
Le truffe sentimentali sono un problema sempre più diffuso
Con le app di dating, il catfishing si è trasformato in una vera catena industriale di frodi per estorcere denaro a chi cerca una relazione
I millennial ricorderanno il programma “Catfish: false identità” in onda su MTV, che raccontava storie di relazioni sentimentali nate online e il momento in cui i protagonisti scoprivano se dall’altra parte dello schermo ci fosse davvero la persona che credevano.
Il nome del programma prende spunto dall’omonimo documentario del 2010, che seguiva la storia di un giovane da tempo in contatto con quella che credeva una sua coetanea e che si sarebbe rivelata essere una quarantenne già sposata. Commentando il comportamento della donna, il marito lo paragonava a quello dei pesci gatto (catfish, appunto), che secondo alcuni resoconti i pescatori inserivano nelle vasche dei merluzzi trasportati via mare per mantenerli in vita e in movimento.
Una metafora di successo, che descrive chi su internet si finge qualcun altro e che è oggi entrata nel linguaggio comune, al pari del fenomeno: la diffusione delle app di dating ha trasformato il catfishing in una vera catena industriale di truffe sentimentali, come rivela la recente inchiesta “Catfish Incorporated” della Qurium Media Foundation.
L’infrastruttura nascosta delle truffe romantiche
L’indagine ha rivelato che dietro alcuni profili su app e chat di incontri operano reti criminali organizzate, che usano identità false per instaurare legami emotivi con le persone e poi chiedere loro denaro. Queste operazioni non si limitano al mondo del dating, ma si appoggiano a infrastrutture condivise con campagne di disinformazione e phishing – segno di un ecosistema digitale capace di gestire centinaia di profili contemporaneamente.
Il meccanismo è sempre lo stesso: un profilo all’apparenza perfetto attira la vittima, che viene rapidamente coinvolta in un intenso corteggiamento. La comunicazione viene poi spostata su WhatsApp, Telegram o email, lontano dai controlli della piattaforma iniziale. Quando la fiducia è consolidata, arriva una richiesta di aiuto economico per spese mediche, viaggi, o altre emergenze improvvise. Dopo il primo pagamento, il truffatore può sparire o moltiplicare le richieste.
Secondo Qurium, queste reti hanno ramificazioni globali, ma utilizzano server e domini europei, situati in Paesi come Germania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca o Lituania. Ciò significa che l’Unione europea non è solo bersaglio delle frodi, ma anche il luogo dove queste si sviluppano concretamente, diventando teatro inconsapevole di attività criminali che sfruttano le infrastrutture digitali comunitarie per apparire più credibili e difficili da individuare.
Un fenomeno in crescita anche in Italia
Il quadro italiano è ancora più complesso. Le app di incontri sono ormai parte della quotidianità digitale, ma la consapevolezza dei rischi resta bassa. Normative sui servizi online e la protezione dei consumatori, come il Digital Services Act europeo, stanno cercando di colmare il divario tra tecnologia e tutela, imponendo obblighi di trasparenza, maggiore controllo sui profili falsi e procedure più rapide per la rimozione dei contenuti illegali. Tuttavia, le truffe sentimentali restano spesso sottostimate e poco denunciate, complice la vergogna o l’imbarazzo delle vittime, e continuano così a rimanere in gran parte invisibili.
Secondo il Rapporto Clusit per il primo semestre 2024, la Polizia Postale ha registrato un aumento del 46,5 per cento dei casi rispetto all’anno precedente. Un’analisi della Polizia Postale stimava in 4,5 milioni di euro le perdite economiche generate da queste frodi solo nel 2021.
Una ricerca di ING e YouGov rivela che un italiano su due ha ricevuto almeno un’esperienza di contatto da una persona sconosciuta che cercava di instaurare un rapporto affettivo online a scopo finanziario. Social e app di incontri sono i canali principali, mentre il rischio riguarda un pubblico trasversale per età e profilo socio-economico, anche se i più giovani sembrano più consapevoli dei segnali di allarme.
Secondo l’indice regionale di rischio elaborato da Truffa.net, portale che verifica la legalità e l’affidabilità dei siti di gioco e investimenti, la Lombardia risulta la regione più esposta, seguita dalle altre aree del Nord e del Centro Italia, dove l’alta digitalizzazione, il reddito medio elevato e l’intenso uso dei social media creano un terreno particolarmente favorevole alle “romance scam”.
Il reato e i meccanismi di prevenzione
In Italia, la truffa sentimentale è punita dall’articolo 640 del Codice Penale e, in alcuni casi, può anche configurarsi come estorsione. Oltre al quadro normativo, esistono però misure di contrasto che possono ridurre il rischio per gli utenti. Un primo livello riguarda le piattaforme di dating, che – in linea con gli obblighi imposti dal Digital Services Act in materia di trasparenza, segnalazione degli abusi e mitigazione dei rischi – dovrebbero adottare controlli più rigorosi sull’autenticità dei profili, procedure più rapide di segnalazione degli account fraudolenti e sistemi capaci di rilevamento automatico delle attività sospette.
Un’altra dimensione cruciale è la cooperazione internazionale, poiché molte reti operano da Paesi diversi da quelli delle persone ingannate, rendendo più complesse le indagini e il recupero delle somme sottratte. Questa collaborazione può includere lo scambio di informazioni tra forze dell’ordine, piattaforme e l’adozione di accordi multilaterali per facilitare indagini e richieste di assistenza giudiziaria.
Infine, la tecnologia da sola non basta; è necessaria una vera educazione digitale, che renda gli utenti capaci di leggere le avvisaglie e di capire come la loro vulnerabilità emotiva possa diventare un bersaglio. Allo stesso tempo, è essenziale offrire un sostegno concreto alle vittime, non solo economico ma anche psicologico, perché il danno più profondo è spesso la fiducia tradita.
In definitiva, il dating online è diventato un business per organizzazioni criminali che sfruttano il desiderio di connessione e lo trasformano in un’occasione di inganno. Le app pensate per creare legami finiscono così talvolta per generare solitudine, disillusione e perdita. E in un mondo in cui basta un semplice “swipe”, serve praticare l’autodifesa digitale per evitare che le emozioni diventino strumenti di manipolazione.
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