
Dentro le comunità evangeliche che promettono guarigioni miracolose attraverso la fede
Alcune comunità religiose cristiane, in Italia e non solo, promuovono la fede come via di guarigione dalle difficoltà fisiche. Spesso in contrasto con le indicazioni mediche
«Tutto quello che non andava nel mio corpo io ho dichiarato che non mi apparteneva: maledizioni, [il fatto] che non posso avere figli, lattosio, problemi cervicali, tutto. Ho dichiarato tutto e la prima grazia l’ho ricevuta e questo è grazie a Dio». Sono le parole di una giovane donna che «ha creduto che la guarigione entrasse nel suo corpo» durante una delle celebrazioni della settimana di Pasqua, liberandola dall’intolleranza al lattosio. Tanto che giorni dopo è tornata davanti all’intera comunità raccontando di aver consumato dei latticini senza effetti collaterali. Non siamo in una megachurch americana, ma in una chiesa evangelica di ispirazione carismatica a Palermo, la Stella Ministero Saron.
Il movimento carismatico attribuisce grande importanza all’esperienza diretta dello Spirito Santo, individuato in pratiche come guarigioni, preghiere di liberazione, glossolalia (capacità parlare in molte lingue o in una lingua comprensibile solo a Dio), miracoli, profezie, lotta contro i demoni e momenti di preghiera simili a concerti con band e corpi di ballo.
Di storie simili a questa se ne incontrano a decine sui canali social dell’organizzazione, raccolte con il nome di atti profetici. Sull’account Instagram della chiesa si può ascoltare la testimonianza di una donna che racconta di essersi ripresa grazie alla fede dopo quindici giorni di coma, di un uomo che attribuisce il corretto funzionamento dei suoi polmoni precedentemente collassati a un bicchiere d’acqua datogli nel corso di un atto profetico, o ancora quella di una donna che si è tolta il tutore durante il culto e ha ricominciato a usare il braccio prima immobilizzato, e di un’altra persona che sostiene di essere guarita dalla sordità tramite l’olio benedetto e così via.
Diffuse comunità religiose cristiane, in Italia e non solo, promuovono la fede e precise esperienze spirituali – ritualizzate e spesso collettive – come autentica via di guarigione da difficoltà fisiche temporanee come gli infortuni, da situazioni a lungo termine come le intolleranze alimentari o il diabete, da diagnosi relative alla salute mentale e da patologie croniche o terminali.
La promessa di guarire attraverso la fede
Il canale principale di diffusione di queste testimonianze sono proprio i social media, in cui non si negano apertamente i dati scientifici, ma si danno delle vie da percorrere, quasi delle procedure per una salvezza alternativa che ha molto a che fare con il mondo terreno.
I rituali sono generalmente collettivi e utilizzano degli oggetti concreti e simbolici, come l’acqua santa aspersa sulle persone presenti in chiesa tramite il cerimoniale “della purificazione di Naaman”, che nella Bibbia è il capo dell’esercito arameo invitato dal profeta Eliseo a immergersi nelle acque del Giordano per ottenere la guarigione della lebbra (2Re 5,10-14). Un’altra via è la benedizione “contro ogni male” rafforzata dalla consegna ai partecipanti di elementi che richiamano l’abbondanza, come una spiga o la “rosa di Saron” (o Sharon), il cui nome deriva dal Cantico dei Cantici (2,1).
Le chiese Ministero Saron – in tutto cinque in Italia – non sono le sole. Anche la Five-Fold Church – di Los Angeles, ma con sede anche a Frosinone – racconta guarigioni da tumori ed epilessia, la scomparsa di autismo e HIV in chi ha iniziato a seguirne il culto e addirittura il ritorno a camminare da parte di un fedele con mobilità ridotta che usava la sedia a ruote.
La maggior parte delle testimonianze sono di chi frequenta le chiese abitualmente, ma queste riprese improvvise vengono attribuite anche all’aver partecipato alle celebrazioni online. Sui canali social ufficiali della 5F Church – anch’essa evangelica pentecostale – tornano gli stessi racconti: guarigioni da disturbi del comportamento alimentare, da allergie e intolleranze alimentari (in particolare al lattosio) e addirittura dalla masturbazione, vista non solo come un peccato ma come un morbo da curare.
La leader di questa chiesa si fa chiamare “Apostle Kathryn Krick” e tramite il suo canale YouTube spiega come guarire da ogni malattia o malanno e risana in diretta le persone in atti che stanno a metà tra la meditazione e l’esorcismo.
Il movimento evangelico pentecostale
Il movimento evangelico pentecostale è emerso negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo e si è diffuso presto in tutto il continente americano e poi oltreoceano tramite le missioni. A partire dagli anni ’30, inoltre, si sono affermati numerosi guaritori e guaritrici che, appellandosi allo Spirito Santo, radunano folle nutrite con seguito internazionale. In più occasioni proprio sotto questa denominazione si sono diffuse teorie del complotto e disinformazione a più livelli. Il tutto tramite meccanismi come la sospensione della ragione davanti ai principi religiosi e l’affidamento totale verso leader religiosi, a dispetto di qualsiasi altra fonte più accreditata.
