
Gli artisti e le band cristiane che fanno da colonna sonora ai movimenti pro vita e “anti gender”
I loro testi hanno un linguaggio che intreccia devozione e appartenenza ideologica, e sono accompagnati da una base musicale capace di coinvolgere i giovani
La musica devozionale − in inglese worship music − non è diffusa solo in ambito evangelicale e statunitense, ma anche nello scenario cattolico italiano. Nata come strumento pastorale e liturgico, diffusasi nei gruppi giovanili, nei raduni ecclesiali e di ispirazione cristiana, questa corrente della Contemporary Christian Music è pensata per suscitare un coinvolgimento emotivo immediato che facilita la partecipazione collettiva e il senso di appartenenza.
Negli USA trova grande impiego negli ambienti della destra nazionalista di stampo evangelicale, in Italia ha sviluppato un sodalizio con le frange cattoliche conservatrici impegnate sul fronte antiabortista (o pro vita) e “anti gender”. Le band più affermate sulla scena cristiana italiana compongono o si esibiscono per le manifestazioni a “difesa della famiglia” e i raduni promossi dalle associazioni contro l’interruzione volontaria di gravidanza, utilizzando un linguaggio che intreccia devozione e appartenenza ideologica e un genere musicale capace di coinvolgere i giovani.
La musica cristiana degli anni Sessanta
Quando negli anni Sessanta la musica cristiana pop e rock si affermò sulla scena italiana, il background spirituale affondava spesso le sue radici nei movimenti ecclesiali nati dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965). Ѐ il caso delle band Gen Rosso e Gen Verde, nate all’interno del Movimento Gen (Generazione Nuova), espressione giovanile del Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich. Sempre negli anni ‘60 venne fondata l’associazione Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), caratterizzata da una forte impronta carismatica. Anche la cantautrice Adriana Mascagni si inserisce in questo filone. Ѐ stata attiva in particolare negli anni Settanta-Novanta e ha avuto il suo debutto nel mondo musicale come direttrice del coro milanese di Gioventù Studentesca, movimento che ha poi dato origine a Comunione e Liberazione (CL).
La produzione di questi artisti, però, aveva un taglio prettamente spirituale, non sociale. I loro brani non affrontano questioni politiche ma religiose, tanto che con il passare del tempo sono stati inseriti nel repertorio liturgico per le funzioni religiose in tutto il territorio italiano. A partire dagli anni Dieci del 2000, invece, si è sviluppato in Italia un nuovo filone di musica cristiana pop e rock, sensibile alle battaglie antiabortiste e “anti gender” in corso nella società civile e negli ambienti religiosi.
La colonna sonora del Family Day
Marco Mammoli è principalmente conosciuto per il brano “Emmanuel”, inno ufficiale della 24esima Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) svoltasi a Roma nel 2000. Nel 2015 e 2016 i suoi brani “Una sola è la famiglia” e “L’identità non si confonde” sono diventati gli inni del Family Day di Roma, organizzato tra gli altri dall’ex deputato Mario Adinolfi, il medico Massimo Gandolfini, il Comitato Difendiamo i nostri figli, il movimento Sentinelle in Piedi e quello per la Vita.
Mentre in Parlamento si discuteva il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, Mammoli cantava: «Una sola è la famiglia, dentro c’è mamma e papà / Giù le mani dai bambini, l’innocenza non è in vendita / Una sola è la famiglia, un sigillo del DNA / Giù le mani dalla fonte che dà vita all’umanità».
Non c’è solo la famiglia nucleare al centro di questi brani, ma anche l’opposizione alla cosiddetta “ideologia gender”, un presunto attacco all’identità maschile e femminile volto a omologare tutti gli esseri umani, depersonalizzandoli. Per questo Mammoli canta: «Io sono nato e sono un uomo / Io sono nata e donna sarò / L’identità non si confonde / L’identità è la forza che ho». Il video ufficiale del brano mostra sullo sfondo i manifesti e gli slogan delle manifestazioni contro l’aborto, battaglia in cui si dimostra tuttora impegnato.
Seppure più recente (settembre 2025) il brano “Fiero” di Angelo Maugeri presenta delle somiglianze con le colonne sonore del Family Day del 2015-16. Nell’elencare le ragioni per cui è orgoglioso di sé, l’artista cita il fatto che «porto avanti i valori della famiglia / Quella con un papà, quella con una mamma / “Freedom” sì ma con la spina dorsale / Perché Dio ti ha reso libero / Ma non per essere immorale / Parliamo del miracolo che è la vita / Non è l’aborto, non macchiarti il cuore».
