quello relativo alla stabilità dei prezzi. Secondo la Banca Centrale europea (BCE) e la Commissione europea, il tasso di inflazione annuo del Paese candidato non deve superare di oltre 1,5 punti percentuali la media dei tre Stati membri dell’UE con i tassi di inflazione più bassi nel periodo di riferimento. Durante la valutazione dell’Unione europea nell’estate del 2024, Francia, Danimarca e Lussemburgo hanno registrato i livelli di inflazione più contenuti, e i dati suggeriscono che l’inflazione della Bulgaria scenderà a un livello compatibile con i requisiti, aprendo così la strada all’adozione dell’euro, prevista per il 2026.
L’avvicinamento della Bulgaria alla moneta unica è stato accolto positivamente dai membri dell’eurozona. Durante un recente incontro con la presidente della BCE Christine Lagarde e Paschal Donohoe, il presidente dell’Eurogruppo – un organo informale composto da ministri degli Stati membri della zona euro che discutono di questioni legate all’euro –, il primo ministro bulgaro Rosen Zhelyazkov ha espresso fiducia nel raggiungimento dell’obiettivo, confermando come gli sforzi del Paese in materia di disciplina fiscale e sostenibilità di bilancio stiano finalmente per dare i loro frutti.
La questione ha un peso notevole per il futuro del Paese, toccando aspetti economici e politici fondamentali nella congiuntura della rinnovata rivalità tra Russia e Occidente. Non a caso, gli esponenti filoeuropei bulgari considerano l’ingresso nell’Eurozona e in Schengen un traguardo strategico, fondamentale per consolidare l’ancoraggio della Bulgaria, lo Stato UE con il più marcato sentimento filorusso, alla sfera occidentale.
È questo uno dei motivi per cui il percorso verso l’Europa non è stato privo di ostacoli. Le forze contrarie all’integrazione euro-atlantica hanno condotto una campagna di disinformazione mirata a esasperare le divisioni interne, sfruttando sensibilità storiche e legami culturali con la Russia. Sebbene Sofia abbia sostenuto le sanzioni contro Mosca, fornito aiuti a Kiev e accolto profughi ucraini, queste scelte sono state costantemente messe in discussione da frange politiche e mediatiche allineate agli interessi del Cremlino.
L’opposizione all’adozione dell’euro tra aspre polemiche politiche e violenti attacchi
Il percorso bulgaro verso l’eurozona ha visto infiammarsi un dibattito sempre più acceso.
🇧🇬 Bulgaria is under attack!
🤬 The EU wants to force the euro on the Bulgarians!
🤝🏻 The @vazrazhdane party is fighting for Bulgaria’s sovereignty. MASS-VOLL! calls for solidarity! Share the video of @kostadinov1979 ! pic.twitter.com/tz5OMDdnyT
— MASS-VOLL! (@mass_voll) April 11, 2025
Tra i principali oppositori, figura il Partito Socialista Bulgaro (BSP) guidato da Atanas Zafirov, erede diretto dell’ex Partito Comunista che governò il Paese durante la Guerra Fredda, quando la Bulgaria era strettamente allineata con l’Unione Sovietica. Il BSP, storicamente contrario agli aiuti militari all’Ucraina, esprime scetticismo sia sull’ingresso nell’eurozona sia sulla chiusura del settore energetico a carbone, nonostante gli impegni bulgari nel Green Deal europeo, l’insieme delle strategie europee per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Contestualmente all’opposizione istituzionale che si esprime attraverso i canali politici consueti, chi invece ha assunto un ruolo preponderante nella diffusione di disinformazione contro l’ingresso del Paese nell’eurozona è stato il partito di estrema destra e ultranazionalista Vazrazhdane (detto anche Revival).
Vazrazhdane, terza forza politica nel parlamento bulgaro con 33 deputati su 240, ha ottenuto un sostegno di poco superiore al 13 per cento alle ultime elezioni parlamentari dell’ottobre 2024. Il partito di opposizione, guidato da Kostadin Kostadinov, esprime da tempo posizioni filorusse e antioccidentali. Per esemplificare la sua prossimità a Putin, una delegazione del gruppo bulgaro, durante una visita a Mosca alla fine dello scorso aprile, ha siglato un accordo di partenariato con il partito di governo russo Yedinaya Rossiya. Vazrazhdane ha comunicato che l’accordo prevede lo scambio di esperienze, idee e pratiche politiche tra le due organizzazioni, rappresentando un significativo avvicinamento tra i due partiti.
Il 22 febbraio 2025, uno dei più violenti eventi di opposizione all’Unione europea e alla NATO in Bulgaria ha visto membri di Vazrazhdane, con il sostegno di qualche migliaio di sostenitori del partito, tentare di irrompere nella sede della rappresentanza dell’Unione europea a Sofia. La protesta era diretta proprio contro i progetti nazionali di adozione dell’euro nel 2026.
I manifestanti hanno lanciato vernice rossa e petardi contro l’edificio, provocando un incendio di fronte a un ingresso. L’intervento dei vigili del fuoco è stato seguito dalla dispersione dei dimostranti da parte dei rinforzi di polizia. Le forze dell’ordine hanno comunicato l’arresto di numerosi manifestanti e il ferimento di dieci agenti. Durante la manifestazione, i partecipanti richiedevano le dimissioni del governo bulgaro, sventolando bandiere nazionali e di partito e intonando slogan quali “No all’euro” e “Sì al lev bulgaro”, la valuta nazionale.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito l’attacco «oltraggioso» tramite un messaggio sui social media, e il governo bulgaro ha condannato la violenza, giudicandola inaccettabile e contraria ai principi dello stato di diritto.
Outrageous scenes in Sofia where our EU office has been vandalised.
