
I cristiani che odiano Halloween
Per i cristiani più conservatori, Halloween è una festa demoniaca, anticristiana e addirittura pericolosa
«Vogliamo trasformare insieme la notte del 31 ottobre in una notte di luce con Gesù eucaristia per le strade». È questo l’appello del prete cattolico Michele Madonna che, supportato da un gruppo di fedeli, ha lanciato su TikTok: al posto di festeggiare Halloween, è meglio muoversi in processione per le strade di Napoli con lo scopo di evangelizzare la città.
Anche Benedetta Palella, tiktoker cattolica, ha messo in guardia verso quello che definisce il «rito satanico più grande al mondo». Citando Gabriele Pietro Amorth, esorcista morto nel 2016, sostiene che festeggiare Halloween significa evocare il mondo delle tenebre e dell’occulto, diffondendo il male nella società, e invita quindi a pregare il 31 ottobre in riparazione di questi riti.
Lo stesso invito è stato fatto su Instagram da Ambrogio Mazzai, prete della diocesi di Verona, che incoraggia a «festeggiare cristianamente». Tra i commenti al video, un’utente scrive: «Mamme non festeggiate questa orribile festa, lo sapete che la notte del 31 vengono celebrate messe nere?».
Ogni anno in Italia, e non solo, i cristiani più conservatori si muovono con decisione contro la festa di Halloween, definendola demoniaca, anticristiana o addirittura pericolosa. Non si tratterebbe, infatti, solo di una festa estranea alla tradizione, derivata dalla cultura statunitense (anche se le sue origini in realtà sono celtiche), ma di un varco aperto al demoniaco. Ci sono chiese che organizzano contro-feste in memoria dei santi, associazioni come quella degli esorcisti che avvertono di presunti rischi psicofisici legati al contatto con simboli considerati satanici. Vengono anche allestite delle veglie di preghiera o dei rosari riparatori presentati come vere e proprie battaglie spirituali. Il sito cattolico Sacro rosario, ad esempio, mette a disposizione un formulario liturgico da ripetere il 31 ottobre di ogni anno per scacciare il male e fare ammenda per chi celebra Halloween.
L’ossessione per la morte
Il primo obiettivo critico delle iniziative contro il 31 ottobre è l’attenzione alla morte. Le commemorazioni cristiane dell’1° e 2 novembre insistono sulla vittoria della vita eterna e sul destino ultraterreno dei giusti, mentre Halloween, al contrario, sembrerebbe sostare proprio sul tratto che separa la vita dalla sua conclusione. Questa tradizione è una tecnica antica per addomesticare ciò che più spaventa. Nella cultura occidetale − e non solo − nominare la morte, raffigurarla, persino ridicolizzarla ha sempre avuto la funzione di sottrarle potere, smussare l’angoscia, renderla dicibile.
Eppure l’insistenza su simboli e figure macabre incontra l’astio dei cristiani più conservatori. Giorgio Maria Faré, carmelitano scalzo e PhD in Teologia Fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha dedicato a Halloween una serie di video pubblicati sul suo profilo Instagram, denunciando l’esposizione dei bambini a immagini occulte, che richiamano la morte. Davanti ai costumi e alle decorazioni di Halloween, dichiara: «poi ci scandalizziamo davanti al sangue di Cristo sulla croce, dicendo che li potrebbe turbare. […] Di fatto Gesù non ha mai turbato nessuno, il diavolo invece sì».
Bisogna inoltre considerare che alcuni dei simboli di Halloween, come le lanterne un tempo ricavate dalle rape ora dalle zucche, servivano per respingere gli spiriti nocivi e accogliere gli antenati. Un gesto tutt’altro che estraneo all’immaginario cristiano, ma che oggi viene interpretato dai più conservatori come lontano.
La paura delle messe nere
Il panico e l’accusa contro Halloween provengono anche da persone che si definiscono ex sataniste e che narrano di eucaristie rubate dalle chiese e rapimenti per realizzare le messe nere, riti satanici che imitano la celebrazione cristiana ma adorando il diavolo.
