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Il rallentamento dello scioglimento del ghiaccio marino artico non significa che il cambiamento climatico non è reale

Il rallentamento dello scioglimento del ghiaccio marino artico non significa che il cambiamento climatico non è reale

26 agosto 2025
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  • Circola su Facebook uno screenshot di questo titolo tradotto in italiano del Guardian: “Il drammatico rallentamento dello scioglimento dei ghiacci marini dell’Artico sorprende gli scienziati”. Secondo chi l’ha condiviso significherebbe che il cambiamento climatico è una farsa.
  • È un contenuto fuorviante.
  • Il titolo del Guardian è tradotto male e lo studio citato dal quotidiano britannico nel pezzo non afferma da nessuna parte che il cambiamento climatico non è reale.

Il 22 agosto 2025 è stato pubblicato su Facebook lo screenshot del titolo di un articolo del Guardian tradotto in italiano che recita “Il drammatico rallentamento dello scioglimento dei ghiacci marini dell’Artico sorprende gli scienziati”. Le parole «drammatico rallentamento» sono evidenziate in giallo nell’immagine. 

Secondo chi ha pubblicato il post, il quotidiano britannico avrebbe titolato in quel modo per esprimere dispiacere che sia stato registrato un rallentamento dello scioglimento del ghiaccio artico perché questo vorrebbe dire che il «cambiamento climatico di origine antropica» è una «farsa».

È un contenuto presentato in maniera fuorviante, che diffonde una notizia falsa.

L’articolo citato nel post è stato pubblicato in inglese il 20 agosto 2025 con il titolo “Dramatic slowdown in melting of Arctic sea ice surprises scientists”. L’aggettivo “dramatic” in inglese quando si riferisce a un cambiamento, come in questo caso, va tradotto con il significato di «marcato» o «drastico». Quindi la traduzione in italiano del titolo del Guardian sarebbe “Il marcato/drastico rallentamento dello scioglimento dei ghiacci marini dell’Artico sorprende gli scienziati”. Nel pezzo in questione non si sostiene da nessuna parte che questo rallentamento sia un “dramma” o che questa scoperta significhi che il cambiamento climatico non esista – anzi, viene espressamente chiarito il contrario.

L’articolo del Guardian riprende e racconta invece lo studio pubblicato il 5 agosto 2025 sulla rivista scientifica di geoscienze Geophysical Research Letters. La ricerca afferma che in base a tutti i set di dati osservativi, «negli ultimi 20 anni il calo del ghiaccio marino artico ha subito un rallentamento sostanziale». I ricercatori continuano spiegando che i modelli climatici mostrano che «possono verificarsi pause nella perdita di ghiaccio marino nell’arco di diversi decenni, nonostante le emissioni di gas serra continuino ad aumentare». 

Secondo lo studio, confrontando l’attuale rallentamento con pause simili nelle simulazioni dei modelli climatici globali, è possibile che questo «potrebbe plausibilmente continuare per altri cinque-dieci anni, sebbene lo stesso rallentamento renda più probabile una diminuzione del ghiaccio marino più rapida della media nei prossimi anni». In base alle evidenze fornite dai modelli climatici, le variazioni climatiche naturali causate da processi e dinamiche interne al sistema terrestre potrebbero aver avuto un ruolo importante «nel rallentare la perdita di ghiaccio marino causata dall’uomo». 

Nel complesso, concludono i ricercatori, «sebbene possa sembrare sorprendente che la perdita di ghiaccio marino artico sia rallentata nonostante le temperature globali abbiano raggiunto livelli record, le evidenze dei modelli climatici suggeriscono che dovremmo aspettarci periodi come questo con una certa frequenza».

Contatto da Facta, uno degli autori dello studio, Mark Ross England, del dipartimento di Scienze del Sistema Terrestre dell’Università della California Irvine, ha spiegato che lo studio non suggerisce in alcun modo che la copertura di ghiaccio marino artico si stia riprendendo: «Con questa ricerca abbiamo documentato un periodo di due decenni con una perdita minima di ghiaccio marino. Questo non significa che ci sia stata un’espansione del ghiaccio marino nell’Artico in questo lasso di tempo. Le condizioni estive del ghiaccio marino sono ancora almeno del 33 per cento inferiori rispetto all’inizio delle rilevazioni satellitari, quasi cinquant’anni fa». Inoltre, ha ribadito il ricercatore, il rallentamento registrato è temporaneo: «Le simulazioni dei modelli suggeriscono che la perdita di ghiaccio marino potrebbe riprendere a un ritmo più veloce della media entro il prossimo decennio». 

Infine, England ha sottolineato che lo studio non nega in alcun modo il cambiamento climatico e le sue conseguenze: «Il cambiamento climatico è inequivocabilmente reale, causato dall’uomo e continua a rappresentare una grave minaccia. Questa ricerca mostra un rallentamento della perdita di ghiaccio marino artico, il che è del tutto coerente con le aspettative dei modelli climatici, dovuto alla variabilità climatica naturale sovrapposta al trend di riscaldamento a lungo termine causato dall’uomo». Per questo motivo, la pausa registrata nel rallentamento del ghiaccio marino artico non influisce in alcun modo sull’urgenza di un’azione per il per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici, conclude lo studioso. 

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