Il 15 marzo 2023 su Facebook è stata pubblicata un’immagine composta da due foto. La prima, a sinistra, è una foto in bianco e nero e mostra l’isolotto dove si trova la Statua della Libertà a New York, con indicata la data «1898». La seconda immagine, a colori, ritrae la stessa scena con la data «2017». In entrambe le foto il livello dell’acqua del mare sembra essere lo stesso.
L’immagine è accompagnata da un testo, scritto dall’autore del post, che recita: «Qui si vede tutto il disastroso innalzamento del livello del mare». Il post suggerisce quindi che le due foto dimostrerebbero che il livello dell’acqua davanti al celebre monumento statunitense non si è alzato in oltre un secolo.
Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa. Andiamo con ordine.
Partiamo dalle due foto. La prima in bianco e nero è stata realmente scattata nel 1898. La seconda, invece, è presente online almeno dal 2012 e quindi è più vecchia rispetto alla data («2017») che si trova nel post in analisi. Tra le due immagini intercorre comunque un lasso di tempo di più di un secolo.
Queste due foto sono dunque reali, ma non dimostrano in alcun modo che in oltre 100 anni il livello del mare non si sia alzato. Vediamo perché.
Contattata dai fact-checker di Afp, Iris Moeller, professoressa di geografia al Trinity College di Dublino in Irlanda, ha spiegato innanzitutto che se la foto più vecchia è stata scattata con l’alta marea e quella più recente con la bassa marea, «questo ovviamente maschererà l’innalzamento medio del livello del mare». Inoltre, ha aggiunto l’esperta, «anche se le immagini fossero un’indicazione del livello medio del mare nel corso di diversi anni – e chiaramente non lo sono – si riferirebbero a quello che chiamiamo «livello del mare relativo». Con questa espressione viene indicato il livello del mare rispetto a un punto di riferimento sulla terraferma.
Il calcolo del livello medio del mare, invece, utilizza medie mensili o annuali, non influenzate da maree o condizioni meteorologiche, ha chiarito all’Associated Press Jennie Lyons, portavoce dell’Amministrazione nazionale per l’oceano e l’atmosfera (Noaa), l’agenzia scientifica degli Stati Uniti che si occupa di previsioni meteorologiche e del monitoraggio delle condizioni oceaniche e atmosferiche.
Proprio secondo i dati della Noaa, il livello globale del mare dal 1880 in poi è aumentato in media tra i 21 e i 24 centimetri, con un tasso di crescita che negli ultimi decenni sta accelerando. L’innalzamento del livello medio del mare è confermato anche dai dati satellitari della Nasa e da quelli dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea). A marzo 2023, l’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), cioè l’organismo delle Nazioni Unite per la valutazione della scienza relativa ai cambiamenti climatici, ha affermato che «l’influenza umana è stata molto probabilmente la causa principale di questi innalzamenti almeno dal 1971».
Questo innalzamento a ritmo crescente del mare significa che le mareggiate mortali e distruttive si spingono più all’interno rispetto a una volta, con le inondazioni che risulteranno più frequenti, si legge sul sito della Noaa. Ad esempio l’agenzia statunitense ha stimato che negli ultimi 50 anni le inondazioni siano state dal 300 al 900 per cento più frequenti all’interno delle comunità costiere degli Stati Uniti.