In generale in queste correnti carismatiche i termini più utilizzati sono malattia e male, dall’inglese sickness, parola impiegata per descrivere ogni tipo di problema che può gravare sulla persona e che in alcuni casi arriva addirittura a comprendere le restrizioni economiche. Si parla delle patologie come di oppressioni demoniache, della presenza del diavolo da sconfiggere per poter finalmente e definitivamente guarire.
Ci si rifà a una visione molto radicata negli ambienti cristiani per cui la sofferenza è considerata inviata da Dio come punizione o per mostrare alla persona colpita che può superarla. Per questo bisogna liberarsi da eventuali colpe, scontare il proprio peccato e poi avviare una vera e propria battaglia contro il male per eliminare la malattia. Se non si riesce è perché non si è pregato abbastanza o nel modo giusto.
Come svolgere la preghiera di liberazione dal male dipende dalla corrente religiosa in cui si è inseriti. La No Limits Church – una chiesa cristiana non confessionale dell’Oklahoma – ha ad esempio un approccio diverso rispetto alle due già citate. Il suo fondatore, Kade Young, spiega che si è interrogato sul modo in cui allontanare le malattie ed è stato lo Spirito Santo a spiegarglielo: «Non preghi per chiedere a Dio di guarire. Comandi alla malattia di andarsene. Utilizzi l’autorità per liberarti della malattia, non una supplica disperata a Dio». Per Young, non servirebbero quindi riti solenni e comunitari ma un ordine netto rivolto direttamente alla patologia, che quindi scomparirebbe.
L’affidamento alla spiritualità in caso di dolore o di disagio è radicato tra la popolazione statunitense (sull’Europa non ci sono dati): una ricerca condotta dall’AP-NORC Center – l’Associated Press National Opinion Research Center, che unisce scienze sociali e giornalismo all’Università di Chicago – nel 2023 mostra che il 72 per cento del campione statunitense crede nel potere della preghiera.
Quando la fede contraddice la scienza
In alcuni casi affidarsi alla spiritualità davanti a una patologia può però entrare in netto contrasto con le indicazioni mediche e farmacologiche, con conseguenze dannose o addirittura letali.
È il caso di Elizabeth Struhs, la bambina di otto anni morta nel 2022 nel Queensland in Australia. A causare il decesso è stata la chetoacidosi diabetica derivante dalla sospensione dell’insulina che le era stata tolta da un gruppo di 14 persone – poi sottoposte a processo – sulla base della convinzione che Dio l’avrebbe guarita. Anche i genitori della bambina hanno partecipato ai riti di tentata guarigione che hanno portato alla morte della figlia. Il gruppo religioso si chiama The Saints e si è reso autonomo separandosi dalla Revival Centres International Church, una comunità pentecostale con centro a Melbourne.
Anche Abigail Piland, nel 2017 in Michigan, ha trovato la morte perché i genitori – condannati per omicidio e maltrattamento – non si sono rivolti al personale medico quando, a poche ore di vita, la bambina era itterica. Il tutto perché «Dio non commette errori». Dopo il decesso, inoltre, la famiglia ha organizzato un momento di preghiera affinché la neonata tornasse in vita. O ancora nel 2013 la dodicenne Syble Rossiter è morta per complicazioni legate al diabete non sottoposto a trattamento medico per via delle convinzioni religiose della famiglia che segue la Chiesa del Primogenito.
Sempre contro il diabete il pastore non confessionale nigeriano Ikechukwu Chinedum ha redatto cinquanta preghiere con declamazioni come «Ogni potere che distrugge l’insulina nel mio corpo, ti lego e ti scaccio, nel nome di Gesù» e «Spezzo ogni maledizione di mangiare e bere sangue da dieci generazioni all’indietro su entrambi i lati della mia famiglia, nel nome di Gesù». Similmente il pastore David Small – che appartiene alla denominazione evangelica l’Esercito della Salvezza e lavora tra i Caraibi e il Texas – ha composto una rassegna di passi delle Scritture da usare per svolgere una vera e propria «guerra spirituale» contro il diabete.
Anche l’infertilità e la fatica ad avere una gravidanza vengono viste come problemi dai tratti quasi patologici. All’interno della chiesa evangelica vengono quindi stilate delle liste di preghiere descritte come efficaci, accompagnate da versetti delle Scritture, indicazioni su come digiunare e testimonianze di successo composte da screenshot di messaggi in cui si racconta di aver finalmente ottenuto il «frutto dell’utero».
La guarigione miracolosa, promessa da alcune comunità religiose, può rispondere al bisogno di senso e speranza di fronte a una malattia o a un disagio. Quando viene presentata come principale strada da percorrere – in contrasto con la medicina – diventa però fonte di disinformazione e pericolo, soprattutto per le persone più sguarnite di strumenti critici e più vulnerabili. L’idea per cui basta pregare per ottenere la salute alimenta un immaginario in cui il dolore si fa una colpa e la malattia un fallimento spirituale e, quando diventa comunicazione pubblica, ha un impatto sulla salute collettiva.
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