
Leone XIV piace più all’estrema destra italiana che a quella statunitense
L’elezione del nuovo pontefice solleva interrogativi e speculazioni sulla sua visione politica
Due settimane e mezzo dopo la morte di papa Francesco, avvenuta il 21 aprile 2025, il conclave ha eletto il nuovo papa. L’8 maggio 2025 lo statunitense Robert Francis Prevost ha preso la carica di 267esimo pontefice della chiesa cattolica con il nome di Leone XIV.
Si tratta del primo papa statunitense. Una novità, considerando che gli esperti consideravano altamente improbabile l’elezione di un americano al soglio pontificio a causa del già ampio potere esercitato nel mondo dal presidente degli Stati Uniti. Prevost, però, sembra essere stato favorito per via della sua lunga esperienza missionaria in America Latina, che lo ha portato a godere del sostegno sia dei cardinali nordamericani sia di quelli sudamericani.
A prescindere dai suoi meriti, c’è chi si chiede se la presidenza di Donald Trump abbia avuto o meno un impatto sulla scelta del primo papa statunitense della storia. Sulla scia di queste supposizioni sono iniziate a circolare online teorie secondo le quali Trump avrebbe “comprato” il Vaticano con una donazione di 14 milioni di dollari fatta in occasione dei funerali di papa Francesco. La teoria cospirativa è stata alimentata dal fatto che pochi giorni prima del conclave il presidente statunitense ha postato sul suo social network Truth un’immagine creata con l’intelligenza artificiale che lo mostrava vestito da papa, poi condivisa dall’account X della Casa Bianca. In questo senso, quindi, “nulla sarebbe casuale” e l’elezione di Leone XIV sarebbe stata pilotata da Trump.
In realtà, però, la presunta donazione di Trump risulta esiste solo in alcune indiscrezioni della stampa e non sarebbe affatto automatico il potere di influenza che la somma avrebbe esercitato sul Conclave.
La soddisfazione dell’estrema destra italiana
L’elezione del nuovo pontefice ha incontrato l’approvazione degli ambienti dell’estremismo italiano di destra, anche nella cerchia dei mattonisti, una comunità online di troll particolarmente attiva su X. In questi ambienti, Leone XIV viene dipinto come un papa antiabortista, in quanto in varie presunte omelie citate da Pillon avrebbe affermato che «non possiamo costruire una società giusta se scartiamo i più deboli, sia il bambino nel grembo materno sia l’anziano nella sua fragilità».
La tesi di un Prevost antiabortista si basa inoltre su una serie di post pubblicati dall’account X @drprevost, che si presenta come l’account ufficiale di Robert Francis Prevost. Tra questi, come evidenziato dall’associazione antiaborista Pro Vita e Famiglia, il repost di un articolo della Catholic News Agency pubblicato dopo le elezioni presidenziali statunitensi del 2016, e titolato: “La Clinton ha ignorato (durante la sua campagna elettorale, ndr) i pro-vita a suo rischio e pericolo, dicono i democratici”. Come sottolinea un altro post di Pro Vita, al 2017 risale invece il repost di un articolo che critica l’“ideologia gender”: secondo l’associazione antiabortista italiana, questi tweet «frequenti e netti» rivelano «la particolare sensibilità personale del Pontefice per la gravità del loro impatto sulla società contemporanea».
“Il Governo del Paraguay respinge l’ideologia gender: la Famiglia è padre, madre e figli” pic.twitter.com/6ipTi5nKAK
— Pro Vita & Famiglia (@ProVitaFamiglia) May 9, 2025
Come spiega Il Post, però, al momento non è possibile affermare con certezza che l’account @drprevost appartenga proprio a lui, anche perché la spunta blu di verifica non è più una garanzia di veridicità da quando il proprietario di X Elon Musk l’ha resa acquistabile nel 2022. A questo proposito, però, il New York Times ha scritto di aver ricostruito che l’account è collegato «a un numero di telefono e a un’email riconducibili a Prevost», pur ammettendo di non poter verificare in modo definitivo che l’account sia suo.
Tra i post di questo account risalta anche uno del 3 febbraio 2025 in cui viene commentata una frase in chiave anti-migratoria pronunciata dal vicepresidente statunitense JD Vance, secondo il quale sarebbe più “cristiano” dare priorità alla propria famiglia rispetto che a uno sconosciuto. L’account @drprevost scrive: «JD Vance si sbaglia: Gesù non ci chiede di classificare il nostro amore per gli altri».
