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No, la polizia del Regno Unito non ha sequestrato il telefono a una ragazza per aver visualizzato un post

No, la polizia del Regno Unito non ha sequestrato il telefono a una ragazza per aver visualizzato un post

26 settembre 2025
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  • Su X circola il filmato di due poliziotte che si sarebbero presentate a casa di una ragazza per confiscarle il telefono perché avrebbe visualizzato un post social online mesi fa.
  • Ascoltando il filmato, le due poliziotte dicono di dover sequestrare il telefono, ma non hanno mai affermato che il motivo è collegato alla visualizzazione di un post online.
  • Le forze dell’ordine hanno dichiarato che l’indagine riguarda la creazione di un account falso a danni di terzi.

Il 21 settembre 2025 è stato condiviso un video su X di due agenti della polizia che, sull’uscio di una casa, spiegano (in inglese) a una donna (mai inquadrata, ma che sta registrando la scena) di dover sequestrare il telefono della figlia. Sulla didascalia del post si legge che la polizia britannica avrebbe «chiesto la confisca del telefono di una ragazzina a causa di un post che la ragazza avrebbe visualizzato online mesi fa». 

Si tratta di un contenuto presentato in maniera fuorviante, che diffonde una notizia infondata.

Ascoltando il filmato, le due poliziotte dicono di dover sequestrare il telefono, ma non hanno mai affermato che il motivo è collegato alla visualizzazione di un post online. 

Il 21 settembre 2025, la polizia della contea delle West Midlands ha rilasciato una dichiarazione stampa in merito al video in analisi, spiegando che le informazioni diffuse sui social media a riguardo sono «completamente sbagliate». 

Le forze dell’ordine hanno comunicato innanzitutto che il video virale è «pesantemente modificato» e per questo «fuorviante». Esaminando invece la registrazione completa della durata di 10 minuti, la polizia ha ricostruito che la scena, risalente al 13 settembre 2025, mostra due agenti di polizia, recatesi a casa della ragazza (dopo vari tentativi), spiegare alla madre che dovevano recuperare il cellulare della figlia e parlare con lei per via di indagini in corso.

Queste indagini, si legge ancora nel comunicato, riguardavano «la denuncia di un cittadino che ha segnalato la creazione di un account falso sui social media a suo nome, utilizzato per inviare messaggi indecenti». Il sequestro del telefono non c’entrava in alcun modo con la visualizzazione di un post, spiega sempre la polizia, ma «il reato oggetto dell’indagine è quello di comunicazione dolosa, ovvero l’invio di comunicazioni indecenti o gravemente offensive al fine di causare angoscia o ansia. I messaggi sono di natura incredibilmente grave e hanno causato seria preoccupazione alla vittima». Ad oggi non esiste alcuna prova che quanto riportato dalla polizia non corrisponde a quanto accaduto realmente.

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