Il 13 settembre 2020 su Facebook è stato pubblicato un post in cui si legge: «E’ STATO PUBBLICATO IL BUGIARDINO DEL TAMPONE. Non credevate anche voi che il tampone fosse un semplice cotton fioc che serviva a raccogliere la saliva e il muco contenente il virus? E INVECE NO !!! E’ CONTAMINATO CON SOSTANZE CHIMICHE !!! Qualcuno ha pubblicato il suo bugiardino. Come potete vedere, il tampone risulta nocivo se ingerito e in caso di malessere occorre contattare addirittura un CENTRO ANTIVELENI ! E può provocare dei problemi anche se viene a contatto con gli occhi o con la pelle». Come prova, da chi ha pubblicato il post, viene condivisa l’immagine di un foglietto illustrativo dove con due frecce verdi sono indicati questi due passaggi presenti all’interno di un capitoletto intitolato «Pericoli chimici»: «Nocivo se ingerito» e «In caso di malessere, contattare un CENTRO ANTIVELENI o un medico».
Questo contenuto è fuorviante e veicola una notizia falsa. Andiamo con ordine.
L’immagine pubblicata insieme al post oggetto della nostra verifica non mostra un «bugiardino del tampone». Si tratta in realtà del foglietto illustrativo di Xpert Xpress SARS-CoV-2, un test diagnostico molecolare in vitro (i cosiddetti test rapidi) prodotto dalla casa farmaceutica Cepheid, come si può leggere qui.
Come avevamo già scritto in passato, i test rapidi molecolari non si possono oggi considerare del tutto affidabili e sono ancora lontani dagli stessi dati registrati con il tampone rino-faringeo, che resta il principale strumento per diagnosticare la malattia da Covid-19. Questo aspetto è stato chiarito anche dall’Oms che ha raccomandato di utilizzare i test rapidi solo per la ricerca scientifica, evitando di prendere «decisioni cliniche» basate sulle indicazioni da essi fornite.
Torniamo al foglietto illustrativo. Come si legge a pag.2, il test include anche diversi reagenti utili al rilevamento dell’Rna di SARS-CoV-2. Il capitoletto «Pericoli chimici» (a pag. 4) si riferisce proprio ai reagenti chimici (e non al tampone) utilizzati dal professionista che esegue solo in un secondo momento l’analisi dei campioni raccolti tramite tampone sui soggetti sospettati di essere infetti. Questi reagenti, si legge, possono essere nocivi se ingeriti o se entrano in contatto con la pelle di chi esegue l’analisi e possono provocare irritazione oculare. Per questo motivo bisogna «lavare accuratamente le mani dopo l’uso» e «in caso di malessere, contattare un centro antiveleni o un medico».
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