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No, non sono state scoperte strutture profonde centinaia di metri sotto la piramide di Chefren

No, non sono state scoperte strutture profonde centinaia di metri sotto la piramide di Chefren

29 maggio 2025
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  • Circola la notizia secondo cui grazie alla tecnologia radar SAR sarebbero state scoperte strutture profonde 648 metri sotto la piramide di Chefren, in Egitto.  
  • È un’informazione priva di qualsiasi riscontro.
  • La tecnologia radar SAR è stata sviluppata per mappare la superficie terrestre e non è stata progettata per rilevare strutture situate a centinaia di metri sotto terra e non il sottosuolo. Diversi esperti e ricercatori hanno specificato che la presunta scoperta non ha alcuna base scientifica.

Il 23 marzo 2025 è stato pubblicato su X un post in cui si legge che sarebbero state «mappate strutture sotterranee sconosciute sotto le tre grandi piramidi di Giza». 

Nel post è presente anche un articolo del blog “Alessandro Sicuro Comunication” in cui si afferma che questa «scoperta che riscrive l’architettura sacra dell’antico Egitto» sarebbe il frutto di “The Khafre Research Project”, un progetto di ricerca presentato a Castel San Pietro Terme in una conferenza del 15-16 marzo 2025 da tre ricercatori italiani. 

In base alle ricerche condotte, sarebbe emersa la presenza di «enormi strutture cilindriche verticali che scendono fino a 648 metri di profondità» al di sotto della piramide di Chefren, in Egitto.

È un contenuto presentato in maniera fuorviante, che diffonde una notizia infondata.

Durante la conferenza stampa di marzo 2025 i ricercatori Corrado Malanga, Armando Mei e Filippo Biondi hanno presentato il “progetto Khefre”, affermando di aver scoperto una vasta rete sotterranea di costruzioni sotto la piramide di Chefren. Questa scoperta sarebbe stata possibile grazie alla tecnica radar SAR (Synthetic Aperture Radar, “radar ad apertura sintetica”).

Tuttavia, i presunti risultati ottenuti dai tre ricercatori italiani devono ancora essere pubblicati su una rivista specializzata ed essere sottoposti a peer review

Il 26 marzo 2025, Zahi Hawass, archeologo ed ex ministro delle Antichità egiziano, ha scritto sulla sua pagina Facebook che «le voci che suggeriscono la presenza di colonne sotto la Piramide di Chefren non sono altro che invenzioni diffuse da individui privi di qualsiasi competenza nell’antica civiltà egizia o nella storia delle piramidi». L’esperto ha inoltre precisato che «a questi individui» non è stato concesso dalle autorità egiziane «alcun permesso per svolgere lavori all’interno della Piramide di Chefren» 

Hawass ha rivelato poi «che nessun dispositivo radar è stato utilizzato all’interno della piramide e che tutte le affermazioni riguardanti l’esistenza di colonne al di sotto di essa sono del tutto infondate. Non ci sono prove scientifiche a supporto di queste affermazioni e nessuna missione archeologica è attualmente in corso all’interno della Piramide di Chefren».

Inoltre, i fact-checker di Agence France-Presse (AFP) hanno riportato che la NASA utilizza la tecnologia radar ad apertura sintetica (SAR), menzionata dai tre ricercatori italiani, per mappare la superficie terrestre. Come spiegato infatti da Lawrence Conyers, esperto di radar dell’Università di Denver negli Stati Uniti, questa apparecchiatura non è stata progettata per rilevare strutture situate a centinaia di metri sotto terra. Una ricostruzione confermata anche dalla NASA ad AFP. Il SAR «consente di ottenere immagini dettagliate del rilievo terrestre», ma «non è stato progettato per sondare profondità estreme», ha comunicato l’ente statunitense per le attività spaziali e aeronautiche.

Precisiamo, infine, che i tre ricercatori italiani non hanno alcuna formazione in egittologia o in archeologia. 

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