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Molte donne non si sentono più al sicuro su Vinted

La piattaforma di second-hand sta affrontando accuse di molestie e abusi che, per ora, non sembra prendere davvero sul serio

12 novembre 2025
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Era agosto 2025 quando Mina Camira, una ragazza tedesca di 22 anni, aveva denunciato pubblicamente di aver trovato alcune sue foto – inizialmente scattate per vendere vestiti di seconda mano tramite il suo profilo Vinted – su siti web che pubblicano materiale pornografico. Oltre al furto delle immagini, Mina ha raccontato di aver ricevuto anche messaggi molesti nelle chat private sulla stessa app.

Vinted è una piattaforma online che permette agli utenti di acquistare, vendere e scambiare articoli di seconda mano. Fondata nel 2008, l’azienda lituana è diventata una delle piattaforme di maggior successo nel suo genere in Europa. Per contattare altri utenti è possibile inviare messaggi attraverso chat private, il cui scopo dovrebbe essere solo quello di scambiare informazioni sul prodotto e sulle vendite. Eppure sembra non essere così per tutti. 

Dopo che Camira aveva denunciato la sua esperienza in un video pubblicato sui social network, altre donne l’hanno contattata raccontando di essere state vittime di violenza, furto d’immagine o messaggi indesiderati sulla stessa piattaforma. Così il 22 ottobre 2025 la ragazza tedesca ha lanciato una petizione intitolata “Le nostre foto Vinted non sono pornografiche. Proteggiamoci da abusi e molestie, subito!!” in cui chiede al CEO dell’azienda, Thomas Plantenga, di intervenire implementando il sistema di protezione degli utenti e di «prendere finalmente sul serio la voce di noi, le vittime, e di adottare misure adeguate contro i colpevoli». 

Quella di Mina Camira, però, non è affatto una storia nuova. La piattaforma di second-hand ha alle spalle una lunga lista di casi simili che, per ora, non sembra prendere davvero sul serio adottando soluzioni o misure per evitare le molestie e la diffusione non consensuale delle foto caricate dagli e dalle utenti. 

Dalla vendita di abiti usati a Telegram e siti che diffondono materiale pornografico

Nel video in cui denuncia le molestie, Camira racconta di aver ricevuto messaggi come «È possibile comprare anche te?» Oppure: «Ciao, vorrei comprare questo capo d’abbigliamento, ma prima vorrei che tu lo provassi senza biancheria intima». Altri utenti le hanno chiesto foto più intime in cambio di denaro e altri si sono spinti ancora oltre. La ragazza, infatti, ha spiegato alla testata tedesca Spiegel di aver trovato alcune sue foto con indosso i vestiti da vendere su Vinted caricate su siti che diffondono materiale pornografico, in cui viene presentata come una «celebrità nuda di Only Fans». In realtà Camira non ha alcun profilo sulla nota piattaforma di intrattenimento per adulti e le foto non mostrano il suo corpo nudo. Ma la ragazza tedesca è, purtroppo, solo una delle tante utenti che hanno subito molestie sulla piattaforma online. 

Mentre Vinted conta ogni giorno milioni di interazioni tra i suoi 75 milioni di utenti nel mondo, esiste anche un lato meno visibile della piattaforma: alcune persone sono sempre più esposte a molestie sessuali e persino al rischio di diffusione non consensuale delle proprie immagini.

Nell’aprile 2025 Tagesschau, uno dei principali notiziari tedeschi, ha condotto un’inchiesta in collaborazione con NDR, WDR e Süddeutsche Zeitung, che ha rivelato l’esistenza di diversi gruppi e canali Telegram in cui gli utenti condividevano e commentavano, spesso con toni sessualizzanti, le foto delle inserzioni pubblicate su Vinted da diverse donne, a loro insaputa e senza il loro consenso. 

Le giornaliste hanno monitorato per settimane il canale pubblico “Girls of Vinted” (in italiano “Ragazze su Vinted”), registrando una crescita da 1.600 utenti a 2 mila utenti in poche settimane, prevalentemente uomini. Quasi tutti i profili Vinted condivisi nel canale appartenevano a donne provenienti da Germania, Francia e Italia.

L’amministratore del canale si identificava come “Sara”, una ragazza di 29 anni di Milano, e tra giugno 2024 e aprile 2025, il momento in cui è stata pubblicata l’inchiesta, aveva condiviso quasi ogni giorno foto e link a profili di utenti di Vinted. Le immagini mostravano soprattutto outfit che lasciavano scoperte parti del corpo come crop top, abiti aderenti e pantaloncini corti, e la raccolta superava le mille foto. Nel canale comparivano anche link ad altri gruppi simili, dove circolavano le stesse immagini. Una condivisione totalmente non consensuale che faceva sentire i partecipanti del gruppo autorizzati a contattare le donne ritratte nelle foto condivise, talvolta inviando messaggi esplicitamente sessuali. Alcune delle donne le cui foto sono state condivise su “Girls of Vinted” hanno spiegato a Tagesschau che improvvisamente hanno cominciato a ricevere molti più messaggi spiacevoli sulla piattaforma e questo è successo dopo che le loro foto erano circolate su Telegram. 

