
Una parte dell’elettorato evangelico vede in Trump l’Anticristo che porterà alla fine del mondo
Le accuse germogliano all’interno della stessa matrice teologica su cui l’attuale presidente USA ha costruito il proprio consenso
Negli Stati Uniti stanno circolando online accuse secondo cui il presidente Donald Trump sarebbe l’Anticristo annunciato nella Bibbia. È un tema che unisce esegesi apocalittica e tensioni politiche: da un lato il trumpismo si appoggia sull’elettorato cristiano evangelico e nazionalista; dall’altro, alcuni settori dello stesso mondo evangelico identificano in Trump «l’uomo iniquo, il figlio della perdizione» di cui parla la seconda lettera ai Tessalonicesi.
Nella tradizione cristiana il termine “Anticristo” non indica genericamente un nemico della fede, ma uno o più soggetti descritti nella Bibbia come figure di inganno religioso che compaiono quando il mondo sta per finire. Il prefisso “anti-” indica sia un’opposizione a Gesù, sia un suo sostituto contraffatto, un impostore. A partire da una serie di versetti, in alcuni ambienti cristiani il concetto di Anticristo è stato nel tempo applicato a figure politiche percepite come seduttive, blasfeme o idolatrate. In questa cornice si diffonde oggi la tesi che Donald Trump possa incarnarne i tratti.
Perché Trump sarebbe l’Anticristo
Keith Edwards, youtuber e opinionista politico democratico statunitense, ha stilato una lista delle ragioni per cui Trump sarebbe l’Anticristo. La sua prima argomentazione è basata sul fatto che il presidente degli USA utilizzi la religione cristiana ma per fini lontani dal messaggio evangelico, allontanando così le persone da Gesù. Per confermare tale interpretazione, si citano alcuni passi delle Scritture cristiane: «Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti» (Mt 24,24) e «Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio» (1Gv 2,22).
Edwards sottolinea inoltre il fatto che Trump si vanti e, sulla base dei suoi presunti meriti, chieda lealtà alla popolazione americana, come «colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio» (2Ts 2,4). La sua forza e il suo impegno verso il Paese sarebbero dispiegati per raggirare le persone perché «la venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri» (2Ts 2,9). Anche il suo rifiuto di accettare la sconfitta alle elezioni del 2020 viene visto come atto vanaglorioso, che conferma le speculazioni sulla sua identità nascosta e malvagia.
Facendo riferimento al post in cui Trump si mostra nei panni del papa realizzato con l’IA, su The Conversation si descrive il presidente degli USA come blasfemo, in accordo con l’Apocalisse: «Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo» (Ap 13,5-6). Sempre a favore di questa lettura viene citata la statua esposta per un’asta di beneficenza di febbraio scorso a Mar-a-Lago, residenza di Trump in Florida, di una capra ricoperta da banconote false da 100 dollari, su cui il volto di Benjamin Franklin è sostituito con quello di Trump, accompagnato dallo slogan «In Trump We Trust» al posto del tradizionale motto statunitense «In God We Trust».
— The White House (@WhiteHouse) May 3, 2025
Anche il successo del partito repubblicano e della corrente trumpiana MAGA in particolare è stato interpretato da Granger Kelly Smith, pastore battista statunitense, in una recente puntata del suo podcast, come una prova della presenza in Trump dell’Anticristo. Il presidente degli Stati Uniti ha un’influenza globale ed è seguito da una massa crescente di persone, così come «[alla bestia demoniaca] fu dato potere sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione. La adoreranno tutti gli abitanti della terra» (Ap 13,7-8). Con la spettacolarizzazione del suo peso politico si pone in relazione «la venuta dell’empio [che] avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell’iniquità» (2Ts 2,9-10).
Inoltre nei cappellini rossi con la scritta «MAGA» e nei lividi sulle mani di Trump si rintraccerebbe il «marchio della bestia», il segno tangibile del legame con Satana: «Fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia» (Ap 13, 16-17). Sempre in relazione al suo aspetto fisico e alla sua salute, un’ulteriore argomentazione su cui si costruisce l’identità trumpiana come Anticristo è la ferita all’orecchio causata dall’attentato nel luglio 2024. La bestia demoniaca «avrà una ferita alla testa che sarà guarita (l’orecchio di Trump sembra normale anche dopo essere stato colpito),» si legge su Reddit.
Il web si è così riempito di appelli rivolti a chi riconosce in Trump le caratteristiche dell’Anticristo affinché lo si possa fermare prima che sia troppo tardi. Michael Lewis Parsons, autore del blog My Corner of Eternity, scrive: «Finalmente, dopo migliaia di anni, Donald Trump è stato SMASCHERATO e RIVELATO, proprio come l’apostolo Paolo descrive sarebbe accaduto alla FINE DEI TEMPI, proprio prima del Rapimento della Chiesa. […] Sapendo questo – e sapendo che è TARDI – la mia preghiera è che tu utilizzi queste informazioni, tutte basate sulla Parola di Dio, per rafforzare la tua relazione con Gesù e per condurre altri a Cristo. Ma per favore, sbrigati. Non è rimasto molto tempo».
La lotta delle letture apocalittiche
Le narrazioni che dipingono Trump come l’Anticristo non nascono in un universo simbolico antagonista al trumpismo religioso, ma germogliano all’interno della stessa matrice teologica su cui l’attuale presidente degli USA ha costruito il proprio consenso: la lettura apocalittica della storia tipica di una parte del cristianesimo evangelicale statunitense. Per decenni questi ambienti hanno interpretato gli eventi politici come tappe del dramma degli ultimi tempi, dove crisi economiche, guerre, cambiamento significativo dei costumi e leadership carismatiche fungono da segnali dell’imminente fine del mondo. È dentro questo immaginario che oggi alcuni applicano le medesime categorie apocalittiche a Trump, capovolgendo però la funzione messianica che i suoi sostenitori gli attribuiscono.
Il paradosso è che sia il filone evangelicale nazionalista che vede in lui uno strumento di Dio per restaurare l’ordine, sia la corrente interna che lo identifica come l’Anticristo condividono lo stesso dispositivo interpretativo: assumono che la cronaca politica statunitense vada letta alla luce delle profezie bibliche, che la storia stia accelerando verso un conflitto finale tra Cristo e le potenze del male e che i leader contemporanei incarnino i personaggi dell’Apocalisse. A cambiare è l’asse valoriale che vi si proietta: per gli uni Trump è parte della risposta divina; per gli altri è parte della catastrofe.
Le speculazioni su Trump-anticristo sono quindi un caso esemplare di come la teologia della fine del mondo, anche quando nasce per sostenere una leadership, produca al suo interno il proprio contrario: la stessa grammatica apocalittica che legittima un leader può trasformarlo nel segno del collasso. Inoltre, in un contesto in cui le teorie del complotto di stampo apocalittico sono in aumento, anche la figura dell’Anticristo è sempre più dibattuta e ricercata nello scenario politico e sociale attuale.
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