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La falsa storia della personal shopper marocchina e degli acquisti di lusso di Olena Zelenska

La falsa storia della personal shopper marocchina e degli acquisti di lusso di Olena Zelenska

19 novembre 2025
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  • Circola su Facebook il video di una presunta personal shopper marocchina di nome «Amina El Mansouri» che avrebbe aiutato Olena Zelenska a comprare vestiti di lusso e gioielli.
  • È una notizia falsa.
  • Il video è un deepfake e la storia in questione è totalmente priva di qualsiasi riscontro.

Il 20 settembre 2025 è stato pubblicato su Facebook un video intitolato in inglese “Olena Zelenska’s Shopping Scandal: Assistant Reveals How to Spend Over a Million Euros Remotely” (in italiano, “Lo scandalo dello shopping di Olena Zelenska: l’assistente rivela come spendere oltre un milione di euro a distanza”). 

Nel filmato compare una donna che in francese dice di lavorare nella moda e di aver venduto a Olena Zelenska, moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, vestiti di lusso e gioielli per un valore di quasi un milione di euro. Secondo chi ha condiviso il post, la clip mostrerebbe la testimonianza di «un’assistente di shopping francese». 

È una notizia falsa che fa parte del filone di disinformazione della propaganda russa che punta ad attaccare la famiglia Zelensky, rappresentandola come corrotta perché userebbe gli aiuti finanziari destinati all’Ucraina per le loro spese personali. 

La clip è una breve parte di un video più lungo diffuso su YouTube il 17 settembre 2025 da un canale che risulta essere stato creato l’11 marzo 2024 e che ad oggi ha pubblicato solo due video (il 17 e il 18 settembre 2025) che riprendono la stessa presunta intervista alla donna suddivisa in due parti. 

Secondo quanto si legge nel titolo che accompagna i filmati, la scena mostrerebbe l’intervista realizzata da un presunto critico di moda di nome «Ali Shehabi» a una donna che a Parigi lavorerebbe nel mondo della moda e che dice di chiamarsi «Amina El Mansouri», di avere 28 anni e di essere nata in Marocco. La donna racconta di essersi trasferita poi nella capitale francese grazie all’aiuto economico dei suoi genitori, di aver studiato all’Institut Français de la Mode (IFM), importante università parigina specializzata in moda e design, di aver poi iniziato a lavorare presso la casa di moda francese Chanel come consulente delle vendite e che ora lavora come consulente di shopping personale.

La donna poi passa a raccontare la sua presunta esperienza con Olena Zelenska, parlando di presunti acquisti che avrebbe fatto la moglie del presidente ucraino senza però fornire alcuna prova. Pochi giorni dopo la pubblicazione dei due video su YouTube, questa presunta notizia è stata rilanciata da diversi media russi.

L’intera storia dell’acquisto di abiti e gioielli costosi di Olena Zelenska risulta essere priva di qualsiasi riscontro fattuale. Inoltre, una ricerca online specifica su un giornalista critico di moda di nome di «Ali Shehabi» e una personal shopper marocchina a Parigi di nome «Amina El Mansouri» non ha dato alcun risultato proveniente da fonti credibili e affidabili. Contattato dai colleghi di Open, l’IFM ha confermato ufficialmente di non aver mai avuto tra i propri alunni una studentessa marocchina di nome «Amina El Mansouri».

Il 28 settembre 2025 il sito web maliano Mali Actu ha pubblicato un profilo di «Amina El Mansouri» che riporta la stessa storia raccontata nel video. Come scritto in un report di gennaio 2023 dell’agenzia Agenzia svedese per la ricerca sulla difesa (FOI) sull’influenza della Russia in alcuni Paesi africani come il Mali, la società che gestisce il sito Mali Actu sarebbe tuttavia stata cooptata da media russi affiliati al Cremlino «in una partnership che includeva anche il sostegno finanziario». Nell’articolo infondato del sito maliano sulla presunta personal shopper marocchina è presente anche la foto di una donna (che sembra somigliare a quella nel video) che in realtà ritrae un’avvocata del Qatar di nome Amina Ahmed Hamid Al Mansouri. La diffusione di notizie infondate tramite siti terzi (che in realtà hanno legami con entità russe), la creazione di profili cosiddetti “usa getta” su varie piattaforme come X o Youtube da utilizzare al momento giusto per condividere contenuti falsi sono tutte tecniche che fanno parte di specifiche operazioni di disinformazione russa

Infine, come hanno analizzato i fact-checker di StopFake e Myth Detector, la video-intervista pubblicata su YouTube risulta essere un deepfake creato utilizzando una specifica immagine stoke di una donna, che è stata manipolata e inserita sul volto di un’altra persona per ingannare gli utenti online.

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