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La Casa Bianca ha pubblicato un rapporto sanitario con studi inesistenti e “allucinazioni” dell’IA

Si tratta del lavoro prodotto dalla Commissione “Make America Healthy Again” (MAHA) sulle malattie croniche nei bambini negli USA

4 giugno 2025
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Giovedì 22 maggio la commissione Make America Healthy Again (MAHA), creata da Donald Trump a febbraio scorso con l’obiettivo dichiarato di rimettere “in salute” l’America, ha pubblicato un rapporto sulle malattie croniche nei bambini nel Paese. Secondo quanto riportato nel documento, la causa di molte malattie croniche si trova negli alimenti ultra-processati, nelle sostanze chimiche presenti nell’ambiente (in particolare in specifici pesticidi utilizzati in agricoltura), nelle sedentarietà e nell’eccessiva dipendenza dai dispositivi digitali tra i bambini. 

Il rapporto è stato presentato lo stesso giorno a un evento alla Casa Bianca alla presenza di molti importanti esponenti dell’amministrazione, tra cui il presidente degli Stati Uniti e il segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. che ha definito il lavoro prodotto dalla commissione «una pietra miliare. Mai nella storia americana il governo federale ha preso una posizione sulla salute pubblica come questa». 

In quell’occasione lo stesso Trump ha dichiarato che la sua amministrazione non si sarebbe fermata finché non sarà «sconfitta l’epidemia di malattie croniche in America», aggiungendo che nei prossimi 80 giorni la commissione «si baserà sul lavoro svolto in questo rapporto per elaborare una tabella di marcia verso riforme sanitarie pubbliche coraggiose». 

Jessica Glenza, giornalista esperta di salute del Guardian, riporta tuttavia che il rapporto oltre a informazioni interessanti al suo interno presenta anche diverse problematiche perché «omette alcune delle cause più comuni di malattie croniche e di morte nei bambini, insinua che potrebbero esserci danni laddove mancano prove ed evita di discutere di come i repubblicani abbiano già modificato il sistema sanitario in modi che i ricercatori ritengono dannosi». Nel rapporto si suggerisce ad esempio che i vaccini infantili debbano essere ulteriormente studiati, nonostante gli studi finora condotti non abbiano trovato un collegamento tra un numero maggiore di vaccini somministrati nei bambini e un aumento delle malattie croniche, scrive ABC News

Ma come ha scoperto Notus alcuni giorni dopo l’uscita del report, i problemi di questo lavoro non si limitano solo ai contenuti. In un articolo pubblicato il 29 maggio, il sito d’informazione statunitense ha infatti pubblicato un articolo in cui documenta come il rapporto MAHA tra le fonti utilizzate citi diverse ricerche che in realtà non esistono, riporti citazioni piene di errori e riassuma in modo scorretto altri studi esistenti. Tutto questo mentre il giorno prima, Kennedy Jr., noto diffusore di teorie antiscientifiche e antivacciniste, ha definito «corrotte» le principali riviste mediche come Lancet, New England Journal of Medicine (NEJM) e Jama, sostenendo senza portare prove che fossero controllate dalle aziende farmaceutiche. 

Studi inesistenti e riassunti scorretti di ricerche reali 

Nel report viene citata come autrice di uno studio sull’ansia degli adolescenti durante la pandemia di Covid-19 l’epidemiologa Katherine Keyes, che lavora alla Columbia University Mailman School of Public Health, la scuola di specializzazione in salute pubblica della Columbia University. Contattata da Notus, la ricercatrice si è però detta sorpresa di questa citazione perché non è lei l’autrice dell’articolo citato. Inoltre, nel report viene scritto che quello studio era presente nel 12° numero della 176a edizione della rivista JAMA Pediatrics. Come verificato tuttavia da Notus, quel numero non includeva lo studio menzionato.

Nel report MAHA vengono poi evidenziati due studi che sarebbero «ampiamente illustrativi» di come l’aumento degli spot di farmaci abbia portato a un aumento delle prescrizioni di farmaci per il disturbo da deficit di attenzione/iperattività e antidepressivi per bambini. Tuttavia, nessuno di questi studi è reperibile da alcuna parte. Uno di questi studi viene attribuito a Robert L. Findling, direttore del dipartimento di Medicina Psichiatria alla Virginia Commonwealth University, università statunitense pubblica in Virginia. Un portavoce dell’università ha confermato a Notus che Robert L. Findling non ha mai scritto un articolo del genere. Stessa cosa è accaduta anche con un altro presunto studio citato e attribuito al pneumologo pediatrico Harold J. Farber, identificato come primo autore. Anche in questo caso, Faber ha negato di avere scritto lo studio o di aver mai collaborato con gli altri autori elencati. 

Il sito di informazione Notus scrive poi di aver riscontrato «gravi problemi nell’interpretazione, da parte del rapporto, di alcuni degli studi esistenti citati». «Ad esempio – si legge – in una sezione dedicata ai farmaci per la salute mentale, contro cui Kennedy si è scagliato per anni, il rapporto cita una revisione che, a suo dire, dimostra che la terapia da sola è efficace quanto o più della medicina psichiatrica. Ma uno degli statistici di quella revisione ha dichiarato a Notus che questa conclusione non ha senso, dato che il loro studio non ha nemmeno tentato di misurare o confrontare l’efficacia della terapia come trattamento per la salute mentale». 

