Il 3 marzo 2024 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un messaggio pubblicato il 19 febbraio 2024 su Telegram. Nel messaggio è presente l’immagine di una tabella intitolata “Birth, deaths, and selected rates” (in italiano, “Nascite, decessi e tassi selezionati”) contenente tra le altre cose il dato del tasso grezzo di mortalità dal 2007 al 2023. In base a questi dati si vede che i tassi grezzi di mortalità nel 2022 e nel 2023 sono più alti rispetto agli anni precedenti. Nella tabella è presente inoltre, in alto a destra, la scritta «Stats.NZ».
L’autore del messaggio chiede «se qualcuno saprà mai spiegare come è possibile che mediamente la mortalità oggi in Australia sia più alta rispetto agli anni 2020/2021 in pieno Covid». Nel testo si legge anche che visto che «gli anziani in teoria e i fragili se li è presi il covid», oggi morirebbero in numero maggiore teoricamente persone sane e meno fragili.
Il contenuto analizzato sembra suggerire che questo presunto aumento di morti in Australia di persone rispetto agli anni passati sia da collegare ai vaccini anti-Covid.
Si tratta di un’informazione fuorviante, che veicola una notizia falsa.
Innanzitutto precisiamo che la tabella in analisi è reale ed è stata pubblicata originariamente il 19 febbraio 2024 sul sito dalla Stats NZ Tatauranga Aotearoa, l’agenzia nazionale dei dati della Nuova Zelanda. I dati citati nel post, dunque, non si riferiscono all’Australia, come erroneamente riferito nel post oggetto di analisi.
Come si può leggere in questa tabella [*], il tasso grezzo di mortalità in Nuova Zelanda nel 2020 è stato pari a 6,4 per mille persone, salito a 6,8 nel 2021, per arrivare a 7,2 nel 2023. Il tasso grezzo di mortalità è il numero di decessi rispetto all’intera popolazione, calcolato come numero di decessi per 1.000 abitanti stimati, specifica l’agenzia neozelandese, che avverte che si tratta di una «misura semplice» utilizzata per analizzare i decessi all’interno della popolazione ma «che non tiene conto dei tassi di mortalità che differiscono in base all’età, ad esempio una mortalità infantile più elevata o una mortalità più elevata in età avanzata».
La stessa Stats NZ chiarisce anche che «il numero delle morti è aumentato gradualmente negli anni» a causa della «crescita della popolazione e al fatto che ci sono più persone in età avanzata, dove si verifica la maggior parte dei decessi». Infatti, continua l’agenzia, «quasi 2/3 dei decessi nel 2023 riguardavano persone di età pari o superiore a 75 anni».
In base a quanto ricostruito da Health Feedback, rete di scienziati che si occupa di distinguere fatti e finzione in ambito medico-sanitario, la Nuova Zelanda ha registrato un numero bassissimo di morti durante i primi due anni della pandemia grazie alle restrizioni imposte dal governo per evitare la diffusione del virus. Con la revoca delle restrizioni, c’è stato un ritorno di virus respiratori, come l’influenza, che hanno portato probabilmente il tasso di moralità ai valori base. Health Feedback sottolinea infine che gli studi pubblicati finora non hanno trovato alcuna associazione tra i vaccini anti Covid-19 e un aumento del rischio di mortalità.
Margie Apa, amministratrice delegata di Te Whatu Ora-Health New Zealand, una delle agenzie di salute pubblica della Nuova Zelanda, lo scorso dicembre ha spiegato che nel Paese si contano quattro decessi che «probabilmente sono collegati a reazioni avverse a seguito della vaccinazione anti Covid-19» su un totale di oltre 12,6 milioni di vaccini somministrati alla popolazione neozelandese al 2 ottobre 2023. Le persone decedute nello stesso periodo di tempo a causa della Covid-19 sono state invece oltre 3mila, ha aggiunto Apa.
Su Facta ci siamo occupati di altri casi di disinformazione che riguardano la Nuova Zelanda e i vaccini anti Covid-19.
Infine, per quanto riguarda l’Australia, l’Australian bureau of statistics (ABS), l’agenzia statistica nazionale australiana, ha comunicato il 27 febbraio 2024 che in base all’ultimo aggiornamento disponibile nel 2023 ci sono stati 166.957 decessi verificatisi entro il 30 novembre 2023. Si tratta di 15.114 decessi (10%) in più rispetto al numero medio di decessi avvenuti negli anni 2017-2019, 2021 ma 8.294 (4,7%) in meno rispetto al 2022, specifica sempre l’agenzia. Nel report in questione l’ABS non menziona mai i vaccini anti-Covid come possibile causa diretta o indiretta dei decessi verificatisi negli anni di riferimento analizzati.
Come riportato dalla Therapeutic Goods Administration (TGA), l’autorità di regolamentazione australiana per i prodotti terapeutici, nel suo ultimo report pubblicato a novembre 2023 sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid, dall’inizio della campagna di vaccinazione e fino al 29 ottobre 2023 in Australia sono state somministrate quasi 69 milioni di dosi di vaccini anti-Covid. La TGA ha identificato 14 segnalazioni in cui la causa della morte era collegata alla vaccinazione tra 1.004 segnalazioni ricevute ed esaminate.
[*] Per visionare la tabella in questione, scaricare il file intitolato “Births and deaths: Year ended December 2023” e selezionare la tabella intitolata “Births, deaths, and selected rates”.