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L’ultima proposta di Macron contro la disinformazione ha generato un bel po’ di disinformazione

Il presidente francese ha rispolverato uno dei suoi cavalli di battaglia, attirando accuse di propaganda e autoritarismo

12 dicembre 2025
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«Ministero della verità… quando parlare della lotta alla disinformazione suscita disinformazione»: così viene descritto un video pubblicato su X dall’account dell’Eliseo lo scorso 1° dicembre. Il riferimento è alle accuse di autoritarismo mosse al presidente francese Emmanuel Macron dalla stampa della sfera Bolloré, la società del miliardario francese Vincent Bolloré, proprietario di una casa editrice e di diversi media (tra cui CNews, Europe 1, Paris Match) vicini ai partiti di estrema destra.

Il caso risale al 19 novembre scorso quando, in una discussione con la stampa regionale, il presidente francese ha dichiarato di sostenere l’idea di una labellisation della stampa, intesa come un’etichettatura, una certificazione di credibilità. Nel suo intervento, Macron ha sottolineato che questa certificazione dovrebbe venire dai professionisti stessi e non dallo Stato. «Non spetta allo Stato decidere “questa è informazione, questa non lo è”. Non vogliamo cadere in una trappola. Non è questa la democrazia, si trasformerebbe rapidamente in un’autocrazia» ha detto ai microfoni.

Nel discorso di Emmanuel Macron, la labellisation servirebbe a distinguere «tra piattaforme e siti che guadagnano con la pubblicità personalizzata e siti di informazione». Il presidente ha citato come esempio il programma Journalism Trust Initiative dell’organizzazione Reporter Sans Frontières, un’iniziativa che raccoglie più di 2.000 media considerati affidabili in più di cento Paesi. Sul sito di RSF si legge che questa iniziativa nasce da una semplice constatazione: «il giornalismo sta subendo la concorrenza diretta dei contenuti manipolatori che proliferano nello spazio digitale: propaganda, pubblicità, disinformazione».

L’idea di una certificazione della stampa francese è stata evocata più volte in questi ultimi anni da Emmanuel Macron, ma per ora non si è ancora concretizzata in una proposta specifica.

Le critiche alla proposta di Macron

Nonostante la proposta di Macron sia al momento piuttosto astratta, la sola idea di un’etichetta contro la disinformazione ha già scatenato diverse reazioni contrarie.

Il 1° dicembre, il giornalista di punta della televisione CNews, Pascal Praud, ha commentato ironicamente la labellisation proposta dal presidente Macron, proponendo di chiamare l’organo incaricato della certificazione “Pravda” (in russo “verità”), in riferimento al giornale ufficiale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, fondato nel 1912. Praud ha inserito l’idea di Macron all’interno di quella che definisce una «tentazione autoritaria di un presidente scontento del trattamento mediatico che sta ricevendo e che vuole imporre un’unica narrativa».

La rete televisiva di Praud, CNews, è già stata condannata in passato per disinformazione e fake news dall’Arcom (il corrispettivo dell’Agcom in Italia). In particolare, lo scorso novembre la TV francese è stata multata di 20 mila euro per aver diffuso disinformazione climatica.

Prima ancora dell’intervento di Pascal Praud, Le Journal du Dimanche (altra testata della sfera Bolloré) aveva dedicato la sua prima pagina a un presunto «controllo dell’informazione» imputato al presidente francese. All’interno del giornale erano presenti diversi articoli dedicati alla «deriva pericolosa» che starebbe prendendo Emmanuel Macron, che vorrebbe – sempre secondo il giornale – dividere i media in “buoni” e “cattivi”. L’8 dicembre, Le JDD ha pubblicato un altro articolo sulla vicenda, intitolato “Libertà di stampa: l’inquietante regressione orchestrata da Emmanuel Macron”.

In seguito alle critiche di Le JDD e CNews, l’Eliseo ha deciso di rispondere pubblicando un video sui propri canali social. Il post riprende la prima pagina del giornale e una parte della dichiarazione di Pascal Praud, seguite da alcune dichiarazioni di politici della destra, come Bruno Retailleau, ed esponenti dell’estrema destra francese, tra cui Jordan Bardella. Il messaggio condiviso da questi media e da questi politici è che Macron stia andando verso una deriva autoritaria, nel tentativo di controllare la stampa.

Il post dell’Eliseo mette queste dichiarazioni in contrapposizione con quella del presidente, in cui Emmanuel Macron spiega di sostenere una labellisation volontaria e indipendente della stampa, priva di ingerenze statali. Il video si conclude con una frase dai toni ironici: «quando parlare di disinformazione crea disinformazione».

Un vecchio dibattito

La polemica sulla labellisation proposta da Emmanuel Macron ha riaperto un vecchio dibattito nel Paese: se sia necessaria – e in che forma – una certificazione per la stampa, soprattutto nell’era dei social, della disinformazione e dell’intelligenza artificiale.

Lo stesso presidente francese ha sempre fatto della lotta alle notizie false uno dei suoi cavalli di battaglia. Già nel 2018, un anno dopo la sua prima vittoria alle presidenziali, il Parlamento aveva approvato una legge chiamata “loi fake news”, fortemente voluta dal presidente e presentata dalla maggioranza presidenziale. Il provvedimento era stato ampiamente criticato dalla stampa per l’elevato rischio di censura che, secondo molti, comportava.

Promossi a partire dal 2022, Macron ha inoltre dato impulso agli États généraux de l’information (EGI), un’iniziativa che mirava a garantire un’informazione affidabile, con un comitato composto da membri del panorama mediatico. Pur essendo stata lanciata dal presidente, l’EGI avrebbe dovuto operare in modo indipendente. La sua creazione, tuttavia, ha preoccupato diversi media indipendenti – come Mediapart, Reporterre, StreetPress – che hanno preferito organizzarsi separatamente.

Presentato nel 2024, il rapporto EGI ha proposto l’idea di una certificazione “volontaria”, portata avanti dagli stessi operatori dell’informazione. Ancora una volta, la Journalism Trust Initiative di RSF è stata indicata come esempio.

In parallelo, negli anni sono nate altre iniziative simili. Nel 2017, il quotidiano Le Monde ha lanciato Decodex (oggi non più attivo), un motore di ricerca che permetteva ai lettori di verificare l’affidabilità del media cercato. Uno strumento analogo è NewsGuard Tech, un’estensione disponibile per Google Chrome, Microsoft Edge, Firefox e Safari, che analizza la credibilità e l’affidabilità dei siti e aiuta a riconoscere le informazioni corrette rispetto a quelle false.

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