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Storm-1516, l’operazione di disinformazione filorussa che minaccia il dibattito pubblico

Un nuovo report ricostruisce gli obiettivi, il modus operandi e gli attori di questa rete che sta dietro alle bufale più virali contro l’Ucraina

12 maggio 2025
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Da oltre un anno e mezzo l’operazione di disinformazione filorussa “Storm-1516” diffonde in Rete notizie false per attaccare l’Ucraina e i suoi alleati, screditare gli oppositori politici di Vladimir Putin e cercare di minare il processo elettorale nei Paesi ritenuti “nemici” dal Cremlino. 

Identificata per la prima volta nel dicembre 2023 dal Media Forensics Hub dell’università di Clemson nella Carolina del Sud, team interdisciplinare di ricercatori che studia e contrasta la disinformazione online, e successivamente denominata “Storm-1516” dal Threat Analysis Center di Microsoft, centro analisi dell’azienda informatica statunitense sulle minacce informatiche, questa rete è tra i responsabili delle bufale più virali in diversi continenti contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la sua famiglia e importanti esponenti politici progressisti in Europa e negli Stati Uniti. Storie inventate e ingannevoli che hanno raggiunto milioni di visualizzazioni sui social media in diversi Paesi, influenzando in alcuni casi il dibattito pubblico perché riprese, inconsapevolmente o opportunisticamente, anche da esponenti politici occidentali, in particolare di partiti estrema destra.

A Facta abbiamo più volte smascherato queste notizie false e raccontato dell’esistenza di questa rete disinformativa. Ora però un report uscito lo scorso 6 maggio prodotto da Viginum – servizio pubblico francese di vigilanza e protezione contro le interferenze digitali straniere, formato da un collettivo di specialisti – descrive in dettaglio il funzionamento di Storm-1516: gli obiettivi, il suo complesso modus operandi e gli attori coinvolti. Un’operazione di disinformazione che, alla luce di quanto emerso finora, può essere considerata a tutti gli effetti una vera e propria minaccia significativa per il dibattito pubblico digitale europeo, avvertono gli analisti francesi.  

Gli obiettivi

Il principale obiettivo di Storm-1516 è quello di screditare il governo ucraino agli occhi dell’opinione pubblica occidentale e minare il sostegno pubblico europeo all’assistenza militare ed economica fornita all’Ucraina per contrastare l’invasione russa del Paese, si legge nel lavoro di analisi di Viginum.

Per raggiungere questo scopo sono state fatte circolare in Rete e sui social media svariate narrazioni false contro l’Ucraina, diffuse e rilanciate in più lingue. Ad esempio, ricostruisce Viginum, è stata diffusa la notizia infondata che il governo ucraino sosterrebbe il terrorismo reclutando membri dello Stato Islamico per combattere in Ucraina, o organizzando addestramenti congiunti tra membri del gruppo estremiste palestinese Hamas e del battaglione ucraino Azov. 

Ovviamente molte di queste notizie inventate hanno preso di mira il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, accusandolo alternativamente di essere un neonazista – utilizzando la propaganda del Cremlino che dipinge i politici al governo in Ucraina come sostenitori dell’ideologia nazista –, un tossicodipendente, un omosessuale, di criticare privatamente i leader dei principali Paesi che forniscono aiuti all’Ucraina o di essersi arricchito con gli aiuti finanziari occidentali tanto da permettersi di acquistare in giro per il mondo ville, yacht e hotel. Una di queste – quella sui due yacht milionari acquistati da Zelensky – è stata rilanciata all’epoca da due senatori repubblicani statunitensi: la deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene – che in passato ha aderito a svariate teorie del complotto – e J. D. Vance (ora vice presidente degli Stati Uniti). Sempre in quel periodo, proprio Vance aveva fatto parte di quei parlamentari repubblicani che il 6 dicembre del 2023 votarono contro un pacchetto di aiuti all’Ucraina deciso dall’amministrazione Biden.

Non sono state risparmiate le persone dell’entourage del presidente ucraino e la sua famiglia. Olena Zelenska, moglie di Zelensky, è stata falsamente accusata da questa rete disinformativa di aver acquistato gioielli e auto lussuose con gli aiuti finanziari arrivati in Ucraina e di traffico di bambini ucraini con la sua fondazione, istituita a settembre 2022, con la missione principale di aiutare le persone colpite dalla guerra in Ucraina. Tutte notizie false di cui ci siamo occupati anche noi di Facta, perché arrivate in italiano sui social media.  