Ma questo elemento non ha fermato l’entusiasmo degli ambienti della destra italiana. Lo scrittore Francesco Giubilei, presidente della Fondazione Tatarella, ha sottolineato su X che Leone XIV «si è presentato al mondo con abiti e paramenti tradizionali», a differenza di papa Francesco e in continuità con il predecessore Benedetto XVI. Anche il noto influencer complottista Cesare Sacchetti ha sostenuto su X che “la disinformazione” vuol far passare il pontefice per anti-Trump, e ha sottolineato che il post contro Vance non costituirebbe una prova. Non solo, ma sia Giubilei sia Sacchetti sostengono che il nuovo papa sarebbe repubblicano, in quanto registrato come tale nella sua area di elettorato in Illinois. Una tesi rilanciata anche dall’ex-senatore leghista Simone Pillon.
Ma lo sanno, quelli che parlano già di Leone XIV come anti-Trump, che il cardinale Prevost votava per i Repubblicani? pic.twitter.com/6C8BEwSU25
— Simone Pillon (@SimoPillon) May 8, 2025
In realtà, però, non ci sono prove nemmeno di questo. Infatti, gli elettori dell’Illinois non devono registrarsi come membri di un partito politico per poter votare (sia alle presidenziali sia alle primarie). Al momento, i dati disponibili indicano che Prevost ha votato sia alle primarie repubblicane (nel 2012, 2014 e 2016) sia alle primarie del partito democratico (nel 2008 e 2010). Questo però non significa che lui sia repubblicano.
Lo scetticismo dei trumpiani
Che Prevost sia stato o meno un elettore repubblicano, l’estrema destra statunitense sembra essere decisamente più cauta nell’accogliere il nuovo pontefice. Poco dopo l’elezione del nuovo papa, infatti, l’attivista statunitense di estrema destra Laura Loomer ha condiviso su X un post di commento, chiamando Leone XIV «solamente un altro pupazzetto marxista in Vaticano» e sottolineando le posizioni «anti-Trump, anti-MAGA (l’acronimo del motto trumpiano Make America Great Again, nonché il movimento che ne consegue, ndr)» e pro-immigrazione del nuovo pontefice. Le prove di questo sarebbero, tra le altre, proprio il post in cui Prevost si era opposto alla visione di Vance sull’immigrazione.
THIS IS THE NEW POPE!
His name is Robert Prevost.
He’s the first American Pope.
He is anti-Trump, anti-MAGA, pro-open Borders, and a total Marxist like Pope Francis.
Catholics don’t have anything good to look forward to.
Just another Marxist puppet in the Vatican. https://t.co/S45vZ8IaKM
— Laura Loomer (@LauraLoomer) May 8, 2025
Analizzando l’account X @drprevsost, il quale, ribadiamo, non è detto appartenga effettivamente al nuovo pontefice, sono presenti numerosi altri post e repost in cui viene criticata la politica migratoria trumpiana. Nel 2015, ad esempio, @drprevost aveva condiviso un articolo del Washington Post dal titolo “Il cardinale Dolan: perché la retorica anti-immigrati di Donald Trump è così problematica”. In uno degli ultimi repost di aprile 2025, invece, vengono criticati Trump e il presidente del Salvador Nayib Bukele per aver erroneamente deportato e detenuto Kilmar Abrego Garcia, salvadoregno residente negli Stati Uniti e accusato dalla Casa Bianca di appartenere alla gang MS-13, designata un’organizzazione terroristica dall’amministrazione Trump.
Per i trumpiani, quindi, Leone XIV non sembra essere una buona notizia. In un’intervista rilasciata a Piers Morgan poco prima dell’inizio del conclave, Steve Bannon, repubblicano ed ex-stratega di Trump, si era espresso a sfavore di Prevost sottolineando che a livello ideologico era uno dei cardinali più vicini a papa Francesco, il quale si era posto più volte in contrasto con la visione trumpiana. Secondo Bannon, il nuovo pontefice sarebbe quindi un outsider sostenuto dal deep state (un’espressione che indica una sorta di «stato profondo» annidato nelle istituzioni statunitensi, molto in voga nel movimento complottista di QAnon).
A un giorno dall’elezione al pontificato, sono molti gli interrogativi che rimangono sulla visione politica di Robert Francis Prevost, soprattutto senza avere la certezza che il famoso account X @drprevost sia effettivamente suo. Non c’è altro da fare se non attendere le prime misure del nuovo pontefice.
- No, Papa Leone XIV non è stato registrato come repubblicano nell’IllinoisNo, Papa Leone XIV non è stato registrato come repubblicano nell’Illinois