È il caso di Riaan Swiegelaar, ex leader della Chiesa di Satana, che racconta: «Noterete, ad esempio, che durante il mese di ottobre vediamo il maggior numero di casi di persone scomparse o di segnalazioni di persone scomparse. E sono sicuramente un bersaglio soprattutto le fasce vulnerabili della società, come i senzatetto e persone di questo tipo. E parlo per esperienza personale, essendo stato coinvolto nel satanismo per cinque anni e facilitando certi rituali in cui c’erano sacrifici, soprattutto di animali».
Non sono solo i leader religiosi o i membri delle istituzioni ecclesiastiche ad allarmare contro Halloween, ma anche figure che si occupano di salute fisica e mentale. Lo psichiatra e psicoterapeuta Valter Cascioli, che collabora con l’Associazione Internazionale Esorcisti, sostiene in un’intervista per Famiglia Cristiana che Halloween sia «un fenomeno anticristiano, che affonda le proprie radici in un culto pagano ed esoterico, strettamente legato all’occulto e al satanismo» e afferma di aver osservato «disturbi psichici, anche gravi, insorti dopo la partecipazione a festicciole in cui […] si è incorsi in pratiche di divinazione, aprendo così la strada all’attività demoniaca straordinaria, i fenomeni preternaturali». Cascioli parla di «profanazioni e furti eucaristici», di «gesti sacrileghi nei cimiteri, episodi di violenza, infanticidi, abusi sessuali e talvolta femminicidi» e arriva a concludere che Halloween è «un progetto contro il cristianesimo».
Si teme inoltre che durante queste occasioni vengano insegnati, soprattutto ai più giovani, degli incantesimi che poi malediranno le loro famiglie, come spiega Angela Sumner, influencer cristiana statunitense che ha affermato di praticare la stregoneria per dieci anni. Gran parte della retorica contro Halloween si concentra proprio sui bambini da proteggere, da mettere al riparo da ciò che sembra divertente e scherzoso ma che conterrebbe tracce del demonio.
Un’utente social tra i commenti ai video di Faré scrive: «Io non li mandavo scuola quel giorno e comunque i miei figli non l hanno mai festeggiato,la sera del 31 si guardavano film sui santi o alle veglie,sono cresciuti benissimo andando controcorrente». L’alternativa proposta dai circuiti cristiani più conservatori è “Holyween”, festa in cui bambini e ragazzi sono invitati a travestirsi non da vampiri, zombie, scheletri o altri costumi tipici, bensì dal proprio santo preferito, ripulito però dalla sofferenza del martirio e rappresentato avvolto da vesti candide. Tutte le iniziative di questo tipo sono organizzate in una rete nazionale, promossa dalla pagina Facebook Holyween.
La storia del cristianesimo è però caratterizzata da momenti in cui l’insistenza sulla morte e sul memento mori (il ricordo costante che la vita è destinata a finire) è stata significativa e dai tratti spiccatamente lugubri. Nell’arte occidentale questo era uno dei temi principali nel Barocco, raggiungendo il suo apice con le Vanitas e le nature morte, ma le sue radici affondano nel Medioevo. Con il passare dei secoli il cristianesimo ha modificato il suo modo di guardare alla morte. Con il miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita, l’attenzione si è spostata dall’esperienza fisica del morire – fatta di corpi, ossa, sangue, deperimento, di cui sono piene l’arte e la devozione fino almeno al Seicento – a una rappresentazione sempre più astratta e disincarnata, centrata sul destino ultraterreno dell’anima. La morte viene pensata meno come evento corporeo e più come passaggio all’aldilà, soprattutto al Paradiso, perdendo progressivamente le sue immagini macabre e perturbanti.