Il canale è stato cancellato dopo la pubblicazione dell’inchiesta giornalistica, ma questo non risolve il problema di fondo: la condivisione non consensuale di foto prese da Vinted è diffusa anche su altre piattaforme e le molestie alle utenti non si sono fermate. 

Qualche mese prima, nell’ottobre 2024, anche l’emittente televisiva britannica Channel 4 aveva pubblicato rivelazioni simili in un’inchiesta in cui svelava l’esistenza di una pagina Reddit, chiamata “Vinted Sluts”, in cui venivano condivise foto di donne pubblicate su Vinted. Nel documentario, la giornalista Ellie Flynn mostra come molte immagini ritraggano donne che vendono bikini o abiti estivi aderenti, ma anche ragazze in abiti comuni di tutti i giorni. In entrambi i casi, però, le foto vengono riutilizzate in modo apertamente sessualizzato e per scopi del tutto diversi da quelli per cui erano state pubblicate. Anche questa pagina è stata cancellata dopo la pubblicazione del servizio giornalistico. 

Un altro caso simile riguarda “Phica.net”, un sito web con oltre 700 mila iscritti, dove venivano pubblicate fotografie di donne prese da Instagram, insieme a video e immagini rubate a fidanzate, mogli, parenti o conoscenti. A queste foto seguivano commenti sessualizzati, offensivi e degradanti, con contenuti che incitavano alla violenza sessuale e che invitavano gli utenti a compiere atti sessuali guardando immagini di donne, note o sconosciute. Dopo che decine di donne hanno scoperto che le loro foto erano state pubblicate sulla piattaforma senza il loro consenso e hanno denunciato l’accaduto, il sito è stato messo sotto sequestro e si trova sotto indagine per condivisione non consensuale di materiale intimo e violenza tramite immagini. Nel forum era stata creata una sezione specifica dedicata a Vinted. Qui gli utenti si registravano con profili falsi, fingendo di voler acquistare dei capi per farsi inviare foto di ragazze in costume o in abiti aderenti, che poi venivano caricate sulla piattaforma.

Cosa sta facendo Vinted per diventare un posto sicuro?

Dopo che l’inchiesta condotta da Tagesschau insieme a NDR, WDR e Süddeutsche Zeitung, Vinted ha affermato di adottare una politica di “tolleranza zero” verso messaggi sessualmente espliciti non richiesti sulla piattaforma e di rimuovere questi contenuti appena vengono segnalati. Nel suo centro assistenza gli utenti possono inoltre denunciare comportamenti e materiali considerati inappropriati. Questa opzione è stata utilizzata da due delle donne che hanno raccontato la propria storia ai media tedeschi che hanno raccontato che Vinted ha effettivamente chiuso gli account responsabili nell’arco di una settimana. Tuttavia, poco dopo, hanno iniziato a ricevere nuovi messaggi offensivi da altri profili.

Come ha spiegato a Facta via e-mail l’ufficio stampa della piattaforma, Vinted, nei suoi Standard della Community, consiglia attivamente ai membri di «non condividere foto in cui sia visibile il volto e di non divulgare informazioni personali, come nomi, indirizzi o dati bancari, nei messaggi privati» e nel suo Centro Assistenza offre diversi consigli sulla privacy e sulle pratiche sicure da seguire quando si fotografano gli oggetti.

Eppure, nella petizione promossa da Mina Camira, la ragazza tedesca vittima di molestie chiede a Vinted di intervenire e migliorare il sistema di tutela delle utenti che sono vittime di molestie o furto delle immagini. E insieme a lei, molte persone pensano che, proprio alla luce di quanto emerso di recente, l’app dovrebbe pensare ad accorgimenti più efficaci e implementare politiche che proteggano di più le utenti.

Secondo Camira le regole della piattaforma sono in realtà parte del problema, in quanto molte persone usano pseudonimi, creare nuovi account è davvero semplice e questo «riduce la barriera delle molestie», ha chiarito nella sua intervista al media tedesco Spiegel

Un’altra petizione, pubblicata sulla piattaforma Change.org, esorta Vinted ad assumersi la responsabilità e ad attuare misure concrete per proteggere la propria comunità. Secondo chi ha pubblicato l’istanza, che al momento in cui scriviamo ha raccolto più di 19 mila firme, un primo passo sarebbe quello di «introdurre un blocco degli screenshot per le immagini sulla piattaforma». Si tratterebbe di una misura che potrebbe ostacolare la diffusione delle immagini caricate dalle utenti che vendono i loro capi usati, contribuendo alla protezione contro l’uso improprio e senza consenso. Esistono già app che non permettono di catturare lo schermo, ad esempio Netflix, che nel 2022 ha bloccato gli screenshot del player video per proteggere il copyright. 

Per ora, però, Vinted è consapevole «delle sfide che le piattaforme online affrontano nel gestire comportamenti inappropriati», come ha dichiarato in maniera generica a Facta, aggiungendo di prendere molto sul serio le esperienze negative dei suoi membri e promettendo, infine, di continuare a «revisionare ed evolvere» i suoi sistemi per «prevenire incidenti e reagire prontamente ogni volta che si presentano problemi».

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