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Quanto è fedele il film “Conclave” al processo di selezione del nuovo papa?

Il quadro generale è piuttosto accurato, ma la trama che coinvolge un cardinale selezionato in segreto è poco plausibile

8 maggio 2025
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente su PolitiFact il 1° maggio 2025

La procedura segreta per l’elezione del nuovo papa cattolico è iniziata il 7 maggio, due settimane dopo la morte di papa Francesco all’età di 88 anni.

I fan del film candidato all’Oscar “Conclave“, che parla di un’elezione papale, potrebbero pensare di sapere già tutto del processo. Ma quanto è fedele il film alla realtà?

“Conclave” racconta la storia del cardinale Thomas Lawrence, decano del Collegio cardinalizio, interpretato dall’attore Ralph Fiennes. Nel film, dopo la morte del papa, Lawrence è incaricato di guidare un’elezione papale (il “conclave”, dal latino), nel corso della quale emergono segreti e scandali che coinvolgono i cardinali papabili.

La rubrica MovieFact di PolitiFact indaga l’accuratezza dei film storici o basati sulla realtà,  confrontando i loro dettagli con gli eventi reali. Pur essendo “Conclave” un prodotto di finzione, PolitiFact ha comunque deciso di analizzare cosa c’è di corretto e cosa no nel modo in cui il film racconta il processo di selezione del prossimo papa.

In generale, “Conclave” si attiene alla logistica di una vera elezione papale, mentre si prende più libertà riguardo il modo in cui i suoi componenti vi partecipano. Ad esempio, il cardinale Lawrence, in qualità di decano, prende decisioni che non sarebbero ammissibili in un conclave reale.

Il film «fa un buon lavoro» nel descrivere le procedure del conclave, sostiene B. Kevin Brown, docente di studi religiosi dell’Università Gonzaga, negli Stati Uniti. Nonostante ciò, Brown ha degli appunti da fare al film. Riferendosi alle scenografie e ai costumi, lo studioso ha osservato che alcuni cardinali indossano colletti romani che «non sono del tutto corretti», e che la messa tenuta prima del conclave sembra non avere un altare. Alcune tra le storie che compongono il film, inoltre, non hanno precedenti pubblici nella storia della Chiesa cattolica.

PolitiFact ha confrontato le scene del film con i conclavi passati e le controversie dei cardinali accadute nella vita reale. E se volete evitare gli spoiler, fermatevi qui nella lettura. 

“Conclave” e più o meno fedele su votazioni, colori del fumo, e durata tipica dell’elezione papale

Dopo la morte di un papa, il collegio cardinalizio assume il governo della Chiesa cattolica. Questi cardinali, scelti dai papi, servono il loro ufficio nei Paesi di tutto il mondo, ma solo i cardinali di età inferiore agli 80 anni possono essere elettori.

Al conclave iniziato il 7 maggio 2025 parteciperanno 133 elettori provenienti da 71 Paesi (altri due elettori sarebbero potuti essere presenti ma non parteciperanno per motivi di salute).

Prima del conclave, i cardinali si riuniscono in riunioni chiamate “congregazioni generali” dove discutono le priorità della Chiesa cattolica. Il conclave, invece, come mostra il film, si svolge nella Cappella Sistina, a Città del Vaticano.

La procedura di voto mostrata nel film è in gran parte accurata: gli elettori votano a scrutinio segreto, si avvicinano a un calice (una grande coppa), dicono una preghiera e inseriscono le loro schede nel calice. Si svolgono quattro turni di votazione al giorno finché un candidato non ottiene la maggioranza dei due terzi. Le schede vengono bruciate dopo ogni due turni di votazione con sostanze chimiche che producono fumo colorato per indicare se è stato scelto un papa: il fumo nero significa che non è stato eletto nessuno, mentre il fumo bianco significa che la Chiesa ha un nuovo papa.

Nel film, i cardinali elettori impiegano tre giorni per eleggere un papa, un dato coerente con la storia recente; stando a Brown, infatti, i conclavi degli ultimi 100 anni sono durati in media dai tre ai quattro giorni. Secondo un articolo di History, inoltre, dal 1831 «nessun conclave è durato più di una settimana».

Sergio Castellitto in una scena del film (IMDb)

Nel film, il cardinale Lawrence viola le regole del conclave ricevendo informazioni esterne

Il film mostra il cardinale Lawrence che comunica con monsignor Raymond O’Malley (interpretato da Brían F. O’Byrne), chiedendogli di controllare cose come l’ultimo incontro del papa con il cardinale Joseph Tremblay (John Lithgow) e la storia medica del cardinale Vincent Benitez (Carlos Diehz). Dopo che i cardinali avvertono delle scosse nella Cappella Sistina, O’Malley comunica a Lawrence che c’è stata un’esplosione in Piazza Barberini, una grande piazza di Roma.