Al contempo sono stati attaccati anche politici, personalità e governi occidentali, soprattutto durante i periodi elettorali. In vista delle presidenziali statunitensi del 2024, vinte da Donald Trump contro Kamala Harris, questa rete disinformativa ha fatto circolare online svariate teorie del complotto e notizie false per screditare il processo elettorale e importanti figure di spicco del partito democratico, come Barack Obama. In un falso audio creato con l’intelligenza artificiale si sentiva l’ex presidente degli Stati Uniti affermare che dietro il tentato assassinio di Trump verificatosi sabato 13 luglio 2024, durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, ci fosse il partito democratico statunitense. 

In un altro caso la candidata democratica Kamala Harris alla presidenza e il candidato alla vicepresidenza Timothy Waltz sono stati accusati rispettivamente di aver causato gravi incidenti stradali per poi fuggire e di aver commesso violenza sessuale. Storm-1516 ha anche promosso messaggi pro Trump, diffondendo ad esempio la falsa testimonianza di una donna afroamericana, presunta sua sostenitrice, che ringraziava il candidato repubblicano per il suo sostegno finanziario (mai dato) al Dana-Farber Cancer Institute di Boston.

Storm-1516 non ha risparmiato neanche l’Europa, concentrando le sue forze nel produrre disinformazione virale su temi divisivi o ansiogeni legati all’immigrazione e al terrorismo, in particolare in vista di eventi importanti, come le Olimpiadi di Parigi della scorsa estate e le elezioni del Parlamento europeo di giugno 2024, quelle parlamentari anticipate francesi del luglio 2024 e le elezioni federali tedesche del febbraio 2025. In particolare, sono state individuate almeno 20 operazioni il cui scopo è stato quello di denigrare un candidato alle elezioni nazionali, sostenere candidati e partiti favorevoli agli interessi del governo russo e al suo posizionamento “anti-sistema”, o mettere in discussione le condizioni e l’integrità del voto, specifica il report di Viginum.

Ad esempio, come ricostruito da una recente inchiesta giornalistica dei fact-checker tedeschi Correctiv (ripresa su Facta), Storm-1516 era dietro un’operazione di disinformazione che ha creato –  anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale – più di 100 siti web fittizi in lingua tedesca per diffondere notizie false e infondate e screditare diversi politici tedeschi. Questi falsi siti, che si presentavano come delle vere e proprie testate giornalistiche, sono stati utilizzati per diffondere informazioni del tutto infondate come ad esempio la falsa storia secondo cui il candidato del partito dei Verdi Robert Habeck avrebbe abusato una giovane donna anni fa. Marcus Faber, capo della commissione parlamentare di difesa della Germania e strenuo sostenitore dell’Ucraina, è stato accusato invece di essere in realtà un agente segreto russo. In questo caso la falsa notizia è stata diffusa con un video deepfake che ricreava digitalmente l’immagine di un ex consigliere per la politica di difesa presso l’ufficio del deputato che sembrava fare la rivelazione davanti una telecamera. Questi contenuti disinformativi erano stati poi spinti e condivisi sui social media da svariati influencer filorussi attivi in Germania.

Storm-1516 è stata utilizzata anche per denigrare l’opposizione politica russa. Ad esempio a febbraio dello scorso anno è stata diffusa la falsa notizia che Yulia Navalnaya, moglie di Alexei Navalny, l’oppositore politico più noto di Putin morto il 16 febbraio 2024 in un carcere di massima sicurezza in Siberia, avrebbe avuto relazioni extraconiugali con uomini potenti e giornalisti per ottenere «supporto materiale e informativo» per la FBK, la fondazione anti-corruzione fondata nel 2011 da suo marito. 

I ricercatori affermano che tutto questo «dimostra la reattività di Storm-1516 e la sua capacità di adattare le proprie narrazioni a diversi contesti politici». 

