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Come l’emittente Russia Today elude le sanzioni e diffonde propaganda pro-Cremlino in Italia

Una rete di siti, account social e attivisti italiani permette ai media russi sanzionati di continuare a diffondere contenuti propagandistici nel Paese

19 maggio 2025
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Questo articolo è stato originariamente pubblicato il 13 maggio 2025 dall’Insistute for Strategic Dialogue (ISD) 

Dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, l’Unione europea ha limitato al suo interno l’accesso all’emittente RT (ex Russia Today), finanziata dal Cremlino. Tuttavia, ISD ha dimostrato che RT e altre emittenti russe sanzionate hanno attivamente aggirato queste restrizioni per anni attraverso reti di siti proxy e canali spin-off rivolti ai Paesi europei. ISD ha scoperto che le operazioni pro-Cremlino in Italia combinano sempre più spesso componenti online e offline, massimizzando la loro portata e violando di fatto le sanzioni dell’UE sulla “trasmissione o distribuzione con qualsiasi mezzo” dei contenuti di RT.

I ricercatori hanno trovato account pro-Cremlino che promuovono film e manifesti di propaganda filorussa in tutta Italia. Questi account fanno parte di una rete che comprende “giornalisti indipendenti” italiani che fanno reportage dall’Ucraina occupata dalla Russia, ex gruppi locali anti-lockdown e funzionari sia italiani sia russi. Online, i contenuti di questa rete hanno raggiunto quasi due milioni di utenti nel periodo di 60 giorni compreso tra il 1° gennaio e il 1° marzo 2025.

Introduzione

Una ricerca dell’Institute for Strategic Dialogue (ISD) ha rilevato che i contenuti online di RT,  nonostante le sanzioni, continuano a raggiungere gli Stati membri dell’UE, compresa l’Italia. Questa indagine rivela come l’elusione delle sanzioni si estenda allo spazio offline attraverso una serie di proiezioni di documentari sponsorizzati da RT che hanno luogo in tutta Italia. Sebbene siano presentate come giornalismo indipendente, queste proiezioni sono un’estensione dell’influenza mediatica russa, e mirano a promuovere false narrazioni sulla guerra in Ucraina e a sostenere l’agenda di Mosca in Italia.

Le sanzioni europee vietano a RT di trasmettere o distribuire contenuti su qualsiasi piattaforma all’interno del territorio dell’Unione, compresi la televisione, i servizi di streaming online e le piattaforme di social media. Queste misure sono state attuate per impedire a RT e ad altri canali di diffondere propaganda e disinformazione al pubblico europeo dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. RT sta quindi violando la restrizione che vieta di distribuire i suoi contenuti «attraverso la trasmissione o la distribuzione con qualsiasi mezzo»: in questo caso, attraverso eventi live e network di soggetti terzi.

L’ultimo episodio di questa campagna è stata la proiezione del film Voci dal Donbass. Questo film è stato presentato come parte di un più ampio tour di documentari pro-Cremlino in tutta Italia, promosso online da Donbass Italia (un account che amplifica costantemente la propaganda di Stato russa), insieme ad altri due gruppi italiani noti per la diffusione di messaggi allineati al Cremlino: ControNarrazione e InfoDefense.

Immagine 1: Un poster condiviso online con il logo ufficiale di RT insieme a quello di Donbass Italia, InfoDefense e ControNarrazione.
Immagini 2 e 3: Post di Donbass Italia (a sinistra): "Buongiorno, Repubblica Popolare di Luhansk. Auguriamo a tutti voi una buona e proficua giornata! Contro la censura, iscriviti ai nostri canali per vedere i video e leggere le news più importanti di RT e Sputnik" e ControNarrazione (a destra): "Protesta contro Zelensky a Roma in occasione della partita della Dinamo Kiev, materiale sequestrato", canali Telegram.

