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No, queste non sono ragazze yazide catturate e uccise dall’Isis in Iraq

No, queste non sono ragazze yazide catturate e uccise dall’Isis in Iraq

26 agosto 2025
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  • Su Facebook è stato diffuso un video di donne yazide dentro a una gabbia catturate e uccise dall’Isis.
  • È un contenuto fuorviante.
  • La scena è stata registrata nel 2013 in Egitto e mostra una protesta in cui delle ragazze avevano inscenato di essere rinchiuse in una gabbia.

Il 19 agosto 2025 su Facebook è stato condiviso il link a un post su X in cui si vedono delle donne vestite con una tonaca bianca dentro quella che sembra una gabbia, mentre vengono trasportate lungo una strada da un camioncino. 

L’autore del post ha commentato con queste parole la scena ripresa: «Ricordate le 19 ragazze yazide bruciate vive in una gabbia di ferro dallo Stato Islamico per essersi rifiutate di convertirsi all’Islam e diventare schiave del sesso? Prima di ucciderle, gli islamisti le hanno fatte sfilare per le strade di Mosul, in Iraq. Nessuno ha tentato di fermarle!».

Si tratta di un contenuto fuorviante che circola online da anni.

Nel 2016 era stata diffusa la notizia che a Mosul, in Iraq, il cosiddetto Stato Islamico (Isis), organizzazione terroristica paramilitare internazionale islamica di stampo jihadista che all’epoca controllava vaste aree nel nord del Paese, avesse bruciato vive dentro una gabbia 19 ragazze yazide perché si erano rifiutate di diventare schiave sessuali. Gli Yazidi sono un gruppo di popolazioni ordinate a tribù di origine e di lingua curda e con religione propria che vive principalmente nell’Iraq settentrionale. Tra il 2014 e il 2017 l’Isis ha commesso un genocidio in Iraq nei confronti di questa popolazione. All’epoca, tuttavia, la storia delle ragazze bruciate vive era stata smentita da esponenti iracheni di organismi impegnati nella difesa dei diritti umani e da altri esponenti di organizzazioni umanitarie, che avevano dichiarato che della notizia non c’era alcun riscontro oggettivo.

La foto delle donne con le tonache bianche non è stata scattata in Iraq nel 2016. La scena mostra in realtà una protesta svoltasi a Beheira, in Egitto, nel 2013, di alcune ragazze che avevano inscenato di essere chiuse in una gabbia per manifestare a favore dell’ex presidente egiziano, Mohamed Morsi, rovesciato all’epoca dall’esercito egiziano durante un colpo di Stato e condannato a morte nel 2015. Come si può vedere da altre inquadrature, infatti, la gabbia che conteneva le donne era aperta da un lato.

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