Il 20 gennaio 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare il contenuto di un articolo pubblicato lo stesso giorno da Tpi, dal titolo “Djokovic ha comprato l’80% di un’azienda che lavora a una cura per il Covid”.
Si tratta di una notizia vera, che necessita però di qualche precisazione.
Andiamo con ordine. Tpi racconta di come Djokovic avrebbe «acquistato l’80% di QuantBiorRes, un’azienda danese di biotecnologie che sta lavorando allo sviluppo di una cura per il Covid-19». Tpi rimanda a un articolo dell’agenzia Reuters, responsabile di aver contattato Ivan Loncarevic, Ceo di QuantBioRes. Loncarevic ha dichiarato che l’azienda ha ricercatori che lavorano, oltre che in Danimarca, anche in Australia e Slovenia e che, come riportato da Tpi, sta lavorando ad un trattamento anti-Covid «diverso dal vaccino».
Djokovic possiede effettivamente una quota dell’azienda, come si può verificare nel sito OpenCorporates.com, un database di libero accesso per consultare dati sulle aziende forniti «dalla fonte ufficiale stessa» e «non da terzi». Qui è possibile constatare come Djokovic detenga una quota di QuantBioRes a partire dal 3 giugno 2020. La stessa informazione è confermata anche nel registro del governo danese sulle imprese presenti nel Paese.
Precisiamo però che l’80 per cento associato a Djokovic non è in realtà solo suo: come ricostruito da Reuters (e come confermato dalla presenza di altri proprietari in questo documento e in questo) «Djokovic e sua moglie Jelena possiedono rispettivamente il 40,8% e il 39,2%» di QuantBioRes. Djokovic è dunque il possessore di una quota di maggioranza relativa, la più alta della società, e ha il controllo della stessa. Con la quota detenuta dalla moglie Jelena si raggiunge l’80 per cento del totale, sufficiente per avere il controllo della società.
Infine, passiamo a cosa produce QuantBioRes. Sul sito ufficiale dell’azienda leggiamo che questa sviluppa «trattamenti per malattie virali e batteri resistenti». Come riportato dal Guardian, Loncarevic ha dichiarato che l’azienda sta lavorando a un trattamento e non a un vaccino: si tratterebbe di un peptide che impedisce al coronavirus di infettare la cellula umana. Loncarevic ha aggiunto che prevede di avviare studi clinici in Gran Bretagna quest’estate, anche se – come ricostruito da Politico – sembrerebbe che l’azienda sia in attesa dell’approvazione per sviluppare eventuali trattamenti anti-Covid.
Ciò che emerge dal sito ufficiale dell’azienda è un’attenzione all’attuale pandemia: nella sezione ‘Relevant scientific articles’ si trovano infatti citate tre pubblicazioni a tema Sars-CoV-2, firmate da Ivan Loncarevic e da Irena Cosic e Drasko Cosic, entrambi studiosi di ingegneria biomedica, il ramo dell’ingegneria che applica principi di altre discipline alle scienze biomediche. Pertanto l’azienda utilizza tecnologie che possono trattare virus e batteri, ma al momento non sappiamo altro su quanto è in produzione.
Photo Credits: Carine06 from UK, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons