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Come l’estrema destra europea utilizza l’intelligenza artificiale generativa per attrarre elettori

Le immagini generate con IA sono già state utilizzate nelle campagne elettorali di alcuni partiti per diffondere messaggi razzisti e talvolta disinformazione

6 maggio 2025
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Questo articolo è stato inizialmente pubblicato in inglese su Edmo il 6 maggio 2025 

Una bambina guarda con i suoi grandi occhi blu le luci di Natale. Una bella e giovane donna cammina per strada da sola durante la notte, sentendosi al sicuro. «Vi ricordate quanto era bella la Germania di una volta?», chiede, riferendosi a queste scene, Alice Weidel, leader del partito tedesco di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland) sul suo profilo X. Così bella da essere irreale, perché in realtà queste immagini sono generate dall’intelligenza artificiale.

Durante la campagna elettorale tedesca all’inizio del 2025, l’AfD ha spesso utilizzato immagini generate dall’intelligenza artificiale per trasmettere il messaggio che la Germania è in pericolo a causa dei migranti. Questi sono spesso raffigurati come uomini minacciosi dalla pelle scura, in netto contrasto con l’innocente bambina bionda tra le luci di Natale (un chiaro riferimento all’allora recente attacco al mercatino di Natale di Magdeburgo, avvenuto nel dicembre 2024).

Questo tipo di contenuti, tuttavia, non è una peculiarità tedesca; in tutta Europa, infatti, i partiti di estrema destra si stanno affidando sempre più all’IA generativa per diffondere i loro messaggi politici.

Coinvolgimento dell’elettorato

Nel luglio 2023, il politico polacco di destra Dariusz Matecki, esponente di Polonia Sovrana, pubblicò un video che preannunciava i disastri che sarebbero seguiti in caso di vittoria del centrista Donald Tusk (Piattaforma Civica) alle elezioni parlamentari del 15 ottobre 2023 (vittoria poi effettivamente conseguita).

I disastri mostrati nel video di Matecki, presentati con immagini generate dall’intelligenza artificiale, includevano l’irruzione di immigrati clandestini in Polonia e lezioni a scuola tenute da persone transgender dai lineamenti molto esagerati. Questi messaggi nazionalisti-protezionisti e anti-immigrati sono molto facilmente rappresentabili con l’IA, che è «rapida nell’offrire immagini visivamente avvincenti coerenti con i contenuti dell’estrema destra», afferma Claes de Vreese, professore di IA e società all’Università di Amsterdam.

Nel 2024, una strategia simile è stata adottata in Francia dal politico di estrema destra Éric Zemmour (Reconquête), che ha pubblicato un video di immagini generate dall’IA che mostrano le presunte conseguenze della presidenza di Emmanuel Macron: “immigrazione di massa”, diffusione dell’ideologia woke e mancanza di sicurezza nelle strade. Durante le elezioni parlamentari e legislative europee del 2024, molti altri partiti francesi di estrema destra si sono affidati all’IA per la loro campagna politica. Un report pubblicato lo stesso anno dall’organizzazione no-profit AI Forensics ha mostrato che le immagini generate dall’intelligenza artificiale sono state utilizzate principalmente per amplificare i messaggi anti-UE e anti-immigrazione, come nel caso della campagna politica L’Europe sans eux (“L’Europa senza di loro”), promossa dal partito di estrema destra Rassemblement National. In particolare, il responsabile della ricerca ad AI Forensics Salvatore Romano ha sottolineato che nel contesto delle elezioni «le piattaforme di social media stanno sottovalutando un rischio sistemico», il quale potrebbe compromettere l’imparzialità del processo elettorale, e che di conseguenza è necessaria una moderazione dei contenuti più rigorosa.

Ciononostante, questa strategia di comunicazione politica ha poi preso piede in altri Paesi come strumento per coinvolgere l’elettorato. Come già accennato, l’AfD in Germania ha ampiamente generato contenuti di IA durante l’ultima campagna elettorale, con immagini che ritraevano da un lato la “Germania idealepopolata da persone bionde e con gli occhi azzurri, e dall’altro i migranti dalla pelle scura accusati di approfittare dello Stato. Nel settembre 2024, poco prima delle elezioni in Turingia (Germania), la candidata locale dell’AfD Stephanie Hüther-Keseling aveva condiviso su Facebook un video generato dall’intelligenza artificiale che incitava alla “remigrazione”, un piano razzista di estrema destra per deportare i richiedenti asilo, gli immigrati e persino i cittadini con passaporto regolare considerati “non integrati”. In Irlanda, il partito di estrema destra The Irish People, fondato di recente, ha adottato la stessa retorica, servendosi dell’IA per rappresentare la popolazione locale e creare un contrasto tra l’Irlanda “pura” del passato e il suo presente catastrofico.

Cultura pop e xenofobia

La narrazione è semplice: la “buona vecchia Europa” è perduta a causa dell’immigrazione e la “nostra” cultura è in pericolo. La soluzione? Votare i partiti di estrema destra che ripristineranno l’Europa di una volta. «Viviamo però in un’epoca di disaffezione dalla politica» e per poter raggiungere l’elettorato «l’estrema destra deve far leva su contenuti pop diffusi attraverso i social media», spiega Daniele Battista, ricercatore in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Salerno.

Nell’aprile del 2025, in Italia, l’esponente dell’estrema destra Silvia Sardone (Lega) ha condiviso un video generato dall’intelligenza artificiale che mostrava “Milano nel 2050”: strade affollate, sporcizia ovunque, monumenti coperti da bandiere islamiche, piazze trasformate in caotici suk e chiese trasformate in moschee. «Vogliamo davvero questo futuro per Milano e le capitali europee?», chiede nella didascalia.