Come funziona 

«La rete disinformativa utilizza un’ampia gamma di contenuti per diffondere le loro false narrazioni, tra cui montaggi di foto e video, fake news, video e audio molto probabilmente generati utilizzando strumenti di intelligenza artificiale (IA) generativa e video in cui vengono coinvolti attori dilettanti. Questi contenuti includono testi e voci in francese, inglese, ucraino, tedesco, spagnolo e arabo», spiega Viginum.

Lo scorso ottobre il Washington Post, basandosi su oltre 150 pagine di documenti di un servizio di intelligence europeo, ha rivelato che il servizio di intelligence militare russo (GRU) aveva aiutato uno degli operatori legati a Storm 1516 a ottenere strumenti di intelligenza artificiale utilizzati per generare testi, foto e video. Diversi contenuti diffusi da questa operazione di disinformazione sono stati generati infatti proprio con questi strumenti.

Per dare credibilità alle loro narrazioni, Storm-1516 utilizza anche tecniche di editing video e fotografico per contraffare loghi mediatici, manifesti cinematografici, registri pubblici, documenti governativi, fatture, articoli di stampa e screenshot dei social media. «Questi metodi sono stati utilizzati principalmente per cercare di dimostrare l’esistenza di spese e transazioni finanziarie compromettenti, basandosi potenzialmente su foto di documenti originali ottenute online», si legge nel report.

Ad esempio, nel luglio 2024, è diventata virale la notizia falsa secondo cui Olena Zelenska, moglie di Zelensky, durante un suo viaggio in Francia avrebbe acquistato per 4,5 milioni di dollari una supercar Bugatti. Come prova era stata fornita una fattura dell’acquisto. In realtà si trattava di un documento contraffatto, come confermato all’epoca dalla stessa casa automobilistica francese.

Per rendere poi le false notizie più credibili sono stati coinvolti anche veri e propri attori dilettanti. Viginum «stima che per oltre la metà delle operazioni analizzate e attribuite a Storm-1516, siano stati reclutati individui per registrare voci fuori campo, impersonificare presunti informatori o partecipare a eventi organizzati. Sebbene spesso appaiano travestiti e in video di scarsa qualità, diversi fattori suggeriscono che gli attori sono stati reclutati sia in Russia che all’estero». 

A ottobre 2023 in un video virale sui social media una donna che si identificava una dipendente di Cartier in una gioielleria a New York aveva affermato che Olena Zelenska aveva acquistato merce per un valore di oltre 1 milione di dollari. La storia era completamente inventata e, come ricostruito da diversi siti di fact-checker, la donna ripresa nel video non viveva negli Stati Uniti, non aveva mai lavorato per Cartier, ma risiedeva in Russia.

Inoltre, chi gestisce questa rete di disinformazione sembra aver prestato particolare attenzione alla selezione di questi attori, adattandone il linguaggio o l’aspetto fisico in base alle differenti narrazioni.   «Ad esempio, il video che accusava l’Ucraina di reclutare combattenti dello Stato Islamico includeva una voce fuori campo registrata da un individuo di lingua araba, mentre quello che accusava il presidente Zelensky di aver acquistato cocaina in Argentina coinvolgeva un narratore di lingua spagnola», precisa il report.

Le tecniche di diffusione

Viginum ha individuato tre diverse tecniche utilizzate da Storm-1516 per diffondere e puntare a viralizzare i contenuti prodotti. 

La prima di queste tecniche, la più utilizzata, prevede l’utilizzo di account “usa e getta”, cioè profili anonimi creati appositamente per queste operazioni di disinformazione. Gli analisti specificano che nonostante indagini giornalistiche abbiano smascherato la falsità di questi account, pochi di questi sono stati poi sospesi dalle piattaforme social. 

Nel tempo, gli operatori di Storm-1516 hanno cercato di rendere più credibili questi falsi account attivandoli e facendogli condividere articoli o post legittimi prima dell’inizio dell’operazione di disinformazione.

