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L’assoluzione delle complottiste contro Brigitte Macron non significa che la première dame è un uomo

L’assoluzione delle complottiste contro Brigitte Macron non significa che la première dame è un uomo

5 agosto 2025
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  • Secondo un post diffuso su Facebook l’assoluzione a Parigi di due donne che avevano detto che Brigitte Macron è in realtà un uomo significa che la loro tesi era vera.
  • Non è così.
  • La Corte di appello di Parigi ha ritenuto le loro frasi non diffamatorie, ma in nessun passaggio della sentenza ha convalidato la falsa tesi complottista sulla première dame.

L’11 luglio 2025 su Facebook è stato pubblicato un post dove si legge che sarebbe stata assolta Natasha Rey, «la giornalista che ha dimostrato» come Brigitte Macron, moglie del presidente francese Emmanuel Macron, sia in realtà un uomo. Questo significherebbe, continua il post, che «Natacha Rey aveva detto la verità e lo aveva provato».

È un contenuto presentato in maniera fuorviante, che rientra nella teoria del complotto transmisogina che sostiene in maniera infondata che Brigitte Macron sia in realtà un uomo.

Nel 2021 Amandine Roy, donna conosciuta con il nome di “Delphine Jegousse” che si definisce una medium, e Nathalie Rey, che si identifica come «giornalista indipendente autodidatta», in un video pubblicato su YouTube aveva affermato senza prove che Brigitte Macron era una donna transgender nata uomo. 

Per queste affermazioni la première dame aveva querelato le due donne per diffamazione e nel 2024 la Corte giudiziaria di Parigi aveva dichiarato colpevoli entrambe le donne in primo grado. Nel luglio 2025 la Corte d’appello di Parigi ha annullato le condanne, assolvendo Roy e Rey. Questa sentenza non significa però che le due donne avessero ragione sul fatto che Brigitte Macron è in realtà un uomo.

Come riportato da Radio France e Reuters, che hanno consultato la sentenza in questione, per i giudici dire che qualcuno è una persona trans non può essere considerato diffamazione, vera o falsa che sia. «L’accusa di aver subito una transizione di genere e di non volerla rendere pubblica non può costituire un attentato all’onore o alla reputazione della parte civile», scrive la Corte d’appello. La sentenza specifica poi che, per essere giudicati diffamatori, i commenti devono «imputare un atto illecito, un atto contrario alla morale o un comportamento contrario alla probità», mentre «una persona transgender non può essere criticata per aver voluto proteggere la propria vita privata e mantenere segreta la propria transizione di genere». 

Solo un passaggio nel video YouTube delle due donne è stato ritenuto diffamatorio da giudici, cioè quando Brigitte Macron è stata accusata di stupro di minore perché ha incontrato per la prima volta Emmanuel Macron, il suo attuale marito, quando, lei era un’insegnante di 39 anni e lui uno studente delle superiori di 15 anni. Ma in questo caso la Corte di appello ha assolto le donne per «buona fede» in quanto si erano basate su articoli di stampa in cui si leggeva che i genitori di Macron «avrebbero potuto sporgere denuncia per sottrazione di minore».

Chiarito questo, è importante sottolineare che la sentenza non convalida in alcun modo le affermazioni complottistiche fatte da Amandine Roy e Nathalie Rey nel 2021 sulla première dame. Al contrario, spiega sempre Radio France, esaminando l’elenco dei documenti legali forniti dalle parti civili, come i certificato di nascita Brigitte Macron, o l’estratto del certificato del primo matrimonio della donna con André-Louis Auzière (da cui sono nati tre figli), o la copia della sentenza di divorzio, la Corte d’Appello di Parigi ha ritenuto che essi «evidenzino le incongruenze e le debolezze dell’argomentazione di Natacha Rey». Brigitte Macron ha presentato ricorso in Cassazione contro l’assoluzione delle due donne.

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