Originale? Non proprio. Sardone, come lei stessa spiega nel post, stava «ricondividendo un video che circola su Internet». Nello specifico, stava seguendo un trend di TikTok in cui alcuni video generati da AI mostravano le capitali europee in un determinato periodo storico; una tendenza che in seguito ha preso una piega razzista, alimentando teorie cospirazioniste come quella della “grande sostituzione”, con la quale «l’ideologia di estrema destra è profondamente intrecciata», afferma Fraser Crichton, sviluppatore software di AI Forensics.

Allo stesso modo, nel marzo 2025, il partito spagnolo di estrema destra Vox si è unito alla tendenza della “ghiblizzazione” della propaganda politica e si è affidato alla “barbie doll trend” per attaccare l’allineamento tra il Partito Popolare (centro-destra) e il Partito Socialista dei Lavoratori spagnolo (centro-sinistra) al Parlamento europeo. In Irlanda, invece, il campione di MMA e influencer di estrema destra Conor McGregor ha condiviso su X l’action figure di sé stesso come presidente dell’Irlanda, con un pacchetto contenente riferimenti agli “ordini di deportazione” (cioè alla remigrazione).

Questa devozione ai trend dei social media è la strategia chiave della comunicazione politica dell’estrema destra, che si nutre di meme e contenuti pop: «Questa dinamica si pone in una zona grigia», sottolinea Battista, «poiché i meme si presentano come innocui o ironici pur avendo un messaggio implicito (talvolta radicale)».

Problematiche etiche e impatto

Attraverso i contenuti generati dall’intelligenza artificiale, l’estrema destra europea è così in grado di trasmettere un messaggio efficace ed emotivamente coinvolgente, nonché profondamente ideologico. Nei mesi scorsi, ad esempio, il partito della Lega in Italia ha creato immagini AI di persone migranti o musulmane coinvolte in recenti fatti di cronaca. Oltre a titoli come “‘Lo dice l’Islam’: iraniano maltratta la moglie e picchia il figlio”, i post erano accompagnati da un’immagine generata dall’IA delle persone coinvolte, i cui volti 一 che non esistono nella realtà 一 erano spesso pixelati come per proteggere la loro privacy, facendo così apparire le immagini artificiali più credibili. Nell’aprile 2025, il caso è stato portato all’attenzione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) dai partiti dell’opposizione, per i quali le immagini sono ingannevoli e progettate per diffondere odio.

«Le persone che diffondono questo tipo di contenuti probabilmente non li considerano nemmeno come disinformazione», afferma Jonathan Leader Maynard, docente di Politica internazionale al King’s College di Londra. A dimostrazione di ciò, la Lega ha risposto alla denuncia delle opposizioni affermando che tutte le loro immagini erano state create sulla base di fatti realmente accaduti. Che le immagini stesse fossero reali o meno, quindi, non aveva importanza. La cosa non sorprende, visto che «il modello di business politico della nuova destra radicale», precisa Maynard, «non si basa sulla verifica da parte di esperti e autorità istituzionali» e soprattutto «rifiuta con ogni mezzo i tradizionali strumenti di comunicazione».

Casi analoghi si erano già verificati in altri Paesi: nel marzo 2024, ad esempio, la deputata polacca Joanna Lichocka del partito di estrema destra Diritto e Giustizia aveva condiviso una foto che ritraeva una presunta protesta di agricoltori in corso in Polonia. Anche in quel caso, si trattava di IA. 

Un fenomeno in espansione 

La tendenza all’uso dell’AI generativa nella comunicazione politica è in crescita in Europa, e considerato che ha già toccato i Paesi dei principali gruppi linguistici, è molto probabile che raggiungerà presto anche altri Stati, viste le elezioni che si terranno quest’anno in molti Paesi membri dell’UE. In Polonia, ad esempio, i politici di Diritto e Giustizia hanno utilizzato un’immagine generata dall’intelligenza artificiale di donne bionde e di bell’aspetto per sostenere il candidato di estrema destra Karol Nawrocki alle prossime elezioni presidenziali del 18 maggio 2025.

Il problema, tuttavia, non è limitato agli attori istituzionali e ai politici. In Spagna, Francia e Irlanda, le organizzazioni della rete di fact-checking EDMO hanno individuato diversi esempi di influencer di estrema destra (dai volti generati AI o semplicemente anonimi) che diffondono disinformazione o immagini politicizzate a scopo propagandistico. Secondo Battista dell’Università di Salerno, il potere di queste “pagine satellite” non può essere trascurato.

Una delle questioni più spinose di questo fenomeno è che la maggior parte di queste immagini generate dall’IA non sono chiaramente (o affatto) segnalate come tali: stando al report di AI Forensics, nel contesto delle campagne elettorali, ciò contravviene ai requisiti stabiliti dalle Linee guida sull’integrità elettorale del Digital Service Act, in vigore in Europa dal 2024. Non solo, ma «mina lo sforzo di prevenire la diffusione della disinformazione», come si legge nel report dell’organizzazione. In alcuni casi, precisa Maynard del King’s College di Londra, questo uso dell’IA «può essere considerato addirittura un sottoinsieme della disinformazione», soprattutto quando non viene segnalato. E questa manipolazione dell’opinione pubblica, che spesso non si preoccupa se un contenuto sia reale o generato dall’IA purché sia in linea con le proprie convinzioni, può portare le democrazie verso un pericoloso baratro.

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