Ottenere informazioni su eventi che accadono al di fuori della riunione per l’elezione papale, specifica Brown, in realtà «violerebbe le regole del conclave». I cardinali elettori, infatti, sono segregati per tutta la durata del conclave e non hanno accesso a telefoni, televisione o altri mezzi che permetterebbero loro un contatto con il pubblico.

Un cardinale nominato in segreto non avrebbe potuto partecipare al conclave

Ad un certo punto del film, un certo Benitez, descritto come l’arcivescovo di Kabul (Afghanistan), fa un’entrata a sorpresa. Questo perché sarebbe stato scelto come cardinale in pectore, o in segreto, dal papa che è appena morto. A questo punto, gli altri cardinali discutono se Benitez debba essere ammesso al conclave, fino a quando il cardinale Lawrence decide che è «legalmente un cardinale» e «ha il diritto di partecipare all’elezione».

Nella realtà, l’accesso al conclave sarebbe impossibile per un cardinale la cui identità non sia stata rivelata prima della morte del papa che lo ha nominato.

Il diritto canonico, ossia il sistema di leggi e regolamenti della Chiesa cattolica, stabilisce che il papa può scegliere una persona come cardinale e tenerne segreta l’identità. Finché l’identità non viene rivelata, il cardinale in pectore non è tenuto a svolgere le funzioni cardinalizie, ma non possiede nemmeno i diritti cardinalizi, come la partecipazione a un conclave.

«Come suggerisce il film, questa scelta può essere fatta per motivi di sicurezza, nelle situazioni in cui la nomina potrebbe mettere a rischio il cardinale a causa della situazione politica in cui si trova», sottolinea Brown.

Se la nomina in pectore di un cardinale non è stata resa pubblica prima della morte del papa che l’ha nominato, specifica Brown, lo status del cardinale decade e «non è più considerato un cardinale, anche se il nome del cardinale viene scoperto nel testamento del papa o in qualche altro scritto dopo la sua morte».

Questo è accaduto effettivamente in passato: papa Giovanni Paolo II, ad esempio, selezionò quattro cardinali in pectore, ma ne rivelò solo tre prima di morire (dalla Cina, dall’Ucraina e dalla Lettonia). La nomina del quarto cardinale, invece, decadde alla morte di Giovanni Paolo II nel 2005.

I cardinali cercano di venire a conoscenza degli scandali prima del conclave, ma le voci si susseguono

Nel film, il cardinale Joshua Adeyemi (interpretato da Lucian Msamati) e Tremblay emergono come i più papabili durante le votazioni, ma le loro ambizioni vengono stroncate quando Lawrence porta alla luce alcune scoperte sul loro passato. Adeyemi ha avuto una relazione segreta e forse ha avuto un figlio, mentre Tremblay è stato accusato di simonia.

In pratica, però, i cardinali cercano di occuparsi di eventuali controversie e scandali prima dell’elezione.

«Ci sono assolutamente delle manovre politiche, e i cardinali faranno del loro meglio per essere sicuri che nessun cardinale associato a scandali venga eletto», sostiene Brown. «Tuttavia, è probabile che i cardinali facciano del loro meglio per identificare qualsiasi sentore di scandalo prima dell’inizio del conclave».

Ad esempio, nella vita reale, il cardinale Angelo Becciu ha rinunciato ai suoi diritti e privilegi cardinalizi nel 2020 ed è stato condannato per reati finanziari nel 2023; tuttavia, sostiene di poter ancora votare nel conclave del 2025 perché papa Francesco non gli avrebbe impedito di partecipare. Secondo quanto riportato dai media, però, il segretario di Stato della Curia romana e cardinale Pietro Parolin ha rivelato due lettere del pontefice, nelle quali si specifica che il cardinale Becciu non può partecipare al conclave. 

Questo episodio è accaduto durante una delle congregazioni generali, ha specificato Brown, quando i cardinali non sono segregati. Non è «la prima volta che i cardinali cercano di sollevare dubbi su un candidato a cui si oppongono», ha aggiunto.

È successo anche a papa Francesco, allora noto come cardinale Jorge Mario Bergoglio. Mentre Francesco guadagnava punti durante il conclave del 2013, «cominciarono a circolare voci sul fatto che avesse un solo polmone», ha detto Brown. Il pontefice stesso aveva poi raccontato l’episodio in un’intervista per un libro pubblicato nel 2024. Quando un cardinale chiese a Francesco se la voce fosse vera, egli rispose che gli era stata asportata una parte del polmone dopo un’infezione respiratoria più di 50 anni prima.

 

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