Secondo il report MAHA poi un altro studio mostrerebbe «un aumento delle prescrizioni di antipsicotici per i bambini dell’800% tra il 1993 e il 2009», quando invece ha rilevato un aumento di otto volte dal 1995 al 2005. Viene poi citato uno studio realizzato da Mariana Figueiro, ricercatrice nota per i suoi studi sugli effetti della luce sulla salute umana, in una sezione su come il tempo trascorso davanti a uno schermo influisca sul sonno dei bambini. Figueiro ha dichiarato a Notus che le conclusioni del suo lavoro sono state travisate e che anche il riferimento alla rivista dove lo studio era stato pubblicato era errato. Lo studio inoltre non è stato condotto su bambini, ma su studenti universitari.

Anche il New York Times ha indagato sul rapporto MAHA scovando ulteriori errori nelle citazioni e nel riassunto dei lavori esistenti menzionati. Ad esempio nel report viene citato un articolo sulle implicazioni delle pubblicità di farmaci nel rapporto tra medico e pazienti che sarebbe stato pubblicato nel 2005 su The Lancet. Il quotidiano statunitense scrive che esiste un articolo con quel titolo, ma che si tratta di un articolo di opinione di un esperto, non di uno studio. Inoltre era stato pubblicato in realtà nel 2000 sulla rivista scientifica Journal of the American Medical Association (JAMA) e scritto da un autore differente rispetto a quello indicato nel report. 

In un’altra citazione presente nel report governativo è presente un riferimento errato a uno studio sul legame tra sonno, infiammazione e sensibilità all’insulina: «la citazione includeva un coautore che non aveva lavorato allo studio e ometteva un ricercatore che invece vi aveva lavorato; inoltre, indicava la rivista sbagliata», continua il New York Times. Thirumagal Kanagasabai, ricercatrice di Toronto e autrice principale dello studio in questione, ha detto al quotidiano di essere scioccata da quanto accaduto: «Non riesco proprio a capirlo. Come è possibile che si siano confusi?».

Il possibile ruolo dell’intelligenza artificiale 

Come rivelato da un’indagine del Washington Post, almeno 37 delle 522 citazioni presenti nel rapporto comparivano più volte e, in particolare, gli URL di diversi riferimenti menzionati includevano «oaicite», un marcatore che OpenAI applica alle risposte fornite da modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT. Secondo il quotidiano statunitense questo è «un segno inequivocabile che è stata utilizzata l’intelligenza artificiale. Un tratto distintivo comune dei chatbot basati su intelligenza artificiale, come ChatGPT, è la presenza di contenuti insolitamente ripetitivi o inaccurati, nonché la tendenza ad “allucinare” studi o risposte che sembrano sensate ma non lo sono». Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa tendono infatti a generare informazioni false o errate , definite come “allucinazioni”, spiega The Verge, sito statunitense di notizie tecnologiche. 

Sempre al Post, Steven Piantadosi, professore di psicologia e neuroscienze all’University of California a Berkeley, ha dichiarato che ci sono molte insidie ​​nell’utilizzo della IA moderna. «Il problema dell’intelligenza artificiale attuale è che non è affidabile, quindi si basa solo su associazioni e dipendenze statistiche. Non ha la nozione di verità di base, né di… un rigoroso ragionamento logico o statistico. Non ha la nozione di evidenza e di quanto ponderare un tipo di prova rispetto a un’altra», ha affermato l’esperto. 

Secondo Georges C. Benjamin, direttore esecutivo dell’American Public Health Association (APHA), la più grande organizzazione di professionisti della sanità pubblica con sede a Washington, questo fatto mina la stessa credibilità del rapporto pubblicato dal governo statunitense: «Questo non è un rapporto basato su prove scientifiche e, a tutti gli effetti, dovrebbe essere cestinato a questo punto. Non può essere utilizzato per l’elaborazione di alcuna politica. Non può nemmeno essere utilizzato per una discussione seria, perché non si può credere a ciò che contiene». Per il dottor Ivan Oransky, docente di giornalismo medico alla New York University e co-fondatore di Retraction Watch, un sito web che tiene traccia delle ritrattazioni delle ricerche scientifiche, i falsi riferimenti non implicano necessariamente che i fatti sottostanti al rapporto siano errati, ma indicano la mancanza di una rigorosa revisione e verifica del rapporto e della sua bibliografia prima della sua pubblicazione.

Nel corso di una conferenza stampa, alla domanda se il rapporto MAHA si fosse basato sull’intelligenza artificiale, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, non ha risposto, definendo invece gli errori presenti nelle citazioni come semplici «problemi di formattazione» e difendendo la qualità del rapporto perché «supportato da validi dati scientifici mai riconosciuti finora dal governo federale». Nel pomeriggio del 29 maggio, la Casa Bianca ha caricato una versione aggiornata e corretta del report.

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