
L’Italia ha bloccato l’ingresso a un estremista di destra diretto al summit sulla “remigrazione”
La decisione è stata presa dal prefetto di Varese nei confronti di Rasmus Paludan, politico danese che nel 2023 aveva bruciato il Corano scatenando diverse proteste in giro per il mondo
Questa mattina, all’aeroporto di Malpensa, è stato negato l’ingresso in Italia a un partecipante del Remigration Summit, il convegno di estrema destra sulla remigrazione in programma sabato in una località della Lombardia ancora sconosciuta.
Si tratta di Rasmus Paludan, estremista di destra danese e fondatore del partito Stram Kurs (Linea dura), condannato lo scorso novembre da un tribunale svedese a quattro mesi di carcere per aver bruciato in piazza il Corano in diverse manifestazioni in Svezia.
In una di queste occasioni, il 21 gennaio 2023, aveva appiccato il fuoco al testo sacro dei musulmani davanti all’ambasciata turca di Stoccolma, al termine di un comizio di un’ora contro l’Islam e l’immigrazione.
Il rogo aveva suscitato la reazione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan – che aveva minacciato di porre il veto sull’adesione della Svezia alla NATO – e proteste anti-svedesi di massa in Turchia, Libano, Iran, Iraq, Pakistan e Indonesia. Nei mesi successivi, l’intelligence svedese aveva anche arrestato cinque sospetti terroristi islamici in un’operazione legata al rogo organizzato da Paludan.

Secondo i media svedesi, sarebbe stato Chang Frick, un giornalista vicino ai Democratici Svedesi (destra radicale) ed ex collaboratore del media russo Ruptly, a pagare il permesso amministrativo per la manifestazione.
Nell’agosto del 2023, un’inchiesta della tv finlandese ha accusato Paludan di aver avuto contatti sul social russo VKontakte con uomini affiliati al gruppo paramilitare russo Wagner, inducendo il sospetto che l’idea di bruciare il Corano fosse arrivata da Mosca. Paludan ha negato tutto.
È stato lo stesso Paludan a dare su X la notizia del suo fermo all’aeroporto, una decisione – gli è stato comunicato – presa dal prefetto di Varese. «Oggi dovevo andare a Milano, ma le autorità italiane mi hanno negato l’ingresso e mi hanno imposto un divieto di ingresso per dieci anni solo per la persona che sono, solo perché sono io. Non dicono che ho fatto qualcosa di illegale», ha detto nel video pubblicato online, rivolgendo poi un appello a Leone XIV e a Matteo Salvini perché intervengano in suo favore. «Mi chiedo se Sua Santità il Papa pensi che sia una buona azione cattolica respingere un altro cristiano dall’Italia solo per il fatto di essere cristiano».
All’agenzia di stampa danese Ritzau, il suo assistente, Lars Erichsen, ha riferito che la polizia italiana stava già attendendo Paludan all’atterraggio e che ai passeggeri del volo è stato chiesto di restare seduti. Dopo il fermo, le autorità italiane gli avrebbero richiesto l’autorizzazione per le fotografie di rito e la registrazione delle impronte digitali.
Paludan era diretto – come ha confermato Erichsen – al Remigration Summit, l’incontro – organizzato da una rete di estrema destra legata all’austriaco Martin Sellner – che si propone di rendere mainstream il concetto di remigrazione.
Come si legge su un sito informativo predisposto dallo stesso Sellner, la remigrazione è la soluzione per la “Grande Sostituzione”, la presunta sostituzione etnica causata dall’immigrazione di massa in Europa, e consiste nell’espulsione di immigrati clandestini e regolari considerati un peso per la società e nella privazione della cittadinanza (e quindi dei diritti civili) per i “non assimilati”, cioè seconde e terze generazioni la cui cultura è ritenuta incompatibile con quella occidentale.
Al convegno, che sta incontrando difficoltà logistiche dopo che l’hotel di Somma Lombardo, in provincia di Varese, ha disdetto le prenotazioni dei partecipanti, è stata annunciata la presenza di diverse figure della destra ultra identitaria.
Oltre al citato Sellner, vero ideologo della remigrazione, al punto da averla sponsorizzata nel corso di un incontro segreto con esponenti di Alternativa per la Germania, parteciperanno: l’attivista e commentatrice olandese Eva Vlaardingerbroek, già oratrice alle conferenze CPAC e corrispondente dall’Europa per il giornalista americano Tucker Carlson; Afonso Gonçalves, leader di Reconquista, gruppo etnonazionalista e misogino portoghese; il fiammingo Dries Van Langenhove, già condannato in Belgio a un anno di carcere per incitamento alla violenza e negazione dell’Olocausto; Jean Yves Le Gallou, tra i membri di spicco della Nuova Destra francese e teorico della “preferenza nazionale”, la concessione dei diritti civili, sociali e politici in via preferenziale agli autoctoni, con l’esclusione degli stranieri; e Andrea Ballarati, l’organizzatore italiano del summit, presidente dell’associazione comasca Azione Cultura Tradizione.
Lo scorso marzo, Sellner è stato bandito sia dalla Svizzera sia dalla Germania perché giudicato un pericolo per la sicurezza.
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