Nazionalismo e consumismo
In Italia, tra le obiezioni alla festa di Halloween ci sono quelle di taglio nazionalista. Non sono solo alcune comunità cristiane a insorgere: una porzione dei partiti di destra attacca Halloween in quanto estraneo alle presunte tradizioni originarie del Paese. Si contestano le radici celtico-anglosassoni della festa e il suo essere veicolata dalla cultura statunitense in nome di un’identità italiana da preservare intatta, ignorando però quante stratificazioni e innesti abbiano sempre caratterizzato la cultura nazionale.
Infatti l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Elena Donazzan già nel 2019 scriveva sul suo profilo Facebook: «Sono Italiana, sono Cristiana. Io non festeggerò Halloween, perché le mie festività sono quelle di Ognissanti e dei fedeli defunti. […] Difendiamo le nostre tradizioni prima di farci portavoce di quelle degli altri!».
Eppure il panorama italiano offre esempi molto simili, come le “Is Animeddas” in Sardegna, ricorrenza per cui il 2 novembre si preparava e in alcune zone si continua ad allestire un banchetto notturno per i defunti. O anche le “ossa di morto” in Sicilia, biscotti per i bambini il cui dono è attribuito ai nonni defunti.
Infine, i cristiani che si schierano contro Halloween utilizzano come argomentazione la dimensione commerciale, la stessa imputata alle componenti più consumistiche e meno religiose del Natale. Si accusa la festa del 31 ottobre di costituire un grosso giro d’affari che sottrae risorse alla popolazione senza un buon motivo. È un dato di fatto che in occasione di Halloween il volume degli acquisti si alzi significativamente. La National Retail Federation (NRF), la più grande associazione statunitense dei rivenditori, stima che nel 2025 la spesa legata alla festa del 31 ottobre raggiungerà i 13,1 miliardi di dollari negli USA, una cifra in aumento rispetto agli 11,6 miliardi dell’anno precedente. Sul panorama italiano, secondo un’indagine della Confesercenti in collaborazione con Ipsos, il giro d’affari del 2024 ha superato i 300 milioni di euro.
Se si fa però un confronto con un’altra ricorrenza dai toni e dalle radici simili, il carnevale, il doppio standard delle comunità cristiane conservatrici emerge con chiarezza. Infatti il carnevale, di origine pagana e caratterizzato dal sovvertimento dell’ordine sociale, è stato assorbito dal calendario cristiano senza suscitare allarmi. Ogni anno in Italia parrocchie e diocesi organizzano delle feste per tutte le fasce d’età, le scuole restano chiuse e la popolazione è incoraggiata a parteciparvi. Halloween invece è oggetto di crociate periodiche.
Senza una conoscenza precisa di ciò che si fa per festeggiare il 31 ottobre, si immaginano sedute spiritiche e sessioni di Dungeons & Dragons dal sapore demoniaco. Si estrapolano dei versetti biblici per giustificarne il rifiuto, ma più che lo spessore teologico a muovere questa ostilità è una reazione culturale, talvolta xenofoba, verso ciò che viene percepito come lontano.
Le vere origini di Halloween
Questa festività è in realtà il prodotto di un sincretismo antico: alcuni elementi della ricorrenza celtica Samhain, che segnava la fine dell’estate, sono rimasti nelle consuetudini della vigilia di Ognissanti, ricorrenza cristiana del 1° novembre in onore dei santi. Per facilitare la conversione, infatti, la Chiesa cattolica collocò la memoria dei santi e dei defunti nel medesimo tempo rituale, assorbendo pratiche già esistenti. Lo stesso è avvenuto in altri contesti culturali e geografici, come il Día de los Muertos nell’area mesoamericana, che ha integrato pratiche native con il ricordo cristiano dei defunti.
Halloween è quindi uno degli esempi storici di come fede cristiana e cultura locale abbiano convissuto lungo i secoli. Il suo stesso nome mostra un lato spirituale comune al cristianesimo: è infatti la forma contratta di “All Hallows Even”, cioè vigilia di tutti i santi. Non sono solo i cattolici più conservatori a muoversi contro Halloween. Il 26 ottobre, infatti, la comunità evangelica di Torino ha percorso in corteo via Garibaldi con canti e manifesti come «Io celebro la vita e non la morte».
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