Il ruolo dei media sanzionati, dei giornalisti pro-Cremlino e dei funzionari russi

Nonostante le pesanti sanzioni imposte a RT dall’Unione europea, il logo dell’emittente è apparso sui manifesti di diverse proiezioni cinematografiche in Italia. I ricercatori di ISD hanno trovato una serie di film che si allineano alla tattica di lunga data di Mosca di inquadrare l’Ucraina come aggressore per giustificare l’invasione militare russa e il conflitto in corso nel Paese. Tutti presentano esplicitamente il logo di RT.

  • Voci dal Donbass, descritto in precedenza,
  • “Io Sono Vivo”, un documentario che mostra la “liberazione” russa di Mariupol,
  • “Bambini del Donbass”, un film che presenta le testimonianze di coloro che presumibilmente “vivono sotto le bombe di Kiev”, 
  • “Maidan, la strada verso la guerra”, che presenta le proteste di Euromaidan del 2013 e la destituzione del presidente Yanukovych nel 2014 come un colpo di Stato sostenuto dall’Occidente, evidenziando i tentativi di censurare la diffusione del film in Italia.

Le proiezioni sono organizzate e promosse da due noti esponenti italiani filo-russi che fanno base nella città di Donetsk, occupata dalla Russia: Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso. I due sono stati determinanti nel riciclare le narrazioni dello Stato russo nel dibattito pubblico europeo. Infatti, pur operando entrambi sotto la bandiera del “giornalismo indipendente”, promuovono costantemente narrazioni che si allineano agli interessi del Cremlino.

La proiezione di “Voci del Donbass”, tenutasi a Genova a marzo, comprendeva peraltro un’intervista ad Anna Soroka. Soroka si definisce “commissario per i diritti umani” dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Luhansk (LPR), ed è stata sanzionata dall’UE nel febbraio 2025. Pur non figurando nell’elenco delle sanzioni statunitensi, Soroka rientra nelle più ampie restrizioni imposte dall’amministrazione Biden alla cosiddetta Repubblica Popolare di Luhansk nel febbraio 2022. La Repubblica Popolare di Luhansk, insieme alla Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), è controllata dalla Russia e funge da strumento chiave nella strategia di occupazione della Russia nell’Ucraina orientale. La partecipazione di Soroka sottolinea il coinvolgimento diretto del Cremlino in queste operazioni di influenza.

In Italia, ad Arezzo e Tortona, le proiezioni di “Voci del Donbass” sono state entrambe annullate nel gennaio 2025 grazie, rispettivamente, all’intervento dell’europarlamentare Pina Picierno e del Comune di Tortona. Tuttavia, al momento ne sono previste molte altre nel corso della primavera. Gli organizzatori pro-Cremlino sono abili nell’eludere questi divieti: spesso organizzano le proiezioni in segreto, richiedendo ai partecipanti di iscriversi via WhatsApp e di riunirsi in un luogo pubblico prima di essere informati su dove verrà proiettato il documentario.

Immagine 4: un post su Telegram che mostra un "piano B" in cui si afferma che c'è sempre un modo per aggirare la censura, e che "a causa dell'improvvisa indisponibilità" del luogo prenotato per la proiezione, la nuova location sarà rivelata solo la sera stessa della proiezione.
Immagine 5: post su Telegram che pubblicizza una proiezione con l'iniziativa promossa da un consigliere comunale ad Arezzo, Michele Menchetti.

Poiché alcune proiezioni si svolgono in biblioteche pubbliche e sale comunali, le istituzioni e i politici locali sono potenzialmente complici della diffusione della propaganda russa. Il coinvolgimento di figure russe sanzionate e l’uso di contenuti marchiati “RT” suggeriscono uno sforzo deliberato per eludere le sanzioni europee e mantenere un punto d’appoggio negli spazi d’informazione occidentali.