Gli analisti citano il caso della notizia falsa secondo cui Zelensky e George Soros, imprenditore e filantropo da tempo al centro di svariate teorie del complotto, stessero pianificando di seppellire rifiuti tossici in Ucraina. Questa storia infondata si basava su un account YouTube e su un account X appartenente a un certo «Jules Vincent», che si presentava come un “giornalista freelance” francofono specializzato in questioni ambientali. «L’account X collegato a questo falso informatore, creato nel settembre 2018, ha iniziato a condividere e pubblicare contenuti su temi ambientali a partire dal 15 novembre 2023, talvolta in un francese approssimativo. Quando il video contenente la notizia falsa è stato pubblicato su YouTube il 27 novembre, mostrava un link all’account X di “Jules Vincent”, che ha poi condiviso il video. L’account X ha continuato a condividere pubblicazioni su temi ambientali fino all’inizio di dicembre, quando è stato gradualmente abbandonato», hanno ricostruiti gli analisti dell’organizzazione francese. 

Una modalità ingannevole che, come avevamo analizzato nel dettaglio in questo approfondimento riportando altri svariati esempi in cui erano stati utilizzati falsi whistleblower o presunti testimoni diretti, aiuta a conferire alle false storie raccontate una certa genuinità, utile a farle percepire come slegate da interessi di parte che l’opinione pubblica generalmente collega a gruppi politici o ai cosiddetti media mainstream.  

La seconda tecnica, utilizzata in misura crescente da marzo 2024, prevede invece l’utilizzo di account di social media e di siti di notizie di terze parti. 

In particolare, si legge nel report, «le false narrazioni sono state inizialmente pubblicate su account di social media (X, Telegram e Rumble) collegati a media e influencer filo-russi, anche di lingua francese. Ad esempio, il video che accusa falsamente Leonid Volkov [ndr, politico e attivista russo che ha collaborato con Navalny, aggredito brutalmente da due uomini lo scorso anno in Lituania dove vive in esilio] di aver venduto rifugiati ucraini a reti di prostituzione in Europa è stato inizialmente trasmesso dall’account X di Adrien Bocquet, un ex militare francese esiliato in Russia». Lo scorso aprile Bocquet ha diffuso false accuse per incolpare l’esercito ucraino della strage di civili a Bucha, avvenuta invece durante l’occupazione russa della città ucraina.

Gli operatori di Storm-1516 puntano principalmente a personalità social o emittenti che sposano politicamente il messaggio dei contenuti creati. In base alle analisi di Viginum è quindi emerso che la rete si è avvalsa di influencer americani pro-MAGA in vista delle elezioni presidenziali statunitensi, e di account di lingua tedesca per colpire le elezioni parlamentari tedesche. In quest’ultimo caso, ad esempio, ad aver condiviso per primi le notizie false create da questa rete sono stati account tedeschi noti per condividere disinformazione e propaganda filorussa come Michael Wittwer, ex candidato del partito estremista di destra Pro Chemnitz, l’attivista filo-russa Jovica Jović e Alina Lipp, un’influencer filo-russa che gestisce un canale da Telegram di oltre 180mila iscritti.

Secondo Viginum, è probabile che gli individui e i media coinvolti siano stati pagati da Storm-1516. A novembre 2024, specifica il report, «l’amministratore dell’account X che inizialmente aveva trasmesso il video in cui si sosteneva che gli haitiani votassero illegalmente negli Stati Uniti ha ammesso di essere stato pagato 100 dollari per la pubblicazione del contenuto dal propagandista russo Simeon Boykov, direttamente coinvolto nelle operazioni di Storm-1516». 

L’ultima tecnica adoperata è la diffusione account di social media o siti appartenenti alla rete “CopyCop”, amministrata da John Mark Dougan. L’uomo è un ex marine statunitense che dal 2016 vive in Russia per sfuggire a un’indagine dell’FBI nei suoi confronti e da dove diffonde false notizie sulla guerra in Ucraina per screditare agli occhi dell’opinione pubblica internazionale il governo e l’esercito ucraino tramite una serie di falsi siti di notizie, come ad esempio DC Weekly, Chicago Chronicle e Atlanta Observer.

Nel report si legge che sono stati utilizzati principalmente siti web di fake news di CopyCop, rivolti al pubblico francese, americano e, più recentemente, tedesco: «Questi siti, che si stima siano più di 290 in totale, sono alimentati principalmente da articoli di stampa riformulati utilizzando strumenti di intelligenza artificiale generativa e alcuni utilizzano i nomi di ex giornali locali per conferirne credibilità». 

Chi c’è dietro 

In base a dati di intelligence open source, le indagini condotte da Viginum hanno confermato il coinvolgimento di individui e organizzazioni vicine al governo russo. 

Tra i nomi citati compaiono per l’appunto John Mark Dougan che, secondo gli analisti, è responsabile della registrazione e della gestione dell’infrastruttura di “CopyCop” e potrebbe anche essere coinvolto nella produzione delle narrazioni e dei contenuti utilizzati per le operazioni di Storm-1516. 

L’analisi delle operazioni  di questa rete disinformativa hanno riscontrato inoltre che vengono quasi sistematicamente amplificate da influencer legati a organizzazioni della galassia di Evgenij Prigozhin, politico ed ex comandante della compagnia militare privata Wagner morto nel 2023 in Russia nello schianto del suo aereo alcuni mesi dopo aver guidato una breve rivolta contro il Cremlino, dopo essere stato per anni stretto alleato di Putin. Prigozhin è stato legato all’Internet Research Agency (IRA), azienda russa fondata nel 2013 impegnata in operazioni di propaganda online per conto di aziende russe e per gli interessi politici del Cremlino. Nel 2016, ad esempio, l’Ira aveva creato e diffuso una campagna disinformativa con l’obiettivo di danneggiare la campagna presidenziale di Hillary Clinton e sostenere Donald Trump, secondo le indagini della Commissione Intelligence del Senato americano sulle elezioni statunitensi di quell’anno. 

I profili più attivi sono risultati appartenere infatti a una cerchia ristretta di influencer americani, tedeschi, finlandesi e olandesi che diffondono false notizie a un pubblico filo-russo in diverse lingue, legata alla Russian Foundation to Battle Injustice (R-FBI), una fondazione creata da Prigozhin nel 2021 per documentare le presunte “violazioni dei diritti umani” nei Paesi occidentali, e all’”Associazione dei giornalisti BRICS” (BJA), che dipende sempre dalla R-FBI. «Entrambe le organizzazioni sarebbero gestite da Oksana Vovk, una cittadina russa che è stata incarcerata per due anni negli Stati Uniti per riciclaggio di denaro e che ora agisce con il nome di Mira Terada», specifica il report. Come scrivevamo lo scorso novembre su Facta, una recente inchiesta del sito The Daily Beast ha rivelato infatti che Mira Terada sta seguendo le orme di Prigozhin, muovendo le fila di una vasta operazione di disinformazione e influenza russa in Occidente, con legami con l’intelligence del Cremlino. Con Mirada ha collaborato anche lo stesso John Mark Dougan in più occasioni.

Infine, risultano essere coinvolti anche individui e organizzazioni russe collegate ad Alexander Dugin, ideologo imperialista russo di estrema destra vicino politicamente al presidente russo Putin e sanzionato dall’Unione europea a ottobre 2022 per aver sostenuto politiche e attuato azioni che hanno minacciato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. Infatti, Viginum ha osservato la partecipazione alle operazioni di Storm-1516 di individui stranieri vicini alla galassia di Dugin, come Raphael Machado e Lucas Leiroz, rispettivamente presidente e membro dell’organizzazione brasiliana di estrema destra Nova Resistência, vicina al filosofo russo

La rete di Storm-1516, conclude poi il rapporto, sarebbe potenzialmente coordinata da un servizio di intelligence russo. Secondo i documenti di un servizio di intelligence europea ottenuti dal Washington Post e citati in precedenza, il russo Yury Khoroshenky avrebbe finanziato e coordinato le operazioni di Storm-1516 sin dal suo inizio. 

In base a quanto ricostruito sempre dal quotidiano americano, Khoroshenky sarebbe in realtà un ufficiale dell’Unità 29155 dei servizi segreti militari russi (GRU). «Questa unità di “azione diretta” è stata pubblicamente e storicamente collegata a operazioni di sabotaggio, tentativi di assassinio, distribuzione di taglie per la morte di soldati NATO in Afghanistan, tentativi di colpo di Stato in Europa, operazioni di spionaggio, sabotaggio digitale», specifica il rapporto di Viginum. L’organizzazione francese afferma di non essere in grado di confermare il coinvolgimento diretto di Khoroshenky o dell’Unità 29155 del GRU nella gestione di Storm-1516. Tuttavia, ulteriori indagini condotte sempre dal servizio francese, hanno evidenziato stretti legami tra l’uomo in questione e gli ecosistemi sopra menzionati.

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