Sulla stessa scia, in “Dico quello che penso” si ascolta: «Uomo, donna, mamma e papà / Perché la vera verità è che / Due mamme non fanno un papà / Due papà non fanno una mamma».
In Marcia per la Vita
A partire dal 2022 la band The Sun diventa il volto musicale della Marcia per la Vita, la manifestazione annuale contro l’aborto organizzata da numerose associazioni tra cui Pro Vita & Famiglia. Il brano “Un buon motivo per vivere”, che non presenta al suo interno riferimenti espliciti ai movimenti antiabortisti o “anti gender”, è stato scelto come inno del raduno anti scelta. La band ha commentato sui suoi canali social la decisione di partecipare a questa manifestazione: «Suonare per loro, anime così nobili, ed esserne la colonna sonora, ci onora moltissimo. E pace a chi dice di non suonare a questa manifestazione perché si viene allontanati dal mondo mainstream: noi siamo fieri di cantare per voi, perché con voi amiamo e difendiamo la vita, a partire dai più piccoli!».
I The Sun, riavvicinatisi al cristianesimo nel 2007-09, occupano un ruolo importante nel panorama della musica cristiana italiana, esibendosi durante gli eventi ecclesiali più significativi a livello nazionale e internazionale. Nel 2013 hanno suonato alla GMG di Rio de Janeiro e al Circo Massimo prima dell’arrivo di papa Bergoglio in occasione della festa di san Francesco. Nel 2016 si sono esibiti alla GMG di Cracovia davanti a 15mila spettatori. In occasione della GMG di Lisbona nel 2023 i concerti sono stati addirittura otto, mentre durante l’anno giubilare hanno preso parte al Giubileo delle Famiglie (31 maggio), a quello dei Missionari Digitali (29 luglio) e a quello dei Giovani (2 agosto). La loro partecipazione agli eventi ecclesiali e di ispirazione cristiana − come la Marcia per la Vita − comporta un coinvolgimento particolare delle fasce più giovani della popolazione cristiana italiana.
La casa discografica La Gloria
Proprio su iniziativa dei The Sun all’inizio del 2025 è stata lanciata la casa discografica La Gloria, che mira a dare visibilità e diffusione alla musica cristiana moderna. Tra gli artisti e le band che si sono raccolte attorno alla nuova etichetta, molti sono promotori dei movimenti antiabortisti. Oltre ai già citati Mammoli e Maugeri, è presente anche Kantiere Kairòs, band nata nel 2013 che ha un ruolo attivo nelle iniziative organizzate dal Movimento per la Vita «per non lasciare sole le donne e le famiglie che vivono o hanno vissuto la sofferenza dell’aborto, e per promuovere una cultura della prevenzione, dell’ascolto e dell’amore».
Con La Gloria collabora anche Debora Vezzani, che sui suoi profili social ha espresso il suo scetticismo verso la tutela del diritto all’aborto da parte dell’Unione europea e, utilizzando le strategie tipiche della comunicazione pro vita, ha definito l’aborto «il rito sacro dei satanisti». L’artista è nota soprattutto per la trasposizione in musica del salmo 139, molto usato all’interno del movimento antiabortista, in particolare in riferimento al versetto 13: «Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre». Il risultato è il brano “Come un prodigio”, di cui è stata realizzata anche una “worship version” in cui Debora Vezzani non canta al microfono ma girata verso un ostensorio in mezzo a una platea di fedeli dalle braccia alzate, come nei rituali devozionali evangelicali.
Il coinvolgimento della musica cristiana pop e rock in questi contesti non è dunque neutro né marginale. Concerti, inni e momenti di adorazione trasformano manifestazioni e raduni in eventi emotivamente densi, capaci di attirare un pubblico più ampio e trasversale, in particolare giovani e famiglie. La dimensione musicale rafforza il senso di comunità e contribuisce a normalizzare messaggi politici presentandoli come espressioni di fede o difesa di valori condivisi.
Questa capacità di aggregazione ha anche effetti concreti. Una maggiore partecipazione agli eventi significa una maggiore raccolta di fondi, che vengono poi destinati al finanziamento delle campagne comunicative e delle strutture operative del mondo antiabortista e “anti gender”. Tra queste rientrano i Centri di Aiuto alla Vita (CAV) e realtà affini, che offrono sostegno materiale e psicologico alle persone gestanti con l’obiettivo dichiarato di accompagnare alla scelta di proseguire la gravidanza, scoraggiando l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.
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