ISD ha anche trovato prove di collaborazioni ingannevoli agli eventi organizzati: ad esempio, una proiezione pubblicizzata del film “I Bambini del Donbass”, prevista per la prima settimana di aprile a Taranto, presenta il logo ufficiale dell’UNICEF. Lorusso ha affermato di essere stato inizialmente contattato da un comitato provinciale UNICEF che aveva espresso interesse a sostenere la proiezione, ma UNICEF ITALIA ha smentito qualsiasi coinvolgimento, affermando in un post su X che «non ha autorizzato, sponsorizzato, né parteciperà in alcun modo all’evento». Lorusso ha poi accusato l’UNICEF di disonestà e di aver distorto la reale versione dei fatti. L’uso fuorviante del marchio di un’organizzazione umanitaria per sponsorizzare questa proiezione solleva ulteriori preoccupazioni sulle tattiche ingannevoli utilizzate dal movimento pro-Cremlino per dare legittimità alla propria agenda propagandistica.

Immagine 6: Un manifesto che pubblicizza la proiezione con il logo ufficiale dell'UNICEF in alto a destra.

Sfondo delle operazioni di influenza russa in Italia

Queste proiezioni fanno parte di un più ampio progetto di influenza russa in Italia. RT e altre entità mediatiche russe sostenute dallo Stato si sono sempre più affidate a reti proxy, attivisti “indipendenti” e canali mediatici alternativi per aggirare i divieti e diffondere il loro messaggio in Europa. L’Italia si è dimostrata un terreno fertile per queste operazioni, in parte a causa di una storia di forte sentimento filo-russo tra alcuni gruppi politici e attivisti.

Inoltre, le reti dietro queste proiezioni di documentari sembrano essere le stesse organizzatrici di un’altra campagna offline dal titolo “La Russia non è il mio nemico”. Questa campagna di affissione di manifesti, che invitava alla pace e si opponeva al sostegno delle armi all’Ucraina, è stata ampiamente diffusa in città italiane come Perugia e Roma. 

Immagini 7 e 8: (a sinistra) Manifesto “La Russia non è il mio nemico” affisso a Perugia. (A destra) Manifesto affisso a nome di "un gruppo di liberi cittadini di La Spezia".

Entrambe le iniziative sono state promosse da Donbass Italia e Contronarrazione. Ciò suggerisce uno sforzo coordinato tra i vari canali per spingere la narrativa pro-Cremlino in Italia.

Questo collegamento è ulteriormente supportato dal recente cambiamento dell’immagine del profilo di Lorusso su X: la foto ora mostra un’immagine del manifesto “La Russia non è il mio nemico”. Una sua precedente foto del profilo, risalente al giugno 2024, non riportava questa immagine, indicando un allineamento deliberato con la campagna.

Come le proiezioni dei film, i manifesti della campagna “La Russia non è il mio nemico” cercano di influenzare la percezione pubblica dipingendo la Russia come vittima dell’ostilità occidentale piuttosto che come aggressore. Queste campagne evidenziano la portata e l’intento delle operazioni di influenza russa in Italia, che si appoggiano a molteplici canali per plasmare il discorso a favore degli interessi strategici di Mosca.

Immagini 9 e 10: (a sinistra) un'immagine del profilo archiviata del 6 giugno 2024, (a destra) l'immagine attuale del profilo con il poster "La Russia non è il mio nemico".

ISD ha anche trovato collegamenti ad altri gruppi come “Verona per la Libertà”, un gruppo Telegram che inizialmente si è formato per protestare contro i lockdown durante la pandemia da COVID-19, prima di passare a contenuti pro-Cremlino e anti-NATO. Questo gruppo è stato determinante nell’istigare e amplificare la campagna “La Russia non è il mio nemico”, insieme ad altre iniziative di propaganda filorussa in Italia, condividendo contenuti in modo prolifico sulle piattaforme dei social media e organizzando proteste offline. Il gruppo gode anche del sostegno del politico italiano Stefano Valdegamberi, ex sindaco di Badia Calavena, in Veneto, e che negli ultimi anni si è dimostrato apertamente filorusso. Alle recenti elezioni russe, infatti, Valdegamberi avrebbe prestato servizio come osservatore elettorale, a riprova di un ulteriore collegamento tra gli attori politici italiani e le operazioni di influenza di Mosca.

