La dichiarazione di Blangiardo (Istat) sulle morti per malattie respiratorie e Covid negli anni è reale, ma non mette in dubbio la pericolosità della pandemia
Giovedì 24 settembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un’immagine che mostra il presidente dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) Gian Carlo Blangiardo, insieme a una citazione a lui attribuita che recita: «Le morti per polmoniti nel marzo 2019 sono state 15.189 e l’anno prima erano state 16.220. Incidentalmente si rileva che sono più del corrispondente numero di decessi per Covid (12.352) dichiarati nel marzo 2020». L’immagine (che circola almeno dal 10 aprile 2020) presenta anche un commento, scritto dall’autore del contenuto, in cui si legge: «E adesso, come la mettiamo???»
La citazione attribuita a Blangiardo è reale, ma la frase non mette in dubbio la pericolosità della Covid-19.
La frase contenuta nell’immagine è stata pronunciata da Blangiardo nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Avvenire il 2 aprile 2020 come risposta alla domanda «Dal 21 febbraio al 31 marzo sono morte 12.428 persone per Covid 19. Quanti sono i morti di influenza nel mese di marzo (nel quale, quest’anno, si sono concentrati i decessi di coronavirus) degli anni scorsi?». Sollecitato, Blangiardo aveva risposto che l’influenza «è più difficile da attribuire come effettiva causa di morte», ma che i dati relativi ai decessi per malattie respiratorie parlavano di 15.189 morti nel marzo 2019 e 16.220 nel marzo 2018.
La dichiarazione aveva immediatamente dato adito a fraintendimenti, finendo per essere rilanciata dalla disinformazione di stampo negazionista sulla Covid-19 già il 4 aprile 2020, con un tweet di Cesare Sacchetti, influencer annoverato da NewsGuard tra i cosiddetti «super-diffusori di disinformazione a tema Covid-19» in Europa (ne avevamo parlato qui e qui). Il tweet in questione recitava: «Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat:”a marzo 2019 le morti per polmoniti sono state 15.189. A marzo 2020 le morti per Covid-19 sono state 12.352.” La polmonite ha fatto più morti del coronavirus, ma se non muori di Covid-19 sei un morto di serie B».
Per correre ai ripari, sulla questione era intervenuto il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, con la risposta alla lettera di un lettore datata 4 aprile in cui precisava: «La citazione contiene nella prima parte una domanda del giornalista, e nella seconda la risposta dell’esperto. La domanda del giornalista, che dà voce a quella che si potrebbe definire una curiosità da uomo della strada, è riassumibile così: si muore più di Covid-19 o di influenza? La risposta dell’esperto è chiara, ed è contenuta nella seconda parte di quella stessa citazione: non parliamo di influenza, parliamo di malattie respiratorie. I dati di marzo 2019 erano pesanti e quelli dello stesso mese del 2018 ancor di più. Superiori entrambi a quelli per ora registrati del 2020. Ma hanno una premessa in un’altra constatazione che l’Istat di Blangiardo ci ha consegnato e che è nell’incipit del colloquio: nelle prime tre settimane di marzo, nel Nord d’Italia si muore il doppio rispetto a un anno fa. E s’incastonano in un’intervista che non dà affatto materia per le elucubrazioni da “complottisti”».
Come giustamente sottolineato da Tarquinio, dunque, la dichiarazione di Blangiardo è preceduta da una netta presa di posizione circa la letalità della Covid-19, con la presentazione del dato secondo cui i morti nel nord Italia sarebbero raddoppiati, nelle prime tre settimane di marzo, rispetto all’anno precedente.
In un successivo report, pubblicato il 4 maggio 2020, Istat torna esaustivamente sulla questione, sottolineando come tra il 20 febbraio e il 31 marzo il numero complessivo di decessi in Italia sia passato «da 26.218 a 49.351», il 52 per cento dei quali costituito da morti per Covid-19. La redazione di Facta si era occupata di verificare la questione in articoli precedenti, disponibili qui e qui.