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Questa non è un’opera reale costruita con le macerie di una città siriana distrutta

Questa non è un’opera reale costruita con le macerie di una città siriana distrutta

28 ottobre 2024
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  • Su X circola la foto della Statua della Libertà costruita con le macerie di una città siriana, intesa come critica alle politiche militari degli Stati Uniti in Medio Oriente.
  • L’autore dell’opera ha spiegato che non si tratta di una statua reale, ma di un fotomontaggio realizzato con Photoshop nel 2012.
  • Il fotomontaggio è nato come espressione dei temi della libertà e dell’oppressione del popolo siriano rispetto al regime di Assad.

Il 26 ottobre 2024 è stata pubblicata su X l’immagine di quella che sembra essere la Statua della Libertà realizzata con le macerie di edifici. L’autore del post ha commentato con queste parole la foto: «Un artista di Aleppo, in Siria, ha realizzato quest’opera con le macerie e ha scritto : “questa è la libertà che ci hanno donato”. Sintesi perfetta».

Il contenuto è fuorviante. 

La statua in questione non è reale e non è stata costruita con le macerie di un edificio di una città in Siria, dove dal 2012 è in corso una guerra civile con alcune aree del Paese controllate dal regime siriano di Bashar al Assad con l’appoggio di Russia e Iran, mentre altre sono sotto il controllo dei gruppi di opposizione e delle milizie, con il sostegno di Stati Uniti, Francia, Turchia e altri Paesi.

Si tratta di un fotomontaggio creato nel 2012 da Tammam Azzam, artista siriano nato a Damasco. Contattato da Associated Press, Azzam ha confermato che l’opera «non è stata costruita dalle rovine di una casa», ma è stata realizzata «con Photoshop, scannerizzando e mettendo insieme vari frammenti di fotografie di edifici distrutti in Siria». Il lavoro fotografico però «non è stato stampato o esposto in alcuna galleria o in un luogo simile», ha aggiunto l’artista. 

Azzam ha poi spiegato che il fotomontaggio «non rappresenta le politiche statunitensi», ma «era inteso come simbolo della libertà che il popolo siriano ha cercato e continua a cercare in un Paese devastato dalla risposta del regime alle manifestazioni», iniziate nel 2011 e represse militarmente dal regime siriano.

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