In Europe, we exercise the right to demonstrate in a peaceful way. Violence and vandalism are never the answer.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 22, 2025
La disinformazione per allontanare la Bulgaria dall’Unione europea
A metà marzo, due iniziative della Commissione europea hanno scatenato numerose polemiche da parte dei partiti di opposizione del Paese e sono finite al centro di una campagna di disinformazione del partito Vazrazhdane.
La prima riguarda la strategia, comunicata a marzo 2025, per un’unione del risparmio e degli investimenti, concepita per stimolare i capitali privati attraverso fondi paneuropei e semplificare gli investimenti cittadini in settori chiave come ambiente, digitale e difesa.
Secondo i dati UE, in Europa circa 10.000 miliardi di euro rimangono inattivi sui conti correnti. Con il progetto “unione del risparmio e degli investimenti” Bruxelles intende incoraggiare i cittadini a investire parte di questi fondi nei mercati finanziari, agevolando al tempo stesso l’accesso al credito per le piccole e medie imprese (quelle con meno di 250 dipendenti) a livello europeo.
La proposta, però, è stata trasformata in una forma di esproprio. La falsa narrazione ha trovato risonanza nelle dichiarazioni dell’eurodeputata Rada Laykova di Vazrazhdane, che in un video TikTok diventato virale in Bulgaria ha affermato senza alcun fondamento che «la Commissione europea imporrà una scadenza per spendere i propri risparmi, dopo la quale li ruberà alla popolazione».
@rada.laykova ❓Какво се крие за “модерното” звучене – дигитално евро? #Възраждане #EuropeanParliament #ESN #euro #измама #капан #контрол ♬ original sound – Рада Лайкова
Contrariamente alle false narrazioni circolanti sui social media, il sistema giuridico europeo offre protezioni multiple ai risparmiatori. La Carta dei diritti fondamentali dell’UE, i Trattati europei e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo stabiliscono con chiarezza l’inviolabilità dei beni privati. Nessuna istituzione europea può appropriarsi arbitrariamente dei risparmi dei cittadini, che mantengono sempre la piena libertà di gestire i propri fondi secondo le preferenze personali.
Your Property Is NOT Safe in the EU! 🚨 The Shocking Truth About Frozen Russian assetshttps://t.co/54QzVJTJYL
— Rada Laykova (@RadaLaykova) March 15, 2025
La campagna di disinformazione ha preso poi ulteriore slancio con l’annuncio della Commissione europea sulla mobilitazione di 800 miliardi di euro destinati al riarmo europeo. In un’intervista ospitata dal noto commentatore filo-russo bulgaro Martin Karbovski sul suo canale YouTube, che ha ottenuto quasi 10mila visualizzazioni, le dichiarazioni di Laykova hanno avuto una diffusione significativa. Una versione abbreviata dell’intervista ha inoltre superato 1,8 milioni di visualizzazioni sulla sua pagina Facebook, venendo ampiamente condivisa anche al di fuori dei canali ufficiali di Karbovski. Durante l’intervista, Laykova ha insinuato che i risparmi privati e i fondi pensione dei cittadini potrebbero essere dirottati verso progetti militari.
Le reti filorusse nella disinformazione in Bulgaria
Rada Laykova e il suo partito Revival non agiscono in solitaria. Una vasta rete di canali Telegram, account social filo-russi e media allineati al Cremlino diffonde attivamente disinformazione sulle politiche europee e occidentali.
Un esempio lampante è proprio la falsa narrazione secondo cui l’UE utilizzerebbe i risparmi dei cittadini, a loro insaputa, per finanziare la difesa. Questa tesi infondata, ampiamente diffusa su X, è stata ad esempio rilanciata da un articolo del 5 marzo 2025 dalla Tass, l’agenzia di stampa russa di proprietà statale
Un altro esempio degno di nota è rappresentato da Pravda.it che, secondo diverse analisi indipendenti, appartiene a una rete «strutturata e coordinata» di 193 siti che diffondono propaganda russa in Europa e negli Stati Uniti. Questa rete è stata identificata come uno degli attori principali nella diffusione di disinformazione in Bulgaria.
Un’analisi pubblicata il 14 aprile dal Centro bulgaro per l’informazione, la democrazia e la cittadinanza (Cidc) in collaborazione con Sensika Technologies, una società di software con sede a Sofia specializzata nel monitoraggio e nell’analisi dei media, ha rivelato che Pravda.it concentra i suoi attacchi principalmente sui Paesi dell’Europa centrale, dei Balcani e dell’ex Unione Sovietica. Lo studio, che ha esaminato 643.601 pubblicazioni in 45 Paesi tra dicembre 2024 e marzo 2025, ha evidenziato che la Bulgaria rientra tra i primi dieci Paesi più colpiti da questa campagna.
La strategia adottata combina media statali russi ufficiali con influencer e blog locali, creando un ecosistema ibrido di propaganda. Secondo il rapporto, queste regioni risultano di particolare interesse geopolitico per il Cremlino, e gli sforzi di disinformazione potrebbero minacciare i processi democratici, la coesione sociale e la stabilità regionale. I siti analizzati operavano in modo completamente automatizzato, ripubblicando contenuti provenienti da fonti russe, social media e canali Telegram senza alcuna elaborazione originale. Per aggirare le sanzioni e raggiungere il pubblico locale, i contenuti vengono opportunamente tradotti nella lingua del Paese target.
«Gli sforzi della Russia per diffondere disinformazione sulla campagna dell’eurozona in Bulgaria sono altamente coordinati e si basano su un vasto e ben finanziato ecosistema che fonde i media statali russi ufficiali con una rete di attori non ufficiali, ovvero siti web, blog e influencer in Bulgaria», ha detto a Euronews Svetoslav Malinov, analista del Cidc.
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