Immagini 11 e 12: (A sinistra) Stefano Valdegamberi partecipa a un incontro tra funzionari veneti e russi. (A destra) Valdegamberi come relatore di una mostra fotografica del giornalista filo-Cremlino Vittorio Rangeloni su "10 anni di guerra nel Donbass" insieme al fondatore di "Popolo Veneto" Vito Comencini.

Un’ulteriore prova di questi stretti legami viene dalla petizione lanciata da Lorusso per chiedere agli italiani di scusarsi per le dichiarazioni del Presidente italiano Sergio Mattarella, che aveva paragonato l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia alle atrocità del Terzo Reich. La petizione, che avrebbe raccolto 23.000 firme, è stata presentata il 22 febbraio 2025 alla portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo, Maria Zakharova. Zakharova è apparsa visibilmente commossa in un video condiviso sui social media, e ha descritto la petizione come una «storica» espressione di solidarietà da parte degli italiani che «non condividono le opinioni del Presidente Mattarella». Questo video ha ricevuto 763.560 visualizzazioni su X, mentre un post simile sulla stessa piattaforma il 25 febbraio 2025 ne ha generate 609.625 (in questo caso, le visualizzazioni si riferiscono al numero totale di volte in cui un contenuto è apparso nei feed degli utenti).

Le accuse di falsificazione di alcune firme sulla petizione, sebbene smentite da Lorusso, hanno sollevato dubbi sulla legittimità del sostegno pubblico rivendicato da queste reti. Tuttavia, la petizione dimostra come gli attori pro-Cremlino in Italia abbiano accesso diretto ai funzionari russi e possano coordinarsi con loro. L’impegno significativo intorno a questa petizione evidenzia anche la trazione delle narrazioni pro-Cremlino all’interno degli spazi digitali italiani e il loro potenziale di influenzare l’opinione pubblica.

Immagine 13: Maria Zakharova e Vincenzo Lorusso a Mosca il 22 febbraio 2025 durante la presentazione della petizione.

Conclusione

L’analisi di ISD mostra che i “giornalisti indipendenti” italiani attivi nel Donbass e in Russia stanno proiettando in Italia la propaganda di Stato russa a marchio RT. Non si tratta solo di un problema mediatico, ma di una minaccia alla sicurezza nazionale. Questi sforzi di influenza sembrano progettati per:

  • minare il sostegno europeo all’Ucraina dipingendo la Russia come un liberatore piuttosto che un aggressore,
  • legittimare l’occupazione russa dei territori ucraini presentando i rappresentanti russi a Luhansk e Donetsk come “autorità”,
  • erodere la fiducia nei media occidentali posizionando RT e le sue affiliate come le uniche fonti di informazione “veritiere”. 

L’impatto potenziale di queste operazioni è significativo. Nel periodo analizzato di 60 giorni (dal 1° gennaio al 1° marzo 2025) su X, i contenuti relativi all’evento “Voci dal Donbass” e alle reti associate ー tra cui Donbass Italia, Contronarrazione e la campagna “La Russia non è il mio nemico” ー hanno raggiunto circa 1,84 milioni di utenti, generando 4,03 milioni di visualizzazioni. I post che menzionano questi eventi e queste narrazioni hanno ricevuto 6.477 like, a testimonianza di un notevole coinvolgimento degli utenti. Questa attività online sottolinea la capacità di queste campagne di permeare gli spazi digitali italiani, influenzare il discorso politico e raggiungere un pubblico considerevole al di là dei partecipanti diretti degli eventi.

Considerate le sanzioni dell’Unione europea nei confronti di RT, la continua presenza dell’emittente in Italia attraverso eventi come “Voci dal Donbass” e altre proiezioni di documentari evidenzia chiare lacune nell’applicazione delle norme. Queste attività dimostrano come entità e individui sanzionati siano ancora in grado di condurre campagne propagandistiche all’interno dei confini europei. La questione centrale è ora come rafforzare i meccanismi di controllo per prevenire queste attività, e quali misure possono essere adottate per fermare le narrazioni che promuovono.

 

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