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Laura Boldrini non ha mai invocato il “consenso scritto” nei rapporti sessuali

Laura Boldrini non ha mai invocato il “consenso scritto” nei rapporti sessuali

26 settembre 2025
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  • Imola Oggi e Il Secolo d’Italia hanno entrambe pubblicato un articolo secondo cui Laura Boldrini avrebbe invocato il consenso scritto della donna prima di un rapporto sessuale.
  • La deputata è firmataria di una proposta di legge per modificare l’articolo 609bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso.
  • Nella proposta non si parla di «consenso scritto», e nemmeno Boldrini ha mai fatto riferimento a una forma di consenso simile.

Il 25 settembre 2025 è stato condiviso su X lo screenshot di un articolo del 24 settembre di Imola Oggi contenente una foto della deputata del Partito Democratico (PD) Laura Boldrini e intitolato: «Boldrini, ‘consenso scritto della donna prima di un rapporto sessuale’». 

L’autore del post commenta: «Proporrei anche la presenza di almeno due testimoni oculari in loco a garanzia del rispetto del contratto firmato presso apposito studio notarile».

Si tratta di un contenuto fuorviante che diffonde una notizia falsa.

Innanzitutto precisiamo che il sito Imola Oggi ha già diffuso false informazioni su svariate tematiche. Imola Oggi riprende l’articolo pubblicato lo stesso giorno dal Secolo d’Italia, quotidiano online di destra, in un articolo intitolato «La “boldrinata” del giorno: ci vuole il consenso scritto della donna prima di un rapporto sessuale». 

Nell’articolo, a differenza di quanto titolato sia da Imola Oggi che dal Secolo d’Italia, non si legge che la parlamentare del PD abbia mai dichiarato che una donna deve dare il «consenso scritto» prima di un rapporto sessuale. Boldrini infatti non ha mai avanzato un proposto del genere.

Il Secolo d’Italia riporta una dichiarazione della senatrice del PD Valeria Valente sulla condanna in primo grado di quattro ragazzi, tra cui il figlio del comico e politico Beppe Grillo, per violenza sessuale. Valente, si legge nell’articolo, a seguito della notizia della condanna ha commentato (a Repubblica, ndr) che «sarebbe importante che l’Italia si dotasse di una legge sul consenso: perché aiuterebbe le donne a difendersi dalla violenza sessuale nelle aule giudiziarie. Come Pd abbiamo presentato da tempo testi sia al Senato che alla Camera, dove è iniziato l’esame». 

La proposta di Valente, definita dal Secolo d’Italia una «boldrinata», fa riferimento al disegno di legge del 2024 a firma di Laura Boldrini che punta a modificare l’articolo 609bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso. 

La norma attuale recita: «Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni». La proposta di Boldrini vuole modificare l’articolo mettendo in evidenza la nozione della mancanza di consenso della persona offesa. La definizione proposta dalla deputata dem è la seguente: «Chiunque, in assenza di consenso, costringe o induce taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni». Per consenso, si legge ancora nella proposta di legge, «si intende quello espresso quale libera manifestazione della volontà della persona e che rimanga tale e immutato durante l’intero svolgersi dell’atto sessuale. Il consenso deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto e può essere revocato dalla persona in qualsiasi momento e con ogni forma».

Né Boldrini né Valente hanno mai parlato di un «consenso scritto della donna prima di un rapporto sessuale», come si legge invece nel post in analisi.

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